Contestato dai cristiani, che lo accusano, sapendo di mentire, di aver dato Roma alle fiamme e che, guidati da Pietro, preparano la rivoluzione; inviso al Senato, che ha offeso nominando senatore un asino; osteggiato da sua madre Agrippina, che lo vorrebbe morto; il povero Nerone viene interdetto e rinchiuso in manicomio. Mentre un gruppo di congiurati, capeggiati da Seneca, tenta, affidandosi al rimbambito generale Galba, un colpo di Stato, l'Imperatore, liberato dall'amico Petronio Arbitro, mette a profitto le proprie doti di attore specializzato in travestimenti. Riesce, così, a mandare all'aria il complotto di Seneca e a indurre Pietro, spacciandosi per Gesù, a rinunciare ai suoi propositi rivoluzionari.
SCHEDA FILM
Regia: Mario Castellacci, Pier Francesco Pingitore
Attori: Pippo Franco - Nerone, Maria Grazia Buccella - Poppea, Enrico Montesano - Petronio Arbitro, Paola Tedesco - Licia, Oreste Lionello - Seneca, Paola Borboni - Agrippina, Gianfranco D'Angelo - Tigellino, Paolo Stoppa - San Pietro, Aldo Fabrizi - Generale Galba, Bombolo - Roscio, Laura Troschel - Locusta, Marina Marfoglia - Atte, Giò Stajano - Sporio, Piero Santi - Vinicio, Massimo Dapporto - Cristiano liberato, Bruno Vilar - Centurione, Attilio Dottesio - Centurione, Giancarlo Magalli - Presidente del senato
Soggetto: Franco Castellacci, Pier Francesco Pingitore
Sceneggiatura: Mario Castellacci, Pier Francesco Pingitore
Fotografia: Sergio Martinelli
Musiche: Flavio Bocci
Montaggio: Alberto Gallitti
Scenografia: Mauro Tognalini
Costumi: Graziella Pera
Durata: 105
Colore: C
Genere: COMICO
Specifiche tecniche: TECHNISCOPE - TECHNICOLOR
Produzione: MARIO CECCHI GORI PER CAPITAL FILM
Distribuzione: GOLD (1977) - GENERAL VIDEO
CRITICA
"E' uno scombinato tentativo di rivalutare, in chiave pseudocomica, l'imperatore Nerone. Nel corso della storiella, composta più che altro da scenette da cabaret, egli si difende, in anticipo sulla storia ma prevedendola, da quelle colpe di cui essa lo accuserà, rovesciandole sui cristiani, dipinti come extraparlamentari di sinistra. A far le spese, però, del deprimente pasticcio ideato e diretto da Castellacci e Pingitore è soprattutto il buon gusto, travolto da un'accozzaglia di scurrilità e di irriverenti, quasi blasfemi, riferimenti al Cristo e alla divinità." ('Segnalazioni cinematografiche', vol. 82, 1977)