Il conte Jean-Louis de Montignac, ex colonnello della Legione Straniera, ha un magnifico disegno di Modigliani tatuato sulla schiena. Il mercante d'arte Félicien Mézeray, ansioso di entrarne in possesso, lo convince a cederglielo promettendogli in cambio di restauraregli la casa di campagna. Con suo disappunto, però, Mézeray scopre che la casa è in realtà un imponente e malridotto castello. Costretto a iniziare i lavori perché questa è la condizione che il conte ha posto per firmare il contratto Mézeray allo stesso tempo è assillato da due mercanti tedeschi ai quali ha incautamente venduto 'la pelle' di Montignac, prima ancora di possederla. Mézeray si trova nei pasticci, tanto più che nel contratto non è precisato se il tatuaggio dovrà essere prelevato alla morte del suo proprietario o lui vivente. Indotti da reciproco interesse a vivere sempre insieme, i due uomini finiscono per accettare con piacere la loro situazione.
SCHEDA FILM
Regia: Denys de La Patellière
Attori: Jean Gabin - Legrain, Louis de Funès - Félicien Mézeray, Paul Mercey - Pellot, Joe Warfield - Larsen, Donald J. von Kurtz - Smith, Lyne Chardonnet - Valérie Mézeray, Ibrahim Seck - Cameriere di Mézeray, Pierre Guéant - Richard Mézeray, Dominique Davray - Suzanne Mézeray, Pierre Tornade - Il brigadiere, Yves Barsacq - Il postino, Danielle Durou - Justine, Jean-Pierre Darras - Lucien, Hubert Deschamps - Professor Mortemont, Henri Virlojeux - Dubois
Soggetto: Alphonse Boudard
Sceneggiatura: Alphonse Boudard, Robert Clavel
Fotografia: Sacha Vierny
Musiche: Georges Garvarentz
Montaggio: Claude Durand
Scenografia: Robert Clavel
Effetti: Gérard Cogan
Altri titoli:
The Tattooed One
Oskar läßt das Sausen nicht
Balduin, das Nachtgespenst
Nemici... per la pelle - Il tatuato
Il tatuato
Ein Giftzwerg macht Rabatz
El tatuado
Durata: 87
Colore: C
Genere: COMMEDIA
Specifiche tecniche: FRANSCOPE, 35 MM (1:2.35) - EASTMANCOLOR
Produzione: RALPH BAUM E MAURICE JACQUIN PER ASCOT, CINERAID (ROMA) LES FILMS COPERNIC, LES FILMS CORONA (PARIGI)
Distribuzione: MAGNA
CRITICA
"Esauriti, per mancanza di immaginazione, gli sviluppi comici ricavabili dalla trovata iniziale, il film affoga ben presto nella noia, da cui non lo salvano né il mestiere di Jean Gbin né le smorfie di de Funès." ('Segnalazioni cinematografiche', vol. 65, 1968)