A Roma occupata dai tedeschi, rimasto orfano di madre nella primavera 1944, il dodicenne Paolo, un romano del quartiere Prati, vive col padre, disorientato e come assente, in un modesto appartamento all'ultimo piano di un palazzo, tra i cui vicini - in occasione del lutto - viene a conoscere la famiglia di un gerarca fascista che ha sposato una tedesca. Lo colpisce Luciana, pressoché sua coetanea, figlia dei due, venuta con loro a porgere le condoglianze, per uno sguardo intenso ed amichevole che gli rivolge. Da quel momento Paolo trascura i pochi amici con i quali gioca alla guerra e a combinare rischiose monellerie durante il coprifuoco, passando invece ore sul terrazzo sotto i tetti, nella speranza d'intravedere la ragazza di cui si è candidamente infatuato. Nasce, così, timidamente, fra i due, una storia d'amore, furtiva e costretta ad incessanti cautele, per evitare complicazioni per entrambi. Ad appesantire la situazione contribuisce sia il breve "permesso" che riporta in famiglia per il lutto il figlio maggiore Marco, fidanzato con Marisa, figlia di una vicina, partito volontario per la X MAS, un diciottenne fragile ed insicuro come tanti altri coetanei, travolti dagli eventi, che Paolo non riesce né ad amare né a rifiutare, sia l'arrivo di un inquilino invalido civile, silenzioso e schivo, che ha trovato alloggio nell'abbaino e che Paolo intravede dal lucernario (su cui è salito per cercare di vedere apparire Luciana) intento a pulire una pistola. Gli diventa amico, gli rende qualche piccolo servizio, ne ascolta con ammirazione i pacati ragionamenti e le sagge riflessioni e gli offre di nascondergli la pistola al sopravvenire della polizia: è Corsini, un antifascista, che una sera (mentre Paolo segue per la strada a distanza Luciana, che rientra con i genitori dal cinema) e da lui visto - unico testimone - mentre spara al padre di lei. Pur di non tradirlo accetta di perdere Luciana che invano gli ha chiesto di denunciare l'assassino: Paolo porterà con sé nella vita il tremendo segreto di quella morte.
SCHEDA FILM
Regia: Luigi Magni
Attori: Renato Carpentieri - Corsini, Paolo Murano - Paolo, Giorgia Tartaglia - Luciana, Elena Berera - Irma, Luigi Diberti - Padre di Paolo, Nicola Russo - Marco, Elodie Treccani - Marisa, Gregorio Gandolfo - Padre di Luciana, Marit Nissen - Madre di Luciana, Diego Cipolletti - Tripolino, Riccardo Onorati - Niki, Massimiliano Onorati - Ragazzo Gap, Flaminia Lizzani - Ragazza Gap, Rosa Pianeta - La portiera
Soggetto: Luigi Magni
Sceneggiatura: Carla Vistarini, Luigi Magni
Fotografia: Roberto D'Ettorre Piazzoli
Musiche: Nicola Piovani
Montaggio: Fernanda Indoni
Scenografia: Lucia Mirisola
Costumi: Lucia Mirisola
Durata: 100
Colore: C
Genere: BIOGRAFICO
Specifiche tecniche: PANORAMICA - KODAK
Tratto da: romanzo omonimo di Luigi Magni
Produzione: LUCIANO PERUGIA PER TELECINESTAR - ISTITUTO LUCE, CON LA COLLABORAZIONE DI RAI UNO
Distribuzione: ISTITUTO LUCE (1995) - 20TH CENTURY FOX HOME ENTERTAINMENT
NOTE
- GIRATO A CINECITTA'. REALIZZZATO CON IL CONTRIBUTO DELLA PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI - DIPARTIMENTO DELLO SPETTACOLO.
- REVISIONE MINISTERO APRILE 1995.
- DAVID DI DONATELLO 1995 PER LA MIGLIOR SCENEGGIATURA A LUIGI MAGNI E CARLA VISTARINI, EX AEQUO CON ALESSANDRO D'ALATRI PER 'SENZA PELLE'.
CRITICA
"Film utile e civile anche se improntato a uno stile minimalista-televisivo, 'Nemici d'infanzia' è un piccolo concertato di voci lontane e sempre presenti: testimoniano la paura che regnava in quella Roma silente di 50 anni fa, dove un bambino trova però il coraggio di insultare un coetaneo tedesco complessato e di scrivere sui muri 'Morte ai nazifascisti'. (...) Entro i limiti di un racconto sentimental-didascalico, Magni suona con disinvoltura le corde del racconto, ben servito dagli optional del buon cinema italiano, le scene e i costumi della Mirisola, la fotografia di Piazzolli, le musiche di Piovani e un cast che crede nelle parole, negli sguardi e nelle pause: sono credibili i due fratelli, Paolo Murano e Nicola Russo, il papà Diberti e la minorenne Giorgia Tartaglia. Tutti tesi a dimostrare che il filo rosso esiste e il passato è la metafora del presente." (Maurizio Porro, 'Il Corriere della Sera', 27 Aprile 1995)
"Tutto ciò, nonostante il contesto fragile e un'azione, nel suo insieme, pur con i drammi che incombono, condotta avanti quasi al rallentatore. Fra gli interpreti, Renato Carpentieri, che disegna con equilibrio il ritratto del partigiano, in età ormai non più giovane e pronto, nei confronti del ragazzetto, ad assumere toni paterni. A quest'ultimo Paolo Murano presta un visetto attonito ma conscio, capace di esprimersi solo con gli occhi: raccontando a se stesso quello che poi, sull'onda dei ricordi, racconterà anche a noi." (Gian Luigi Rondi, 'Il Tempo', 27 Aprile 1995)
"E' bello il tono amaro che Magni riesce a dare al film, convincono un po' meno la confezione e la recitazione complessiva (a parte Renato Carpentieri, bravo come sempre) che hanno un taglio minimale, un poco televisivo. E magari l'lstituto Luce, che distribuisce il film, avrebbe potuto puntare su sale più adatte alla dimensione raccolta del racconto. Certo sorprende il contrasto, per un cineasta come Magni, fra il tono epico, lussureggiante, grandioso di un capolavoro come 'Nell'anno del Signore' o di altri film come 'In nome del Papa Re' e 'La Tosca', e l'aspetto un po' dimesso di 'Nemici d'infanzia'. E solo questione di budget oppure tutta una generazione di registi italiani ha perso lo sprint dei bei tempi?" (Alberto Crespi, 'L'Unità', 27 Aprile 1995)
"I suoi personaggi non vivono mai la loro storia, la loro età, i loro sentimenti; piuttosto si comportano e parlano come libri di scuola prestampati, come una "coscienza" eccessiva del proprio ruolo (...) come se lo spettatore non fosse capace di trarre da solo la morale dei quello che vede, ma avesse bisogno di qualche suggerimento." (Paolo Mereghetti, "Sette", n. 19, 11 maggio 1995)