Il soldato Mike sparisce una settimana dopo essere tornato dalla guerra in Irak, senza nemmeno aver comunicato ai genitori il suo ritorno in patria. Il padre Hank, veterano dell'esercito e ardente patriota, aveva considerato normale che il figlio avesse seguito il suo esempio e sperava solo di essere imitato anche nella capacità di tornare a casa sano e salvo. Di fronte alla sparizione del figlio, Hank ritiene opportuno indagare di persona e si reca a Fort Rudd per scoprire la verità. Intanto in un campo nei pressi della base militare, viene trovato il cadavere del figlio, carbonizzato, fatto a pezzi e lasciato in pasto agli animali. Per superare gli ostacoli frapposti dall'esercito - sempre fedele al motto: 'I panni sporchi si lavano in casa' - Hank riesce a coinvolgere nell'indagine la detective Emily Sanders. Quello che viene a scoprire sulla morte del figlio e sui reali comportamenti dei soldati americani in Irak, lo porta a domandarsi se la lealtà verso il suo Paese sia ancora una cosa buona e giusta.
SCHEDA FILM
Regia: Paul Haggis
Attori: Tommy Lee Jones - Hank Deerfield, Charlize Theron - Detective Emily Sanders, James Franco - Sergente Dan Carnelli, Susan Sarandon - Joan Deerfield, Josh Brolin - Buchwald, Jonathan Tucker - Mike Deerfield, Jason Patric - Tenente Kirklander, Frances Fisher - Evie, Rick Gonzalez - Gabriel, Barry Corbin - Arnold Bickman, Brad William Henke - Chuck, Wayne Duvall - Detective Nugent, Brent Briscoe - Detective Hodge, Kathy Lamkin - Carleen
Soggetto: Paul Haggis, Mark Boal
Sceneggiatura: Paul Haggis
Fotografia: Roger Deakins
Montaggio: Jo Francis
Scenografia: Laurence Bennett
Arredamento: Linda Lee Sutton
Costumi: Lisa Jensen
Effetti: Great FX
Altri titoli:
Death and Dishonor
Durata: 120
Colore: C
Genere: DRAMMATICO GUERRA
Produzione: SUMMIT ENTERTAINMENT, SAMUELS MEDIA, NALA FILMS, BLACKFRIARS BRIDGE FILMS
Distribuzione: MIKADO, DVD E BLU-RAY: DOLMEN HOME VIDEO
Data uscita: 2007-11-30
TRAILER
NOTE
- PREMIO SIGNIS ALLA 64.MA MOSTRA DEL CINEMA DI VENEZIA (2007).
- TOMMY LEE JONES E' CANDIDATO ALL'OSCAR 2008 COME MIGLIOR ATTORE PROTAGONISTA.
- CANDIDATO AL DAVID DI DONATELLO 2008 COME MIGLIOR FILM STRANIERO.
CRITICA
"Oltre che di Ken Loach, ieri al Lido è stata la giornata anche di Paul Haggis e del secondo film in concorso che spara a zero sulla guerra americana in Iraq. Guardando 'In The Valley of Elah' l'emozione è forte. Non solo per ciò che si vede, non solo per tutto quello che si intuisce. Ma soprattutto per questo cinema che si fa carico di dire quello che più nessuno dice, non certo i media, non certo i politici e nemmeno le organizzazioni internazionali. Il cinema come un baluardo saldo, che non molla la presa, che non abbassa gli occhi, che si fa carico di partecipare, sollecitare, anche accusare. Un cinema combattente che restituisce a quest'arte una dignità resa traballante dal mondo dello showbiz che preferisce di gran lunga il gossip alla denuncia. La doppietta americana De Palma-Haggis porta nel cuore del concorso veneziano la lacerazione di un popolo e di una nazione che si sta preparando alle disastrose conseguenze, anche interne, della guerra in Iraq. I due registi americani sembrano essersi accordati sui rispettivi punti di vista e l'impressione che rimandano a noi, pubblico, è quella di vedere due film complementari uno all'altro. Mentre De Palma ha lavorato sul "macro" delle atrocità censurate dai media, Haggis si concentra sul micro di un padre alla ricerca di un figlio appena tornato dal fronte e misteriosamente scomparso. (...) Sia Haggis che De Palma dunque picchiano duro, e lo fanno pensando proprio al pubblico americano, che entrambi giudicano altamente inconsapevole di ciò che la guerra in Iraq è stata." (Roberta Ronconi, 'Liberazione', 2 settembre 2007)
"Paul Haggis, premio Oscar per 'Crash', conferma pregi e difetti di quella sua opera prima. È più
sceneggiatore che regista, si innamora troppo di ciò che scrive (il film, diretto da un regista vero, durerebbe almeno 20 minuti di meno) ed esagera nel voler costruire storie a orologeria in cui ogni ingranaggio dev'essere perfetto. C'è una freddezza di fondo, salvata solo dalla prodigiosa bravura di Jones nel ruolo del vecchio sergente deluso. La riflessione politica sull'Iraq è inequivocabile e condivisibile: ci sarebbe però, da discutere sulla 'purezza' di Hank, un reduce dal Vietnam - quindi il rappresentante di una casta militare tutt'altro che immacolata. Ma a Haggis serviva un raffronto politicamente nostalgico tra un'America impazzita e un'America nobile che non appendeva le bandiere al contrario. Il risultato è un film bello, commovente e schematico. L'esatto contrario - una volta di più - di 'Redacted'." (Alberto Crespi, 'L'Unità, 2 settembre 2007)
"Al contrrario del Brian De Palma di 'Redacted' Paul Haggis non vuole manipolare la presunta oggettività delle riprese amatoriali o delle confessioni affidate a You Tube per far passare quella del proprio credo politico. Per l'autore di 'Crash - Contatto fisico' la tragedia della guerra in Iraq può essere affrontata solo con l'integrità morale di un autentico e ispirato autore cinematografico: 'In the valley of Elah' in effetti, ha colpito al cuore per la forza poetica e l'accuratezza stilistica con cui racconta la storia di un veterano alla disperata ricerca del figlio, scomparso misteriosamente subito dopo essere stato rimpatriato dal fronte. Un film potente e certo non facile, sofferto, impeccabile nel suo piglio duro ma rispettoso delle ragioni degli altri, polemico ma compassionevole." (Valerio Caprara, 'Il Mattino', 2 settembre 2007)
Dalle note di regia: "La Bibbia racconta che Golia, ogni giorno, per quaranta giorni, sfidò a combattimento, nella valle di Elah, i guerrieri più forti e valorosi di re Saul, ma che nessuno di loro accettò la sfida. All'improvviso, un giorno, si presentò un giovinetto di nome Davide, che portava del pane, dicendo: 'Combatterò il gigante'. E armato solo di una fionda e di cinque sassi levigati, avanzò per affrontare il gigante, che subito si lanciò alla carica. Davide non si mosse e, dopo avere fatto scoccare la fionda, colpì il gigante. Quello fu certo un atto di incredibile coraggio. La Bibbia, però, tace sul numero di giovinetti valorosi inviati dal re nella valle prima di Davide. Quante storie di giovani eroi sono andate perdute e oggi non vengono raccontate? Questa nostra guerra richiede che vengano prese ogni giorno decisioni al limite dell'impossibile, spesso senza avere nemmeno il tempo di pensare, con esiti a volte positivi e a volte disastrosi. Non mi interessava sapere in che modo le persone non giuste vivono in seguito a decisioni sbagliate. Volevo, invece, sapere come è la vita di una persona giusta che prende le decisioni giuste. Sia che siamo favorevoli o contrari alla guerra, quelle donne e quegli uomini si trovano là perchè noi, e i nostri governi, le abbiamo inviate. Possiamo anche tentare di sottrarci a ogni responsabilità o di prendere le distanze, ma loro sono i nostri soldati, le nostre donne, i nostri uomini e noi siamo responsabili nei loro confronti. Fanno questo per noi. E sempre per noi sopportano quello che viene fatto loro."