Nel lavoro di Sandra

ITALIA 2006
Il documentario mette in evidenza come grazie al lavoro, una rete significativa di affetti e l'aiuto solidale di una associazione come il M.I.T. (Movimento Identità Transessuale) sia possibile, anche per le persone trans, costruirsi un progetto di vita ricco, dignitoso e autonomo.
SCHEDA FILM

Regia: Giangiacomo De Stefano

Attori: Sandra Monducci

Soggetto: Giangiacomo De Stefano

Sceneggiatura: Giangiacomo De Stefano

Fotografia: Claudio Fontanel

Musiche: Enrico Gianstefani

Montaggio: Giangiacomo De Stefano

Durata: 50

Colore: C

Genere: DOCUMENTARIO

Specifiche tecniche: 4:3 LETTERBOX

Produzione: MASSIMILIANO VALLI PER LA PALAZZINA

CRITICA
Dalle note di regia: "Nel lavoro di Sandra parla della realtà trans, dei bisogni e dei diritti negati: da quello al lavoro a quello delle terapie; dal diritto di godere di pari dignità a quello di essere pienamente integrati/e socialmente. La particolarità principale, e più evidente, della condizione transessuale resta la visibilità. Infatti, il transessualismo è una condizione che non può prescindere dal rendersi pubblica, dato che la «rivoluzione estetica» che l'identità transessuale comporta come condizione indispensabile, ha sempre una immediata ricaduta su tutti gli aspetti della vita affettiva, familiare e lavorativa. Entrambe queste specificità esistenziali pongono irrimediabilmente le persone a rischio di discriminazione. Il transessualismo resta tutt'oggi un'esperienza umana pressoché inesplorata e c'è da chiedersi fino a che punto siano soltanto ignoranza e rimozione la causa più profonda dell'esclusione dal mondo del lavoro e dalla vita sociale di tante persone. La storia che Sandra racconta è una storia singolare, perchè essa stessa è una persona originale. Timida e, a differenza di altre trans, meno eclatante. Il suo percorso nel mondo del lavoro è stato lento e costante, ma quello che viene fuori sotto la sua riservatezza è l'orgoglio di avercela fatta, di aver conquistato il rispetto dei suoi colleghi, in maniera silenziosa, ma senza dover rinunciare alla propria singolarità. Senza rinunciare ad essere se stessa". (Giangiacomo De Stefano)