A Napoli l'organizzazione criminale di Rampone, per mezzo di un drappello di scagnozzi capeggiati da Vito, impone a piccoli industriali e a commercianti onerosi pagamenti. Don Francesco Gargiulo, proprietario di un arsenale, tenta di opporsi ma viene piegato da Vito che rapisce suo figlio Marco e ne violenta la fidanzata Maria. Marco, assetato di vendetta, per mezzo di alcune fotografie scattate mentre i malviventi compiono le loro gesta criminali, permette al commissario De Stefani di inchiodare i colpevoli e di costringere le vittime a firmare la denuncia a loro carico. Rampone, però, assolda il terribile killer François e, impone così ai negozianti di ritirare le deposizioni. De Stefani si trova a dover rimettere in libertà tutti i malvivenzi per insufficienza di prove. Questa volta Francesco Gargiulo si decide ad agire e, dopo aver armato tutti quelli che come lui hanno subito ingiustizie, raggiunge Rampone e i suoi mentre stanno festeggiando la liberazione di Vito e degli altri. All'interno di catacombe-cimitero si compie la strage.
SCHEDA FILM
Regia: Alfonso Brescia
Attori: Mario Merola - Francesco Gargiulo, Antonio Sabàto - Vito, Jeff Blynn - Commissario di polizia, Walter Ricciardi - Commissario De Stefani, Benito Artesi - Marco Gargiulo, Liana Trouché - Elvira Gargiulo, Rick Battaglia - Rampone, Ciro Ippolito - Perez, il giornalista, Sabrina Siani, Marina Valadier, Franco Angrisano, Enrico Cesaretti, Antonio Ciarcia, Lucio Montanaro, Enzo Nandi, Ettore Venturini, Alessandro Partexano
Soggetto: Ciro Ippolito
Sceneggiatura: Ciro Ippolito, Piero Regnoli
Fotografia: Luciano Trasatti
Musiche: Eduardo Alfieri
Montaggio: Carlo Broglio
Scenografia: Francesco Calabrese
Costumi: Valeria Valenza
Durata: 90
Colore: C
Genere: DRAMMATICO SCENEGGIATA NAPOLETANA
Specifiche tecniche: PANORAMICO, GEVACOLOR-TELECOLOR
Produzione: CIRO IPPOLITO PER G.P.S.
Distribuzione: IMPEGNO CINEMATOGRAFICO, REAK - GENERAL VIDEO
NOTE
- GLI ESTERNI SONO STATI GIRATI A NAPOLI.
CRITICA
"Privo di idee, questo film di azione banditesca manca anche di quegli spunti che nelle puntate precendenti del duo Merola/Brescia, conferivano una certa nobiltà alla 'sceneggiata napoletana': il folklore partenopeo e il forte senso di umanità. In questa storia infatti, il fatto che don Francesco Gargiulo si decida a impugnare le armi vendicatrici dopo le violenze subite dal figlio e dalla futura nuora è puramente casuale. Anche la tipica figura dello 'scugnizzo' ribelle e simpatico è qui del tutto assente. In effetti, la ben poco credibile trama è soltanto una scusa per trasformare la 'vendetta del padre' in una baraonda di gratuita violenza che fa diventare Napoli una sorta di Hong Kong dei vecchi kung-fu." (Segnalazioni Cinematografiche, vol. 89, 1980)