Nel 1923 a Londra, in una giornata di metà giugno, Clarissa Dalloway, moglie di un deputato alla Camera dei Lords, esce per comprare dei fiori per la festa che darà quella sera e vedrà riuniti nella sua bella casa molti importanti personaggi. Mentre cammina, la sua memoria torna agli eventi di un'estate trascorsa in campagna molti anni prima, quando era giovane e molto corteggiata. In particolare Peter Walsh era innamorato di lei ma non trovava mai il modo giusto per farsi ricambiare e, quando era apparso nella compagnia Richard, destinato ad una brillante carriera politica, aveva capito di essere perdente. Nel corso della giornata, come evocato dal ricordo, Peter, appena tornato dall'India va a trovare Clarissa, e viene invitato alla festa della sera. Intanto, nelle strade di Londra, il giovane Septimus si aggira disperato insieme alla moglie. Traumatizzato dall'esperienza della guerra, Septimus ha perso il controllo di se stesso, ha visioni continue, e la moglie lo accompagna da un medico che, dopo un colloquio, ne ordina il ricovero in ospedale psichiatrico. Ma quando la sera arrivano gli infermieri, Septimus non resiste e si butta dal balcone. L'eco dell'incidente giunge a Clarissa che, non lontano, sta mandando avanti la propria festa. Clarissa riflette sull'episodio, e poi si decide ad andare da Peter per parlare, da soli, degli episodi della loro giovinezza.
SCHEDA FILM
Regia: Marleen Gorris
Attori: Vanessa Redgrave - Clarissa Dalloway, Natascha McElhone - Clarissa da giovane, Michael Kitchen - Peter Walsh, Alan Cox - Peter da giovane, Rupert Graves - Septimus Warren-Smith, Sarah Badel - Sally Selton, Lena Headey - Sally da giovane, John Stunding - Richard Dalloway, Robert Portal - Richard da giovane, Oliver Ford Davies - Hugh Whitbread, Hal Cruttenden - Hugh da giovane, Amelia Bullmore - Rezia Warren Smith, Margaret Tyzack - Lady Bruton, Robert Hardy - Sir William Bradshaw, Richenda Carey - Lady Bradshaw, Selina Cadell - Sig.na Kilman, Katie Carr - Elizabeth Dalloway, Peter Cellier - Lord Lezham, Janet Henfrey - Sig.na Pym, Christopher Staines - Willie, Nancy Nevinson - Sig.Ra Hilberry, Faith Brook - Lady Boxborough, Tony Steedman - Primo Ministro, Jack Galloway - Sir Henry Audley, Edward Jewesbury - Professor Brienhy, Kate Binchy - Ellie Henderson, Neville Phillips - Sig. Wilkins, Denis Lill - Dottor Holmes, Richard Bradshaw - Evans, Amanda Drew - Lucy, Rupert Baker - Joseph Breitkopf, Phyllis Calvert - Zia Helena, John Franklyn-Robbins - Lionel, padre di Clarissa, Alistair Petrie - Herbert
Soggetto: Virginia Woolf
Sceneggiatura: Eileen Atkins
Fotografia: Sue Gibson
Musiche: Ilona Sekacz
Montaggio: Michiel Reeichenwein
Scenografia: David Richens
Costumi: Judy Pepperdine
Altri titoli:
La signora Dalloway
Virginia Woolf's Mrs. Dalloway
Durata: 97
Colore: C
Genere: DRAMMATICO ROMANTICO
Tratto da: romanzo omonimo di Virginia Woolf
Produzione: BAYLY/PARÉ PRODUCTIONS, BBC, COBO, EGMOND FILM & TELEVISION, EUROPEAN CO-PRODUCTION FUND, NEDERLANDS FONDS VOOR DE FILM, NEDERLANDSE PROGRAMMA STICHTING, NEWMARKET CAPITAL GROUP LLC, OVERSEAS FILMGROUP
Distribuzione: LUCKY RED - LUCKY RED HOME VIDEO; DVD: 01 DISTRIBUTION
CRITICA
"Chi ha paura di Virginia Woolf? Non Marleen Gorris che, dopo l'Oscar conquistato per il Belgio con 'L'albero di Antonia', affronta determinata uno dei romanzi fondamentali della scrittrice inglese: 'Mrs. Dalloway' (...). Realizzato da una équipe in larga parte femminile 'Mrs. Dalloway' si studia di seguire la pagina della Woolf nella tecnica narrativa del flusso di coscienza, affidando alla voce fuori campo di Clarissa le riflessioni su ciò che avviene. Reduce da una malattia, delusa, amareggiata, la donna prova la tentazione di lasciarsi cadere su punte di cancello simili a quelle che hanno trafitto Septimus; ma poi, proprio nella morte del giovane, ritrova il senso della vita e della solidarietà. La complessa materia narrativa è ben controllata, la ricostruzione d'epoca accurata (anche se, in questa lindissima Londra, particolari come la mendicante-canterina fanno un po' 'Mary Poppins'). Vanessa Redgrave, che negli anni ha acquistato una certa imponenza pur conservando la fragilità giovanile, è una squisita padrona di casa". (Roberto Nepoti, 'la Repubblica', 12 ottobre 1997)