Lauretosi alla Yale University, il trentenne Theophilus North viene assunto come 'lettore' da James Bosworth, un magnate sofferente di incontinenza. Guarito l'uomo con pasticche alla menta e con un pizzico di psicologia, il giovane entra nelle grazie della famiglia. Chi sembra non apprezzare North è, oltre a Sarah - la figlia del magnate in attesa di diventare erede dei beni paterni - Angus Mac Phearson, il medico di famiglia che non crede ai benefici delle 'medicine' usate dal giovane ed al fluido 'elettrico' che Theophilus possiede e con il quale ha guarito la giovane Elspeth Skell afflitta da una violenta emicrania diagnosticata, dal dottore, come tumore cerebrale. Denunciato quale falso guaritore, North - grazie anche all'intervento di Bosworth - viene assolto e successivamente incaricato da questi di dirigere una Fondazione di liberi pensatori e di uomini di cultura.
SCHEDA FILM
Regia: Danny Huston
Attori: Anthony Edwards - Theophilus North, Robert Mitchum - James Mac Henry Bosw, Anjelica Huston - Persis, Lauren Bacall - Sig.ra Amelia Granston, Harry Dean Stanton - Henry Simmons, Mary Stuart Masterson - Elspeth Skeel, David Warner - Angus Mac Phearson, Tammy Grimes - Sarah, Virginia Madsen - Sally, Hunter Carson - Galloper Skeel, Mark Metcalf - Mr. Skeel
Soggetto: Thornton Wilder - romanzo
Sceneggiatura: Janet Roach, John Huston, James Costigan
Fotografia: Robin Vidgeon
Musiche: David McHugh
Montaggio: Roberto Silvi
Scenografia: Eugene Lee (II)
Arredamento: Sandra Nathanson
Costumi: Rita Riggs
Durata: 95
Colore: C
Genere: COMMEDIA
Specifiche tecniche: NORMALE
Tratto da: romanzo "Theophilus North" di Thorton Wilder
Produzione: HERITAGE ENTERTAINMENT INC.
Distribuzione: ARTISTI ASSOCIATI INTERNATIONAL
NOTE
- IL FILM E' STATO PRESENTATO FUORI CONCORSO AL FESTIVAL DI VENEZIA 1988, NELLA SEZIONE 'EVENTI SPECIALI'.
CRITICA
"Chiamato nello scorso settembre a chiudere fuori concorso la Mostra di Venezia, il film rappresenta, come dicemmo, un esordio all'acqua di rose, perché anche la critica sociale appartiene al repertorio dell'amabile commedia, e l'ottimismo che lo percorre, insieme col finale appello al Sapere e alla Conoscenza, custodisce la morale della favola senza grande novità. E' vero peraltro che Danny Huston mette le mani avanti quando nega di voler imporre un suo stile personale e comunicare al mondo chissà quali verità artistiche. 'Sono un artigiano e fabbrico storie', dice con sana umiltà questo figlio di John Huston. Accreditiamogli allora qualche osservazione sui costumi dell'epoca e la recitazione. Non tanto di Anthony Edwards (già visto in 'Top Gun', che pure fa il protagonista, quanto delle due vecchie glorie Robert Mitchum e Lauren Bacall." (Giovanni Grazzini, 'Il Corriere della Sera', 30 Novembre 1988)
"Nel settembre scorso a Venezia dove 'Mr North' fu presentato nella sezione Eventi Speciali, il giovane Huston dichiarò di essere stato attratto nel romanzo dal suo buon senso, ritmo, dialogo. Presi i suoi ingredienti a uno a uno, tutto funziona nel film: l'ambientazione (gli anni Venti nell'aristocratica Newport), l'esile 'plot' (la storia di un giovanotto stravagante che possiede la capacità di emettere potenti scariche elettrostatiche, gira il mondo in cerca di esperienze e vuol mantenersi libero, pur mettendosi al servizio dei ricchi); il protagonista (Anthony Edwards, incontrato in 'Top Gun') e gli altri interpreti prestigiosi (Mitchum, Anjelica Huston, Lauren Bacall, Harry Dean Stanton), la capacità di far lievitare un ritratto sociale da un contesto di commedia frivolmente eccentrica." (Morando Morandini, 'Il Giorno', 25 Novembre 1988)
"Tutto qui. Con modi spesso allegri anche se, a volte troppo inclini alla farsa, come in una lunga scena in cui North viene inseguito per tutta la città da un nugolo di gente che vuol farsi guarire. Con accenti, in altri momenti, a metà fra il sentimentale e il retorico, quando il protagonista, oltre a innamorarsi di qualche cameriera, predica l'uguaglianza negando la legge delle classi. E con una tale ingenuità nel disegno dei caratteri e nella costruzione dei fatti da chiedersi stupiti non solo come possano derivare da Thornton Wilder ma come possano essere stati poi accolti dallo stesso John Huston che, evidentemente solo per compiacere il figlio, aveva firmato, forse leggendola appena, la sceneggiatura. E comunque nel film doti di intrattenimento non mancano e non si può non riconoscere all'esordiente Danny Huston di averle spesso favorite con un certo impegno: nell'ambientazione soprattutto - degli anni Venti di qualche sapore - e nella direzione degli interpreti. Pur con molti limiti." (Gian Luigi Rondi, 'Il Tempo', 18 Novembre 1988)