La vita di Longfellow Deeds, poeta per diletto e proprietario di una pizzeria nella tranquilla cittadina di Mandrake Falls, sta per cambiare. Un lontano parente gli ha lasciato un'eredità di diversi milioni di dollari più un impero editoriale, una squadra di football, una di basket e un elicottero. Immediatamente si fanno sotto i vari avvoltoi che tentano di prendere una fetta della 'torta' e non mancano di certo i giornalisti alla ricerca di scoop, tra cui la reporter Babe Bennett. Con l'aiuto del suo fidato maggiordomo Emilio, Deeds scoprirà che i soldi possono cambiare tante cose ma non è detto che debbano cambiare lui.
SCHEDA FILM
Regia: Steven Brill
Attori: Adam Sandler - Longfellow Deeds, Winona Ryder - Babe Bennett/Pam Dawson, John Turturro - Emilio, Il Maggiordomo, Steve Buscemi - Crazy Eyes, Jared Harris - Mac Mcgrath, Peter Gallagher - Chuck Cedar, Allen Covert - Marty, Caonchata Ferrell - Jan, Roark Critchlow - William, Peter Dante - Murph, Harve Presnell - Blake, J.B. Smoove - Reuben, Erick Avari - Cecil Anderson, Derek Hughes - Cameriere, Gideon Jacobs - Jimmy, Brandon Molale - Kevin Ward
Soggetto: Clarence Budington Kelland, Robert Riskin
Sceneggiatura: Tim Herlihy
Fotografia: Peter Lyons Collister
Musiche: Teddy Castellucci, Natalie Imbruglia
Montaggio: Jeff Gourson
Scenografia: Perry Andelin Blake
Costumi: Ellen Lutter
Effetti: Full Scale Effects Inc., Jeff Miller, Jeremy Hays, Chad Baalbergen
Altri titoli:
DEEDS
MISTER DEEDS
Durata: 96
Colore: C
Genere: ROMANTICO COMMEDIA
Tratto da: RACCONTO "OPERA HAT" DI CLARENCE BUDINGTON KELLAND E DALLA SCENEGGIATURA DI ROBERT RISKIN DEL FILM "E' ARRIVATA LA FELICITA' " (1936) DIRETTO DA FRANK CAPRA
Produzione: COLUMBIA PICTURES CORPORATION, HAPPY MADISON PRODUCTIONS, NEW LINE CINEMA, OUT OF THE BLUE... ENTERTAINMENT
Distribuzione: COLUMBIA TRISTAR ITALIA
Data uscita: 2003-02-07
CRITICA
"Ci voleva un bel coraggio a fare il remake di 'E' arrivata la felicità' di Frank Capra (1936). Però Hollywood non arretra davanti a nulla e rivolta la giacca, a suo tempo indossata con eleganza da Gary Cooper, per Adam Sandler, che ci fornisce l'ennesima versione del suo personaggio regressivo di bambinone idealista alle prese col cinismo del mondo. Eppure Adam ha dimostrato che, se a dirigerlo, c'è un regista vero, sa fare ben di meglio: vedere - per credere - 'Punch - Drunk Love' di Paul Thomas Anderson". (Roberto Nepoti, 'la Repubblica', 8 febbraio 2002).
"Dovrebbe essere il primo comandamento del cinema: mai fare remakes di capolavori. Altrimenti succede che un regista sportivo disneyano, Steven Brill, si metta in gara con Frank Capra con una nuova, inutile, irritante versione di 'E' arrivata la felicità', commedia sociale new deal del '36, mutilandola dell'essenziale sequenza finale del processo. E in cui l'infantile Adam Sandler, somigliante a Taricone è una mediocre caricatura new age di Gary Cooper nel ruolo del picchiatello, qui poeta e pizzaiolo del New Hampshire, che eredita una fortuna ma la rifiuta, tornando in provincia con la cinica giornalista redenta e un miliardo di dollari per gradire. 'Mr. Deeds', commedia fracassona e senza humour con il suo retorico buonismo fuori tempo massimo, fa acqua da ogni parte: il dialogo è smunto, le origini sociali sepolte sotto un muro di banalità nuovayorkesi e i gag vengono ripetuti cinque volte ciascuno. Più che Winona Ryder si fanno ammirare in grottesche apparizioni Turturro e Buscemi". (Maurizio Porro, 'Corriere della Sera', 8 febbraio 2003)
""Fiaba newyorkese paradossale e sfacciatamente edificante sul sempliciotto provinciale travolto dall'avidità del mondo moderno, ispirata al film di Frank Capra 'E' arrivata la felicità', Oscar nel '36, che contava su Gary Cooper, elegante e innocente, e su finale logico. La volgarità del personaggio, che spacca chi lo irride e ama come un grullo la prima che si presenta, sconta la scarsa energia dell'interprete Sandler, uscito dal Saturday Night Live televisivo. E' curiosa la relazione un po' grottesca con il maggiordomo nella dimora dello zio deceduto. Ma soltanto i bambini, o chi si chiude il cervello al di sotto del minimo consentito, possono apprezzare le scenette del funerale col cadavere rinsecchito o il ritorno nel villaggio. L'idealismo di Capra era pertinente a una società ormai scomparsa". (Silvio Danese, 'Il Giorno', 8 febbraio 2003)