Movimenti notturni

Tapage nocturne

FRANCIA 1979
Solange è una giovane donna sui 25 anni, cineasta di professione, con un marito vero ed uno falso, con una figlioletta di cui non si capisce chi sia il padre, con un discreto numero di amanti con i quali fa l'amore più volte al giorno pur provando un profondo ribrezzo per il maschio. In questa sua sfrenata ricerca del piacere fino al fondo dell'abiezione (non si sa bene se per perdersi o per interrogarsi sulla propria identità), una prima volta la donna crede di innamorarsi di un attore bi-sex poco concludente e una seconda volta sembra scoprire la vera felicità con un collega regista per il semplice fatto che la fa passare dal ruolo di soggiogatrice del maschio al ruolo di soggiogata...
SCHEDA FILM

Regia: Catherine Breillat

Attori: Dominique Laffin - Solange, Marie Helene Breillat - Emmanuelle, Bertrand Bonvoisin - Bruno, Joe Dallesandro - Jim, Dominique Basquin - Dorothée, Daniel Langlet - Bruel, Bruno Devoldère - Marito, Bruno Grimaldi - Frédéric, Georges Mansart - Gérard, Pascal Tristant - David, Maud Rayer - Léna, Hubert Drac - Regista, Annie Charrier - Annie, Gérard Lanvin - Tipo, Madeleine Gelati - Vecchia signora, Norma Giulicchi - Catherine, Georges Brozek, Jerome Tubiana, Jean-Claude Binoche

Soggetto: Catherine Breillat

Sceneggiatura: Catherine Breillat

Fotografia: Jacques Boumendil

Musiche: Serge Gainsbourg

Montaggio: Annie Charrier

Scenografia: Dominique Antony

Costumi: Sylvie Gautrelet

Altri titoli:

Nocturnal Uproar

Juego nocturno

Durata: 93

Colore: C

Genere: DRAMMATICO

Specifiche tecniche: 35 MM

Produzione: AXE FILMS, FRENCH PRODUCTIONS

Distribuzione: GAUMONT (1980)

CRITICA
"Un film, senza consistenza, sugli stati d'animo di una donna che si crede intellettuale ma vive di soli istinti sessuali. I dialoghi per la più parte sono inintelligibili, e di maniera per quelli che si riesce a capire in una interpretazione squallida e non convincente. La povertà cinematografica di questo film si evidenzia anche per la assenza di regia: gli attori si muovono secondo il proprio umore o il proprio talento e così si passa dalla farsa boulevardiana alla commedia psicologica e seconda che entri in scena il marito o l'amante". ('Segnalazioni cinematografiche', vol. 94, 1983)