Il film ripropone con grande fedeltà le vicende dell'Esodo. Il faraone Ramsete attua una politica genocida contro il popolo di Israele. Perché non venga trovato ed ucciso, Mosè viene posto in un cesto di vimini dalla sorella Miriam ed affidato alle acque del Nilo. Il bambino viene raccolto e adottato dalla figlia del Faraone. Diventato adulto, il "Principe Mosè" è incaricato di sorvegliare i lavori degli Ebrei. Si ribella alla vista delle angherie cui questo popolo viene sottoposto e la sua reazione arriva sino ad uccidere, senza volerlo, un Egiziano. Costretto a fuggire dal paese, trova ospitalità presso Jethro, sacerdote di Madian, alle falde del monte Horeb. Ne sposerà poi la figlia Sefora, da cui avrà Gerson. Alle pendici dell'Horeb, fa la esperienza del Dio di Abramo, Isacco e Giacobbe", che gli parla dal roveto ardente. Tornato in Egitto, si scontrerà, insieme con Aronne, contro il Faraone che non vuol lasciare libero il popolo di Israele. Dieci terribili calamità si abbatteranno sull'Egitto. Finalmente il 14 di Nisan, dopo aver sacrificato l'Agnello, gli Ebrei potranno lasciare la terra di schiavitù. Il mare, sotto la spinta di un vento robusto, si aprirà al loro passeggio; si richiuderà poi e travolgerà gli inseguitori Egiziani. Mosè potrà condurre così il popolo d'Israele lungo il deserto, tra ribellioni interne, marce estenuanti ed incessanti attacchi esterni, fino al Sinai. Ivi sigillerà il Patto tra il Dio Vivente ed il Suo Popolo. Morirà in vista della terra promessa. Giosuè potrà finalmente prendere possesso di Canaan, la terra "ove scorre latte e miele".
SCHEDA FILM
Regia: Gianfranco De Bosio
Attori: Burt Lancaster - Mosè, Anthony Quayle - Aronne, Ingrid Thulin - Miriam, Irene Papas - Sefora, la moglie di Mosè, Aharon Ipalé - Giosuè, Joseph Shiloach - Dathan, Marina Berti - Eliseba, moglie di Aronne, Samuel Rodensky - Jethro, Mariangela Melato - La principessa Bithia, Laurent Terzieff - Mernefta, il faraone, Mario Ferrari - Ramsete II, Bill Lancaster - Mosè bambino, Jacques Herlin - Il mago, Galia Kohn - Miriam bambina, Michele Placido - Caleb, Umberto Raho - Ministro, John Francis Lane - Consigliere del faraone
Soggetto: Anthony Burgess, Vittorio Bonicelli, Bernardino Zapponi, Gianfranco De Bosio
Sceneggiatura: Anthony Burgess, Vittorio Bonicelli - anche dialoghi, Bernardino Zapponi, Gianfranco De Bosio
Fotografia: Marcello Gatti, Otello Spila - operatore
Musiche: Ennio Morricone
Montaggio: Gerry Hambling, Peter Boita, John D. Guthridge, Freddie Wilson, Alberto Gallitti
Scenografia: Pier Luigi Basile
Arredamento: Enrico Fiorentini
Costumi: Enrico Sabbatini
Effetti: Mario Bava - regia, Adriano Pischiutta
Aiuto regia: Francesco Cinieri, Lamberto Bava - seconda unità
Seconda unità: Angelo Filippini - fotografia, Federico Del Zoppo - fotografia, operatore
Altri titoli:
Moses the Lawgiver
Mosè, la legge del deserto
Durata: 141
Colore: C
Genere: BIBLICO
Specifiche tecniche: VISTAVISION, TECHNICOLOR
Tratto da: ispirato alla "Bibbia"
Produzione: VINCENZO LABELLA PER NEMEA FILM, RAI TV (ROMA), ITC (LONDRA)
Distribuzione: FAR - SAN PAOLO AUDIOVISIVI, EDITRICE LA SCUOLA
NOTE
- PRESENTATO IN TV IN UN'EDIZIONE LUNGA DIVISA IN SETTE PARTI DELLA DURATA DI CIRCA 60' L'UNA, IN ONDA DAL 22 DICEMBRE 1974 AL 2 FEBBRAIO 1975.
CRITICA
"Film che ricostruisce in modo semplice ed insieme vigoroso, le vicende dell'Esodo, legate alla esperienza religiosa e alla personalità di Mosè. Nella prima parte, l'incontro misterioso con Jahvé nel roveto ardente è la chiave di volta per trasformare il 'principe Mosè' in liberatore del Popolo. Nella seconda parte, invece, la complessità degli elementi è più evidente. Le stragi che il popolo opera dei nemici, la pena capitale decretata per chiunque trasgredisca la legge, esigono una precisa conoscenza storica della mentalità del tempo e delle particolari condizioni in cui Israele si trova ad operare. La esigenza di presentare l'Esodo ad un vasto pubblico (anche televisivo) hanno fatto accentuare l'aspetto puramente terreno e politico del messianesimo mosaico, con colorazioni nazionalistiche della promessa di Dio." ('Segnalazioni cinematografiche', vol. 81, 1976)
"In televisione era un racconto solenne, fluviale, a tempi lunghi, con abbondanti indugi nei dettagli, mentre il film procede per episodi resi più svelti e sintetici, con qualche perdita di risvolti meditativi, ma con notevole vantaggio per il ritmo: il che contribuiisce a conferire alla storia cinematografica una dimensione (...) meno spirituale e più spettacolare e avvnturosa." (Ugo Buzzolan, "La Stampa", 14 gennaio 1977)