Ida Nudel, un'ebrea russa scienziata e letterata, esasperata per l'antisemitismo del patrio governo, chiede di espatriare per recarsi in Israele con il compagno Juli e la sorella Elena. Juli ed Elena ottengono facilmente il visto di espatrio, che invece a lei viene negato. Ida nasconde coraggiosamente la verità ai due familiari, per consentire loro di emigrare, e anzi li accompagna fino al confine, slanciandosi dal treno all'ultimo momento. Il 21 giugno 1978, in seguito a una manifestazione di donne ebree in difesa dei propri diritti, cui Ida partecipa con personale passione, viene arrestata e condannata per "teppismo aggravato" a quattro anni di lavori forzati in Siberia, in un campo per soli uomini, nel quale subisce ogni umiliazione. Nel 1982, al termine della condanna, trova a Mosca la casa confiscata e si vede costretta ad errare senza permesso di residenza, finché trova rifugio come lavandaia di povera gente in una baracca sperduta fra la neve del villaggio di Bendery, a cento chilometri da Mosca, dove nel 1984 è raggiunta clandestinamente da due giornalisti europei, che ne filmano una breve intervista, raccogliendo il suo disperato appello in difesa della libertà.
SCHEDA FILM
Regia: Mauro Bolognini
Attori: Aurore Clément - Elena, Saverio Vallone, Liv Ullmann - Ida Nudel, Carmen Scarpitta, Daniel Olbrychski - Juli, Anna Galiena, Nino Fuscagni, Stefano Davanzati, Toni Orlando, Francesca Ciardi
Soggetto: Marcello Andrei, Enrico Roseo
Sceneggiatura: Eric Bercovici, Nicola Badalucco, Lucia Drudi Demby, Robert Balchus, Mauro Bolognini
Fotografia: Ennio Guarnieri
Musiche: Ennio Morricone
Montaggio: Nino Baragli
Durata: 101
Colore: C
Genere: DRAMMATICO
Specifiche tecniche: NORMALE A COLORI
Produzione: ROSEO FILM
Distribuzione: ISTITUTO LUCE INC (1987) - DOMOVIDEO
NOTE
DAVID DI DONATELLO 1987 PER MIGLIORE ATTRICE STRANIERA A LIV ULLMANN.
CRITICA
Film italiano che si cimenta col dissenso nell'URSS, ha la forma e il tragitto di un calvario (la lotta vana del potere per piegare la resistenza di un individuo). Paradossalmente, è un sommesso Bolognini diretto da una grande Ullmann. (Laura e Morando Morandini, Telesette)
La storia è vera, il film non tanto. Nonostante la intensa interpretazione di Liv Ullmann, Bolognini non riesce assolutamente a entrare in sintonia con l'argomento, limitandosi a compilare un pron tuario di facili sentimenti con la scusa dell'attualità sociale e politica. Un titolo migliore: "Mauro addio". (Francesco Mininni, Magazine italiano tv)