MIRACLES

USA 1985
Roger e Jean, lui medico, lei avvocato, hanno appena divorziato, quando al termine di uno spettacolare incidente d'auto per le vie di New York, vengono presi in ostaggio da un criminale che ha appena svaligiato una banca. Coinvolti nell'avventurosa fuga del losco individuo, si ritrovano in Messico, e in seguito fra i selvaggi di una foresta. Costretti a lottare insieme per uscire dai guai e senza mai smettere di litigare, dopo molte peripezie riescono a fuggire. Salvi e liberi, miracolosamente convinti d'esser fatti uno per l'altro, si risposano per tornare insieme, felici e rissanti.
SCHEDA FILM

Regia: Jim Kouf

Attori: Erika Faraon, Alvaro Gargano, Teri Garr - Jean, Zaide Silvia Gutiérrez, Christopher Lloyd, Paul Rodriguez, George Reynoso, Paco Morayta, Jorge Russek, Tom Conti - Roger

Soggetto: Jim Kouf

Sceneggiatura: Jim Kouf

Fotografia: John Alcott

Musiche: Peter Bernstein

Montaggio: Susan E. Morse, Dennis Virkler

Durata: 91

Colore: C

Genere: COMMEDIA

Specifiche tecniche: PANORAMICA A COLORI

Produzione: STEVE ROTH BERNARD WILLIAMS

Distribuzione: CDI (1986) - COLUMBIA TRISTAR HOME VIDEO

CRITICA
"Commedia spiritosa senza spirito, 'Miracles' vorrebbe divertirci mostrandoci due ex innamorati che recuperano l'amore perduto in condizioni poco consone al loro stile di vita e al loro comune sentimento della mondanità ma il gioco si spegne quasi subito nella banalità di una sceneggiatura che sembra ricalcata su mille altre, e su peripezie che dovrebbero essere indiavolate e sembrano invece al rallentatore. Quando lui si bagna è come se vedessimo di fianco, sul set l'assistente che gli butta una secchiata d'acqua addosso, e così quando casca la noce di cocco, eccetera. Per dire, insomma, che il film è il festival della trovata meccanica, appena appena qua e là spruzzata di qualche panorama da Club Mediterranèe. Spulciando tra il dialogo, non si salvano più di due battute, ma in compenso ridono molto tra di loro, con isteria i due interpreti: un Tom Conti che rischia, andando avanti così, di dilapidare il meritato patrimonio di stima e simpatia conquistato con il film come 'Furyo' e 'Reuben Xeuben' e una Teri Garri, scoperta da Coppola, che ora fa la leziosa in stile televisivo casalingo, rendendo poco sopportabile il capriccio femminile. Insomma non sono Cary Grant, nè Katharine Hepburn. E il film non fa miracoli: anche se uno stregone, per caso..." (Maurizio Porro, 'Il Corriere della Sera', 14 Ottobre 1986)

"Diretto dell'esordiente Jim Kouf, che prima di girare questa commedia ha scritto e prodotto parecchia televisione, 'Miracles' resta in bilico fra i tempi (e i modi) del cinema e della televisione senza trovare un suo equilibrio originale. Il titolo viene dai piccoli avvenimenti in apparenza casuali che si susseguono provocando puntualmente conseguenze macroscopiche durante gli spostamenti dei protagonisti. L'abuso di strizzate d'occhio e citazioni da cineteca e tipico invece di certo cinema contemporaneo, ed è un po' l'altra faccia dell'iperscolarizzazione cinematografica Usa. Tom Conti e Teri Garr in ogni modo sono una coppia che ci si augura di ritrovare insieme. E Teri Garr, oltre che spiritoso, qui si rivela anche sexy." ('Il Messaggero', 25 Febbraio 1987)

"Scritto e diretto da Jim Kouf, 'Miracles' narra le disavventure di un medico e di un avvocato penalista capitati per caso il giorno del divorzio sul luogo di una rapina. Presi in ostaggio e successivamente caricati su un aereo sotto le raffiche di mitra della polizia, marito e moglie vengono poi abbandonati in volo perché i due malviventi si gettano col paracadute dopo aver constatato che il carburante sta per finire. (...) Concepito come un conte philosophique, Miracle, illustra un susseguirsi di strani accadimenti dove le cattive intenzioni dei personaggi sortono spesso effetti positivi. Interpretato da Tom Conti e Teri Garr, e ravvivato dalle follie di due beceri dinamitardi, il film difetta nella scelta dei tempi narrativi, nei raccordi e nella difficoltà di allestire gag cumiche. In bilico tra slapstick e melodramma, e servito dalle musiche di Peter Bernstein e dalla fotografia di John Alcott, il racconto è scanzonato e simpatico, spigliato nel linguaggio, ma privo di grinta." ('la Repubblica', 27 Febbraio 1987)