Minions

3/5
Lo spinoff che tutti aspettavano è un insieme autocelebrativo di gag. Ma il film dov'è?

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USA 2014
Partendo da organismi gialli unicellulari, i Minion si sono evoluti attraverso i secoli, perennemente al servizio del più spregevole dei padroni. Continuamente senza successo nel preservare questi maestri, dal T-Rex a Napoleone, ora i Minion sono senza qualcuno da servire e sono caduti in una profonda depressione. Ma un Minion di nome Kevin ha un piano, e lui - insieme all'adolescente ribelle Stuart e all'adorabile piccolo Bob - decide di avventurarsi nel mondo per trovare un nuovo capo malvagio da seguire per sé e i suoi fratelli. Il trio si imbarca così in un viaggio emozionante che li condurrà alla loro prossima potenziale padrona, Scarlet Overkill, la prima super-cattiva al mondo. Un viaggio che li porterà dalla gelida Antartide alla New York City del 1960, fino ad arrivare a Londra, dove dovranno affrontare la loro sfida più grande: salvare tutti i Minion dall'annientamento.
SCHEDA FILM

Regia: Pierre Coffin, Kyle Balda

Soggetto: Ken Daurio - personaggi, Cinco Paul - personaggi

Sceneggiatura: Brian Lynch

Musiche: Heitor Pereira

Montaggio: Claire Dodgson

Scenografia: Eric Guillon

Altri titoli:

I Minion

Durata: 91

Colore: C

Genere: ANIMAZIONE

Specifiche tecniche: 3D

Tratto da: personaggi creati da Ken Daurio e Cinco Paul

Produzione: ILLUMINATION ENTERTAINMENT

Distribuzione: UNIVERSAL PICTURES INTERNATIONAL ITALY

Data uscita: 2015-08-27

TRAILER
NOTE
- PRODUTTORE ESECUTIVO: CHRIS RENAUD.

- VOCI DELLA VERSIONE ORIGINALE: SANDRA BULLOCK (SCARLETT OVERKILL), JON HAMM (HERB OVERKILL), MICHAEL KEATON (WALTER NELSON), ALLISON JANNEY (MADGE NELSON), STEVE COOGAN (PROFESSOR FLUX/GUARDIA DELLA TORRE), JENNIFER SAUNDERS (LA REGINA), GEOFFREY RUSH (NARRATORE), PIERRE COFFIN (KEVIN, BOB, STUART E ALTRI MINIONS).

- VOCI DELLA VERSIONE ITALIANA: LUCIANA LITTIZZETTO (SCARLETT STARMINATOR), FABIO FAZIO (HERB STARMINATOR), ALBERTO ANGELA, RICCARDO ROSSI, SELVAGGIA LUCARELLI.
CRITICA
"Il film (...) funziona commercialmente, ma dietro quel giallo c'è una storia, dei caratteri, una drammaturgia paragonabile per rimanere in tono ai Simpson o che? No, l'ora e mezza dei 'Minions' passa da una gag - più o meno riuscita - all'altra senza soluzione di continuità, e senza un pensiero: i Minions sono un logo, una cosa da vendere più che da vedere, e la loro ricerca mondiale del cattivo più cattivo di tutti imbarca correttezza politica a palate. In realtà, il titolo veritiero sarebbe un altro: non 'Minions', ma 'Paraculissimi Noi'." (Federico Pontiggia, 'Il Fatto Quotidiano', 27 agosto 2015)

"Un conto è la ciliegina sulla torta, un altro un pasto fatto di sole ciliegine. Se nei 'Cattivissimo me' uno e due i Minions si rivelavano spassosi con le loro apparizioni estemporanee qui, nel film a loro dedicato, i personaggini ripetono per tutto il tempo zuccherosità e carinerie, a volte anche esilaranti, senza che il loro destino trovi uno sbocco narrativo convincente. (...) tutto rimanendo nell'ambito dell'entertainment puro, del facile e un po' prevedibile sfruttamento di personaggi ormai entrati nelle simpatie del pubblico." (Luca Raffaelli, 'La Repubblica', 27 agosto 2015)

"(...) le gag non mancano; ad arrancare è una trama, arricchita da insopportabile voce narrante iniziale, che non li valorizza come meriterebbero, lasciando sui titoli di coda la sensazione di aver assistito ad un'opera incompiuta. Non aiuta il fatto che i gialli Minions siano esserini non parlanti, che comunicano solo attraverso uno strano lessico che pesca da (pochi) vocaboli (spesso incomprensibili) di tutto il mondo. Un conto è farlo per poche scene, altro per novanta minuti. (...) Il plot è un pretesto per assemblare una serie di scenette, non tutte riuscite, dove siano gli anarchici piccoletti a farla da padrone, insieme al nonsense. Eppure, pur con qualche risata, più tenera che comica, rimane forte la convinzione che il loro posto sia inevitabilmente solo nella saga, riuscita, di 'Cattivissimo Me'. Questo è stato un tentativo onesto di valorizzarli. Che resti tale, però." (Maurizio Acerbi, 'Il Giornale', 27 agosto 2015)