Due emigrati italiani in Australia, il grosso e maldestro Parsifal e il suo amico Dino licenziati dal cantiere in cui lavoravano vengono ingaggiati da Wang proprietario di un ristorante cinese di Sidney, il quale li incarica, per centomila dollari, di riportargli il figliolo, Men-Chu rapito dalla madre, Mig-Not, e custodito nell'abitazione di Ming, maestro di Kung-Fu a Hong Kong. Raggiunta questa città, Parsifal e Dino devono subito vedersela con gli uomini di costui, i quali, però, capeggiati dall'incapace Fan-Ku, sono regolarmente messi in fuga dai robusti pugni di Parsifal. Prova e riprova, tuttavia Fan-Ku riesce finalmente a far prigionieri gli italiani e due hostess loro amiche. Condotti nell'abitazione di Ming, Parsifal e Dino sono costretti ad affrontare la sua guardia del corpo sulla quale hanno facilmente la meglio. Vista la mala parata. Ming - che dietro la facciata di insegnante di arti marziali nasconde una lucrosa attività di contrabbandiere - fugge con Mig-Not e Men-Chu portando con se tre vasetti di ciliegie nella quali, al posto dei noccioli, sono celate altrettante perle nere. Parsifal e Dino, però, raggiungono il contrabbandiere gli impediscono di partire col suo aereo privato e lo consegnano alla polizia. Per avere le perle, gli agenti dovranno aspettare, tuttavia, che Persifal e Men-Chu digeriscano tutte le ciliegie, incautamente mangiate.
SCHEDA FILM
Regia: Giovanni Simonelli, Antonio Margheriti
Attori: Luciano Pigozzi, Fred Harris, Chang Lee, Robert Luao, Renzo Marignano, Jolina Mitchell, George Wang, France Nuyen, Suwe Chang, Giorgio Dolfin, Alberto Terracina
Soggetto: Sergio Donati, Luciano Vincenzoni
Sceneggiatura: Antonio Margheriti, Giovanni Simonelli
Fotografia: Luciano Trasatti
Musiche: Carlo Savina
Montaggio: Mario Morra
Durata: 105
Colore: C
Genere: AVVENTURA
Specifiche tecniche: CINESCOPE GEVACOLOR
Produzione: CHAMPION
Distribuzione: UA EUROPA
CRITICA
Mediocre film di karatè, la vicenda fonda la sua "comicità" sull'uso sistematico del doppio senso e della scurrilità appena mascherata. Seppure senza spargimento di sangue, inoltre, il film finisce per esaltare egualmente quella violenza il cui uso vorrebbe mettere in burla. (Segnlazioni Cinematografiche).