Yvan è un giornalista sportivo e vive da qualche anno con Charlotte che fa l'attrice. Tutto sembra andare bene finché Yvan non comincia ad essere roso dal tarlo della gelosia, soprattutto dopo essere stato messo in guardia da Georges, un vecchio amico di sua sorella. Prende subito l'Eurostar per andare a parlare con Charlotte che sta girando un film a Londra, ma lei non vuole sacrificare la sua carriera. Yvan torna a Parigi e va subito da sua sorella Nathalie che giudica banali i problemi del fratello in confronto ai suoi. Suo marito non è ebreo come lei e devono decidere se circoncidere o no il bambino che aspettano. Yvan allora si iscrive a una scuola di teatro per cercare di comprendere gli attori e lì incontra Geraldine che si invaghisce di lui. In più Yvan si rende conto che tutte le giovani attrici sono innamorate dell'attore che sta girando il film con Charlotte, per cui si precipita di nuovo a Londra dove la moglie gli confessa che c'è qualcosa tra lei e John. Tornato a Londra assiste alla rappresentazione di "Des acteurs de bonne foi" di Marivaux e capisce quello che sta vivendo la moglie. Ma, come tutti gli innamorati, si ritroveranno in tempo.
SCHEDA FILM
Regia: Yvan Attal
Attori: Charlotte Gainsbourg - Charlotte, Yvan Attal - Yvan, Terence Stamp - John, Noémie Lvovsky - Nathalie, Laurent Bateau - Vincent, Keith Allen - David, il regista, Jo McInnes - Assistente di David, Ludivine Sagnier - Geraldine, Lionel Abelanski - Georges, Annette Hazanavicius - Madre di Ivan, Marie Denarnaud - Colette, Jean Rachid - Blaise, Cecile Guignet - Lisette, Pascal Rénéric - Merlin, Valerie Leboutte - Ragazza sexy, Edith Perret - Insegnante di teatro, Jean Abelanski - Padre di Ivan
Soggetto: Yvan Attal
Sceneggiatura: Yvan Attal
Fotografia: Rémy Chevrin
Musiche: Brad Mehldau
Montaggio: Jennifer Augé
Scenografia: Katia Wyszkop
Costumi: Jacqueline Bouchard
Effetti: Frederic Moreau, Pierre Blain
Altri titoli:
My Wife Is an Actress
Durata: 95
Colore: C
Genere: COMMEDIA
Produzione: RENN PRODUCTIONS, CNC, KATHARINA, LA STUDIO CANAL+, TF1 FILMS PRODUCTIONS
Distribuzione: LUCKY RED
Data uscita: 2003-02-21
NOTE
- ESORDIO ALLA REGIA DI YVAN ATTAL.
- REVISIONE MINISTERIALE 14 FEBBRAIO 2003.
CRITICA
"Inconvenienti, due. Il modo di parlare delle commedie francesi, rapido come raffiche di mitragliatrici, con le battute affastellate a grande velocità e ritmo sveltissimo, nella lingua differente del doppiaggio italiano diventa per metà ridicolmente petulante e per metà difficilmente comprensibile. E Charlotte Gainsbourg, che ha sempre basato il suo fascino sul contrasto fra la faccia irregolare o bruttina e il corpo molto attraente, qui è presentata dal regista suo compagno in maniera da apparire più bella: arriva soltanto a essere banalmente caruccia, ed è un peccato". (Lietta Tornabuoni, 'La Stampa', 21 febbraio 2003)
"'Ma faranno sul serio?' (...) Su questa pruriginosa curiosità, che comunque riguarda elementi non secondari nel funzionamento del divismo, si basa interamente il film diretto e interpretato da Yvan Attal, nel ruolo di un cronista sportivo consorte di un'attrice, il quale a poco a poco matura una malsana gelosia nei confronti dei colleghi impegnati in ruoli erotici con lei, e soprattutto verso l'attempato John. Lo spunto poteva bastare al massimo per un corto, e infatti la vicenda si ripete un po' e c'è una trama secondaria abbastanza inutile. Attal è un po' un franciosetto tutto mossette e maglie con le maniche lunghe. Ma la confezione è di alto livello, e Charlotte Gainsbourg non cessa di essere uno schianto. Da segnalare per par condicio una bizzarra scena, un po' alla Pozzetto ma divertente, con una troupe che lavora senza vestiti, e in cui viene esibita una inconsueta varietà di nudi frontali maschili". (Emiliano Morreale, 'Film Tv', 25 febbraio 2003)
"Interpretato da una vera coppia, 'Mia moglie è un'attrice' sfrutta bene il gioco delle ambiguità. Chiaro che Yvan Attal, anche regista, non sta parlando di sé e di sua moglie Charlotte Gainsbourg (meno vistosamente sexy di quanto il ruolo vorrebbe). Ma come dice lui stesso, 'ci sono due modi di recitare: fabbricarsi una maschera o lasciarla cadere'. Inoltre i nomi sono i loro, molte situazioni sanno di vita vera. E il contrappunto 'di famiglia' dona a questa acuta commedia sull'essere e l'apparire un'andatura scanzonata da Woody Allen parigino. Sul finale magari il gioco si sfrangia, ma la scena del nudismo sul set è da antologia". (Fabio Ferzetti, 'Il Messaggero', 21 febbraio 2002)
"Scritta, diretta e interpretata da Yvan Attal, una commediola che non va oltre l'idea iniziale. Il duetto tra i due protagonisti, compagni nella vita, manca di convinzione; un po' meglio quello tra la sorella e il marito, che litigano sulla circoncisione del pupo in arrivo". (Roberto Nepoti, 'la Repubblica', 22 febbraio 2003)
"Cinema nel cinema. Al quadrato. Yvan Attal, autore e attore, è davvero sposato con Charlotte Gainsbourg, come nel film, e nel ruolo della sorella c'è Eoémie Lvovsky che si dibatte sulla circoncisione ed è davvero una 'jewish mama' (...) Tutto un via vai di treni, equivoci, scenate per poi arrivare al previsto happy end, ma dopo che il regista ha rovistato in tutti i luoghi comuni della gente di spettacolo, inventando un'unica scena strepitosa, quella del nudismo. Il solito mathc tra i sentimenti piccolo borghesi e il genio sregolato, con la gente stupida che mormora. Storiella telecomandata, uno scherzetto di alta inutilità e prevedibilità in cui siamo costretti ad ascoltare litigi, spiegazioni, riappacificazioni. Attal fa di tutto per sembrare un Woody Allen francese: invano". (Maurizio Porro, 'Corriere della Sera', 22 febbraio 2003)