Mia cugina Rachele

Rimasto orfano in tenera età, Filippo è stato allevato dal cugino Ambrose e quando viene a sapere che questi, a Firenze, ha sposato Rachele, ne resta sgradevolmente sorpreso. In seguito, il giovane inizia a ricevere lettere in cui il cugino accenna a certi sospetti sulla moglie e lo chiama presso di sé. Filippo decide quindi di andare a Firenze dove apprende che Ambrose è morto e che Rachele è partita per una destinazione sconosciuta. Benché il legale di Ambrose, l'avvocato Rinaldi, gli provi che suo cugino è morto di un tumore, Filippo non può vincere i suoi dubbi. Questi sembrano avere una conferma dal testamento del cugino, che lo istituisce erede universale, trascurando la moglie. Tornato in Inghilterra, Filippo riceve un giorno la visita di Rachele e la sua bellezza, i suoi modi operano in lui un radicale mutamento: egli, infatti, s'innamora perdutamente della cugina e dopo una notte d'amore, le dona tutto il suo patrimonio e le chiede di divenire sua moglie. Rachele, però, respinge la sua richiesta e ben presto Filippo cade anche vittima di una strana malattia che porta sull'orlo della tomba. Dopo averlo curato con assoluta dedizione Rachele decide di lasciarlo e Filippo cerca di opporsi fino a quando un drammatico evento lo lascerà a combattere tra il rimpianto della passione e l'angoscia del dubbio, senza trovare pace.