Agli inizi del secolo, il tredicenne Leo, orfano di padre e di modesta condizione sociale, viene ospitato in una sontuosa villa del Norfolk dalla ricca famiglia del suo amico Marcus. Rimasto affascinato dalla bella Marian, sorella maggiore del ragazzo -che è la sola a trattarlo con affettuosa gentilezza- e forse inconsciamente innamorato di lei, Leo accetta di portare, segretamente, le missive che la giovane si scambia con l'uomo -di ben diversa classe sociale- del quale è innamorata: il fattore Ted Burgess. Il ragazzino, che un giorno capisce, con dolore, cosa significhino quei messaggi, non ne fa parola con nessuno, tanto più che Marian è ufficialmente fidanzata con Lord Trimingham; la relazione viene pero' ugualmente scoperta, con tragiche conseguenze: Ted, infatti, si uccide. Molti anni dopo, la vedova Lady Marian Trimingham chiederà al poco meno anziano di lei Leo -cui l'esperienza avuta da adolescente ha inaridito affetti ed emozioni- di farle ancora una volta da intermediario per convincere il nipote, discendente dalla sua relazione con Ted Burgess, a non sacrificare come lei gli istinti del cuore a vantaggio delle convenienze sociali.
SCHEDA FILM
Regia: Joseph Losey
Attori: Julie Christie - Marian, Alan Bates - Ted Burgess, Margaret Leighton - Mrs. Maudslev, Michael Redgrave - Leo Colston, Dominic Guard - Leo Colston, Michael Gough - Mr. Maudsley, Edward Fox - Hugh Trimingham, Richard Gibson - Marcus, Roger Lloyd Pack - Charles, Simon Hume Kendall - Denys, Amaryllis Garnett, Keith Buckley
Soggetto: L.P. Hartley - racconto
Sceneggiatura: Harold Pinter
Fotografia: Gerry Fisher
Musiche: Michel Legrand, Richard Rodney Bennett
Montaggio: Reginald Beck
Scenografia: Carmen Dillon
Costumi: John Furniss
Altri titoli:
El mensajero
Le messager
Durata: 118
Colore: C
Genere: SENTIMENTALE DRAMMATICO
Specifiche tecniche: 35 MM (1:1.85), TECHNICOLOR
Tratto da: racconto "The Go-Between" di L. P. Hartley
Produzione: ROBERT VELAISE, JOHN HEYMAN PER MGM
Distribuzione: INDIEF (1971) - DOMOVIDEO
NOTE
- PALMA D'ORO AL 23MO FESTIVAL DI CANNES (1970).
CRITICA
"Un film che unisce a un'originale struttura narrativa un'eccezionale delicatezza di toni, una straordinaria capacità di ricostruzione ambientale, un'insolita finezza psicologica. Eccellente la fotografia, ottimi gli interpreti." ('Segnalazioni Cinematografiche', vol 72, 1972)