Diego ha cenato con la famiglia di Raimondo, suo compagno di prigionia durante la guerra, e s'accinge a passar la notte nella casa ospitale. Per assecondare i giochi del bimbo di Raimondo, egli scende nel cortile, dove incontra una donna bellissima, che un essere misterioso, affermando d'essere "il destino", gli ha fatto intravedere poche ore prima. Con la giovane donna, che si chiama Malou e da poco s'è separata dal marito Georges, avido ed egoista, Diego trascorre un'ora d'amore. Nel locale vicino giungono il padre di Malou e suo fratello Guy, nel quale Diego riconosce il traditore, che denunciò Raimondo ai nazisti. Diego vorrebbe uccidere Guy, ma l'amore per Malou glielo impedisce. Guy s'allontana ma incontra poco dopo Georges. Questi, guidato da Guy alla ricerca di Malou, sorpresala tra le braccia di Diego, l'uccide. Un cieco impulso spinge Guy a voler troncare una vita di bassezze: egli si getta sotto un treno, che il destino vindice ha voluto fosse pilotato da Raimondo. Mentre maturano le umane vicende, il viandante, chiamato "destino", continua il suo viaggio misterioso.
SCHEDA FILM
Regia: Marcel Carné
Attori: Nathalie Nattier - Malou, Gabrielle Fontan - La Vecchia, Jean Maxime - L'Amante Di Etiennette, Michel Salina - Il Chirurgo, Jane Marken - M.Me Germaine, René Blancard - Il Vicino Di Pianerottolo, Pierre Brasseur - Georges, Raymond Bussières - Raymond Lecuyer, Julien Carette - Quinquina, Jane Marken, Yves Montand - Jean Diego, Sylvia Bataille - M.Me Lecuyer, Serge Reggiani - Guy Senechal, Christian Simon - Cri-Cri, Jean Vilar - Il Destino, Mady Berry - M.Me Quinquina, Fabien Loris - Il Cantante Della Strada, Dany Robin - Etiennette, Saturnin Fabre - Padre Di Malou
Soggetto: Joseph Kosma, Jacques Prévert
Sceneggiatura: Joseph Kosma, Jacques Prévert
Fotografia: Philippe Agostini
Musiche: Joseph Kosma
Durata: 120
Colore: B/N
Genere: DRAMMATICO
Tratto da: BALLETTO "LE RENDEZ-VOUS"
Produzione: LONDON PATHE' CINEMA
Distribuzione: LONDON - MASTERVIDEO
NOTE
ADATTAMENTI E DIALOGHI: JACQUES PREVERT. DEC.. ALEXANDRE TRAUNER.
CRITICA