Con raro materiale d'archivio e con il suo caratteristico stile narrativo, Mark Cousins racconta l'ascesa del fascismo in Italia e il suo espandersi in Europa negli anni Trenta. Al tempo stesso film saggio e documento storico, il regista contestualizza la storia osservando il mondo contemporaneo, mostrando un paesaggio politico oggi caratterizzato da un'inquietante estrema destra e un uso manipolatorio dei media.
SCHEDA FILM
Regia: Mark Cousins
Attori: Alba Rohrwacher - Anna
Sceneggiatura: Mark Cousins, Tony Saccucci
Fotografia: Mark Cousins, Timoty Aliprandi
Montaggio: Timo Langer
Costumi: Alessia Condò
Durata: 97
Colore: B/N-C
Genere: DOCUFILM
Produzione: PALOMARDOC, LUCE CINECITTA' IN COLLABORAZIONE CON IL SAGGIATORE
Distribuzione: I WONDER PICTURES
Data uscita: 2022-10-20
NOTE
- REALIZZATO IN OCCASIONE DEL CENTENARIO DELLA MARCIA SU ROMA (27 OTTOBRE 1922).
- IL FILM PRENDE SPUNTO DALLA RILETTURA FILOLOGICA DEL FILM 'A NOI' DI UMBERTO PARISI, PRODOTTO NEL 1923 COME DOCUMENTO UFFICIALE DEL PARTITO FASCISTA SULLE GIORNATE CHE PORTARONO MUSSOLINI ALLA GUIDA DEL PRIMO GOVERNO DELL'ERA FASCISTA.
- FILM D'APERTURA DELLE 19. GIORNATE DEGLI AUTORI (VENEZIA, 2022), SEZIONE 'EVENTI SPECIALI'.
CRITICA
" (...) si parte da un instant movie. Con molti riferimenti contemporanei, ma girato nel 1922, si tratta di "A noi" realizzato da Umberto Paradisi, per raccontare apologeticamente la Marcia su Roma. E da lì, dopo una premessa trumpiana, parte Mark Cousins per la sua versione nel centenario della Marcia su Roma, prendendo le mosse da quel vecchio filmato, depositato al Luce, antesignano di fake news, manipolazioni, falsificazioni grossolane ma comunque efficaci. Cousins (...) inizia con piglio filologico ed eccolo quindi smontare il lavoro apologetico di Paradisi fotogramma dopo fotogramma, in modo che potrebbe apparire pedante, in realtà è solo puntuale. E sin qui tutto molto bene. Solo che procedendo con il racconto si perde un po' il filo con salti indietro, salti in avanti che non aiutano non tanto a ricostruire la storia del fascismo, non era poi questo l' obiettivo, ma addirittura contribuiscono a smarrire un po' il senso complessivo. Certo, D' Annunzio, la massoneria, l' altare della patria, gli omicidi politici, l'aula sorda e grigia, le guerre, l'ostentazione, il machismo, l'amicizia con Hitler, prima allievo poi capo, tutto vorrebbe portare al fascismo come un virus che continua a sopravvivere, sottotraccia ma sempre pronto a riemergere (...). Ma nell'intento di scovare le tracce del fascismo nato in Italia e poi diffusosi nel mondo, si allarga troppo il campo di indagine, si smarriscono anche tratti rilevanti come le leggi razziali, le deportazioni e la complicità della Repubblica Sociale. Alla fine, resta una riflessione, amara, su di un fenomeno che sotto questi cieli è nato, poi si è diffuso avvelenando una buona parte di mondo e tragicamente continua a farlo, con la retorica, la meschinità, il disprezzo nei confronti degli altri, che diventa razzismo (basta rivedersi tutta la politica e le guerre coloniali), la difesa dei privilegi, l' iconografia (...)." (Antonello Catacchio, 'Il Manifesto', 01 settembre 2022)