Manila Paloma Blanca

ITALIA 1992
Carlo Carbone, una quarantina d'anni, ex attore, più volte ricoverato in reparti psichiatrici, vive una vita di espedienti tra mense e dormitori pubblici. Un giorno conosce Sara e tra di loro nasce una strana relazione, ma la vita di Carlo, da cui Sara è tenuta fuori, continua come sempre: piccoli trucchi, le solite frequentazioni, fantasie di riscatto da un passato bruciato. La donna diventa l'unico elemento concreto e positivo della sua esistenza. Un contatto con un vecchio amico dei tempi in cui faceva teatro, riavvicina Carlo al mondo che era stato suo, e intraprende la stesura di una sceneggiatura teatrale. Sara, coinvolta dal rapporto al punto da trascurare il proprio lavoro, segue Carlo nell'elaborazione del testo ma vittima della sua follia, subisce un'aggressione.
SCHEDA FILM

Regia: Daniele Segre

Attori: Carlo Colnaghi - Carlo Carbone, Alessandra Comerio - Sara Treves, Barbara Valmorin - Maria Luisa, Lou Castel - Guido, Eugenia D'Aquino - Esther, Leone Ferrero - Paolo Farina, Laura Panti - Bianca Treves

Soggetto: Carlo Colnaghi, Daniele Segre

Sceneggiatura: Daniele Segre, Davide Ferrario

Fotografia: Luca Bigazzi

Musiche: Giuseppe Napoli

Montaggio: Claudio Cormio

Scenografia: Elena Bosio

Durata: 88

Colore: C

Genere: DRAMMATICO

Specifiche tecniche: PANORAMICA

Produzione: I CAMMELLI S.N.C.

Distribuzione: ISTITUTO LUCE ITALNOLEGGIO CINEMATOGRAFICO - VIDEO CLUB LUCE

NOTE
- REVISIONE MINISTERO OTTOBRE 1992.

- PREMIO MARIA ADRIANA PROLO ALLA CARRIERA 2012 AL 30. TORINO FILM FESTIVAL (2012).
CRITICA
"Il film è terribile, e bello". (Lietta Tornabuoni, 'La Stampa')

"Il regista Segre tenta di dare alla figura di un attore in crisi una valenza particolare, quasi voglia farne il simbolo dell'emarginazione odierna. Il passato di Carlo viene fuori però a brandelli, senza un disegno organico che conduca lo spettatore ad inquadrarlo. Nuoce poi alla pellicola la scelta di un protagonista, che è poi anche soggettista, che recita alquanto sopra le righe, con risate cavernose e urla da teatrino rionale, come nelle vecchie recite da filodrammatica, e per giunta con una dizione assai improbabile per un attore che ha un passato, a quanto recita il copione, di tutto rispetto".('Segnalazioni Cinematografiche')