I manifesti artistici e politici degli inizi del XX secolo (Situazionismo, Futurismo, Architettura, Vorticismo/Der Blaue Reiter/Espressionismo astratto, Stridentismo/Creazionismo, Suprematismo/Costruttivismo, Dadaismo, Surrealismo/Spazialismo Pop Art, Fluxus/Merz, Arte concettuale/Minimalismo) uniti a quelli dei primi anni del XXI di registi come Stan Brakhage, Lars Von Trier, Jim Jarmusch e Werner Herzog. Tredici personaggi diversi, tredici scenari che attraverso intensi monologhi e immagini costituiscono un omaggio a un movimento letterario o politico. Il regista riprende e ricontestualizza le parole immortali di artisti e pensatori e, attraverso le loro parole, rilegge il mondo contemporaneo. Raccontando quello che è cambiato e quello che non cambierà mai.
SCHEDA FILM
Regia: Julian Rosefeldt
Attori: Cate Blanchett
Sceneggiatura: Julian Rosefeldt
Fotografia: Christoph Krauss
Musiche: Nils Frahm, Ben Lukas Boysen
Montaggio: Bobby Good
Scenografia: Erwin Prib
Arredamento: Melanie Raab
Costumi: Bina Daigeler
Effetti: Florian Gellinger, Rise FX
Durata: 95
Colore: C
Genere: DRAMMATICO
Specifiche tecniche: HD, DCP (16:9)
Produzione: JULIAN ROSEFELDT
Distribuzione: I WONDER PICTURES/UNIPOL BIOGRAFILM COLLECTION (2017)
Data uscita: 2017-10-23
TRAILER
NOTE
- OPERA COMMISSIONATA DA: ACMI-AUSTRALIAN CENTRE FOR THE MOVING IMAGE MELBOURNE, ART GALLERY OF NEW SOUTH WALES SYDNEY, NATIONALGALERIE-STAATLICHE MUSEEN ZU BERLIN, THE SPRENGEL MUSEUM HANOVER. COPRODOTTO DA: BURGER COLLECTION HONG KONG, RUHRTRIENNALE; CON IL SUPPORTO DEL MEDIENBOARD BERLIN-BRANDENBURG AND IN COLLABORAZIONE CON BAYERISCHER RUNDFUNK.
CRITICA
"Si stacca dalla medietà di certo cinema contemporaneo l'über-manifesto dell'artista tedesco Julian Rosefeldt, ardito e arguto cantore di disgiunzioni audio/visive ad alto tasso semantico. Originato dalla propria omonima video installazione, 'Manifesto' adotta il talento di Cate Blanchett in dodici performance opportunamente ri-montate, ciascuna portatrice dei fondativi manifesti nella storia culturale ed artistica del '900, enunciati tuttavia in contesti del tutto estranei alle parole pronunciate. La ricontestualizzazione estrema è il centro drammaturgico dell'opera, tanto sorprendente quanto provocatoria e affascinante (...) una 'surrealistica' catena di forme e contenuti ironicamente assemblate. Notevolissimo, intelligente e attuale." (Anna Maria Pasetti, 'Il Fatto Quotidiano', 19 ottobre 2017)