Maria ha 14 anni e vive insieme alla madre in un villaggio di baraccati alla periferia di Torino. Suo padre, un operaio edile è morto in un incidente sul lavoro e la madre, per vivere, sfrutta le capacità divinatorie della ragazza. Quando Maria rimane incinta, nel villaggio si diffonde la voce che il concepimento sia opera dello Spirito Santo e, mentre intorno alla ragazza si sviluppano veri e propri atti di culto religioso, soltanto don Vito, il parroco siciliano, rifiuta di credere al "miracolo" e inizia la ricerca del vero responsabile. Maria, centro di una pseudo campagna pubblicitaria, giorno dopo giorno è sempre più convinta del suo ruolo di madre del futuro redentore e diviene presuntuosa e insolente. Quando finalmente don Vito scova il vero padre della creatura, suo nipote Giuseppe, gli abitanti del luogo, delusi e inferociti, si ribellano...
SCHEDA FILM
Regia: Sergio Nasca
Attori: Turi Ferro - Don Vito, Andréa Ferréol - Maddalena, Cinzia De Carolis - Maria, Renato Pinciroli - Giuseppe, Clelia Matania - Anna, madre di Maria, Leopoldo Trieste - Il santone lucano, Tino Carraro - Il vescovo, Jean Louis (II) - Luca, Sandro Dori - Matteo, Gian Piero Vinciguerra - Prospero, Marino Masé - Gabriele, Alvaro Vitali - Il chierichetto, Enzo Cannavale
Soggetto: Sergio Nasca
Sceneggiatura: Sergio Nasca
Fotografia: Giuseppe Aquari, Emilio Giannini - operatore, Enzo Tosi - operatore, Carlo Aquari - assistente operatore
Musiche: Sante Romitelli
Montaggio: Luciano Anconetani
Scenografia: Massimo Lentini
Arredamento: Mariangela Capuano
Costumi: Massimo Lentini, Fiamma Bedendo - collaborazione
Altri titoli:
Elle s'appelle Marie
Vergine e di nome Maria
Malia (Vergine e di nome Maria)
Durata: 95
Colore: C
Genere: DRAMMATICO
Specifiche tecniche: PANORAMICA, EASTMANCOLOR
Produzione: ROEL BOS PER BAAL FILM (ROMA), VIADUC PRODUCTIONS (PARIGI)
Distribuzione: EURO INTERNATIONAL FILMS
NOTE
- IL FILM, DISTRIBUITO L'11 SETTEMBRE 1975 CON IL TITOLO "VERGINE, E DI NOME MARIA", VENNE SEQUESTRATO PER VILIPENDIO ALLA RELIGIONE. LA PRODUZIONE IMPOSE QUINDI UN CAMBIO DI TITOLO IN "MALIA".
CRITICA
"Già da questa sintesi, ma soprattutto dalla lettura del film, si potrebbe estrarre un'apprezzabile tematica: la condanna della superstizione, appunto, il senso critico da applicarsi nella verifica di fenomeni a prima vista ispiegabili, la depurazione del senso religioso, illuminato e operoso. Il tutto però appare evidentemente compromesso dagli intenti del regista, manifesti nel titolo completo (...) indicante, più che un casuale parallelismo col Vangelo, una chiave interpretativa insinuante abbastanza scopertamente che anche l'avvento del Messia debba essersi verificato alla maniera e nel clima della sua odierna ripetizione." ('Segnalazioni cinematografiche', vol. 81, 1976)