Riccardo, detto "Svitol", nel '68 era un ventenne e fervente "compagno". Nel '72, però, era riparato in America Latina alla ricerca di idee e di futuro. Tornato a Milano, cinque anni dopo, non possedeva più né denaro né passaporto. Alla mamma che gli chiedeva: "Allora, com'è questo Sud America?", non riusciva a rispondere. Un commissario di polizia, del quale diverrà in certo qual modo amico, gli dichiara: "Non sta più in piedi nemmeno una delle tue fottutissime opinioni". Riccardo allora si mette a vagare attraverso la metropoli lombarda, alla ricerca degli amici e compagni, nonché alla scoperta dell'Italia nuova. Ma gli amici sono irriconoscibili: uno muore per droga, un altro è divenuto milionario grazie a fortunate operazioni in Borsa, altri vivacchiano mediante piccoli commerci. L'Italia postsessantottesca è in piena dissoluzione: i giovani rivoluzionari hanno spianato la strada all'eversione e alla criminalità politica; si trovano sulla coscienza i cadaveri scomodi di Moro e di Pasolini anzi, quasi ogni giorno, debbono contare su di una vittima più o meno illustre del brigatismo di vario colore. Lo scoraggiamento è nell'animo di tutti e pare avere coinvolto persino le cose. Un altro amico, redattore di "'Lotta continua", gli dichiara: "Dei compagni ne uccide di più la depressione che la repressione": Svitol non riconosce più nessuno e non ritrova se stesso. Del tutto abbattuto moralmente, denuncia all'amico commissario un attentato presso la chiesa dei Santi Giovanni e Paolo di Roma e, dopo una peregrinazione ai luoghi deputati (via Caetani, piazza del Gesù e via Botteghe Oscure), si fa trovare all'alba nella piazza deserta ove, con premeditata messa in scena, si fa uccidere dal commissario.
SCHEDA FILM
Regia: Marco Tullio Giordana
Attori: Flavio Bucci - Riccardo detto 'Svitol', Biagio Pelligra - Il commissario, Micaela Pignatelli - Letizia, Agnès Nobecourt - Guya, Anna Miserocchi - La madre, Massimo Jacoboni - Umberto, Stefano Manca di Villahermosa - Carlino, Alfredo Pea - Vincenzo, Franco Bizzoccoli - Partigiano, David Riondino - Beniamino, Pasquale Zito - Eroinomane
Soggetto: Vincenzo Caretti, Marco Tullio Giordana
Sceneggiatura: Vincenzo Caretti, Marco Tullio Giordana
Fotografia: Pino Pinori
Musiche: Franco Bormi
Montaggio: Sergio Nuti
Scenografia: Renato Agostini
Costumi: Annabella Andreoli
Altri titoli:
Maudits je vous amerai!
Durata: 84
Colore: C
Genere: GROTTESCO
Specifiche tecniche: 35MM - PANORAMICO - EASTMANCOLOR
Produzione: COOP. JEAN VIGO PER FILM ALPHA E RAITV
Distribuzione: ACADEMY MARTINO - MONDADORI VIDEO
NOTE
- OPERA PRIMA.
- PRESENTATO AL FESTIVAL DI CANNES 1980.
- PARDO D'ORO AL FESTIVAL DI LOCARNO 1980.
CRITICA
"Discusso e apprezzato a Cannes, premiato a Locarno, invitato a San Francisco, questo film dell'esordiente Giordana è destinato a suscitare curiosità e interesse all'estero per il suo approccio disperato (qua e là perfino piagnucoloso) a certi aspetti del "caso italiano". Da noi rischia di fare meno strada, viste le scarse simpatie di cui godono generalmente coloro che non si danno pace perchè non sono riusciti a fare la rivoluzione. (...) Nell'insieme un film generazionale "velleitario, d'ispirazione tetra, ma ben costruito: il giovane regista, insomma, ha le qualità per andare avanti e fare meglio. Nella guida degli attori, poi, rivela già molta sicurezza". (Paolo Fabrizi da "Il Settimanale")
"L'autodistruzione è dunque, sia pur per vie diverse il destino della generazione del '68. Il racconto porta a questa conclusione. Conclusione romantica di un autore che, reduce egli stesso dall'utopia sessantottesca, idealizza il passato nella delusione del presente. (...) Non sempre gli riesce di controllare a dovere la struttura narrativa, tuttavia da certe invenzioni figurative e sonore si intuisce che il cinema è pane per i suoi denti." (Domenico Meccoli, 'Epoca', agosto 1980)