TRAMA BREVE
Russ Richards è un noto metereologo a Harrisburgh, Pennsylvania. Durante l'inverno del 1988 decide di aprire un negozio di motoslitte, ma gli affari vanno male poiché la temperatura non si decide a scendere. Russ si ritrova così in un mare di guai e con un estremo bisogno di soldi. In suo aiuto accorre l'amico Gig, che lo convince a truccare la lotteria nazionale con la complicità di Crystal, la ragazza che estrae i numeri.
TRAMA LUNGA
Harrisburg, Pensylvania, 1988. Annunciatore delle previsioni del tempo nella locale televisione, Russ Richards è molto noto in città, e ha intrapreso una seconda attività che però al momento lo sta mettendo in crisi. Non nevica da tempo infatti, e il suo negozio di motoslitte da neve va male al punto da costringerlo, per evitare il pignoramento, a rivolgersi all'amico Gig, proprietario di un locale notturno. Gig ribatte e gli propone un piano: truccare l'uscita dei numeri del lotto, che ogni sera vengono estratti sempre sulla stessa rete televisiva. Crystal, la ragazza incaricata, è d'accordo, il piano funziona, i numeri escono, e ora si tratta di ritirare gli oltre 6 milioni di dollari del montepremi. Dapprima Crystal incarica il cugino, un grassone nullafacente, che però poi alza le pretese del compenso. A quel punto intorno al biglietto della vincita si scatena l'inferno. Entrano in ballo Jerry l'allibratore, Dale il proprietario della TV, Lakewood tenente di polizia un po' esaurito. Si va avanti tra minacce, ricatti e qualcuno che ci lascia la pelle, finché Russ finisce in ospedale, poi recupera il biglietto e fa ritirare la somma dall'amica Wendy. Tornata la calma in città, Russ è andato in Florida, dove è riuscito a tornare in TV. Ora presenta un programma che si chiama 'Lucky numbers'.
SCHEDA FILM
Regia: Nora Ephron
Attori: John Travolta - Russ Richards, Lisa Kudrow - Crystal Latroy, Tim Roth - Gig, Ed O'Neill - Dick, Michael Rapaport - Dale, Daryl Mitchell - Chambers, Bill Pullman - Tenente Pat Lakewood, Richard Schiff - Jerry Green, Michael Moore - Walter, Sam McMurray - Troutman, Michael Weston - Larry, Maria Bamford - Wendy
Soggetto: Adam Resnik
Sceneggiatura: Adam Resnick
Fotografia: John Lindley
Musiche: George Fenton
Montaggio: Barry Malkin
Scenografia: Dan Davis
Costumi: Albert Wolsky
Effetti: Mike Sasgen, Kevin Hannigan
Altri titoli:
LE BON NUMERO
Durata: 105
Colore: C
Genere: COMMEDIA
Produzione: PARAMOUNT PICTURES, STUDIO CANAL, DREAMWORKS, MAD CHANCE
Distribuzione: 01 DISTRIBUTION
Data uscita: 2001-11-30
CRITICA
"Per la prima mezz'ora di 'Magic Numbers' tutto fila a meraviglia: un ritmo due volte più veloce del cinema americano medio, tra attori che stanno al gioco con classe. Poi tutto si adagia nei consueti meccanismi del film-colpo. Ma il risultato rimane godibile, specie con questi chiari di luna del cinema statunitense". (Emiliano Morreale, 'Film Tv', 16 dicembre 2001)
"Nel caso di 'Magic Numbers', il proverbio 'non tutte le ciambelle riescono col buco' si adatta sia ai protagonisti del film, che organizzano malamente una truffa al lotto; sia alla regista Nora Ephron e al divo John Travolta che, dopo il successo in coppia di 'Michael', stavolta hanno fatto flop. Non che la commedia nera scritta da Adam Resnick sulla base di un fatto dei primi anni 80 sia priva di buoni spunti, tuttavia, intorno alla storia e ai personaggi principali si affastellano troppe sottostorie e figure secondarie. (...) Nella commedia che parte bene e prosegue perdendo colpi, gli interpreti danno comunque una buona prova: Travolta si conferma valido nel registro brillante, la Kudrow è una spalla perfetta e Roth non ha bisogno di impegnarsi troppo per incarnare il suo piccolo lestofante". (Alessandra Levantesi, 'La Stampa', 7 dicembre 2001)
"Privo del necessario understatement il racconto spinge tutti gli attori verso uno stile di recitazione scomposto, dove tutti sottintendono che si stanno divertendo a spese degli spettatori. Nora Ephron, abile negli intrecci sentimentali, 'Insonnia d'amore' e 'C'è post@ per te', alle prese con una vicenda grottesca compuntate nello slapstick, non ha la 'cattiveria' di Billy Wilder, che è un pio desiderio per qualunque regista contemporaneo, tenta così la carta della buffoneria, ma il Dna del genere appartiene di diritto al cinema francese, mentre quello statunitense si é sempre fatto onore nella commedia metropolitana, con battute puntuali ed attori in souplesse. (...) Una pellicola concitata, con gli avvenimenti che sottraggono qualità ai dialoghi. Una commedia sofisticata, nel senso che ne sono stati alterati gli ingredienti di base fino a renderla pericolosamente commestibile". (Adriano De Carlo, 'Il giornale', 4 dicembre 2001)