Raccolta di testimonianze di vita, momenti quotidiani, filmati di repertorio e materiale video privato di madri israeliane e palestinesi, tutte di estrazione culturale e sociale differente, ma che, in una terra dilaniata da una guerra infinita, sono accomunate dal vivere nel terrore di non veder rientrare a casa i propri figli. Storie di dolore e di rabbia in una terra dove il sentimento del perdono non esiste, ma esiste 'Parents Circle', l'organizzazione che riunisce genitori di vittime palestinesi ed israeliane che ci fa capire come si stia tentando di migliorare il futuro delle nuove generazioni.
SCHEDA FILM
Regia: Barbara Cupisti
Attori: Nitza Shapira, Tamara Rabinowitz, Daniela Kitain, Rahmeh Al-Qassas, Fathiyeh Zaghreer, Iman Al-Massri, Hayat Younis Al Athamna, Frimet Roth, Walà Rajeh Ghebin, Aviva Razel, Fatmeh Mohamad, Salma Zidan, Fakhriyeh Al-Baw, Yael Mesheiker, Sarit Bargur
Soggetto: Barbara Cupisti
Fotografia: Raed Al Helou, Eyal Zahavi
Musiche: Francesco Cerasi
Montaggio: Francesca Mor
Durata: 90
Colore: C
Genere: DOCUMENTARIO
Specifiche tecniche: HD CAM 1080 A 25 FPS
Produzione: ALEX PONTI PER RAI CINEMA, DIGITAL STUDIO
Distribuzione: 01 DISTRIBUTION, DVD: 01 DISTRIBUTION HOME VIDEO
NOTE
- PRESENTATO IN CONCORSO ALLA 64. MOSTRA INTERNAZIONALE D'ARTE CINEMATOGRAFICA DI VENEZIA (2007) NELLA SEZIONE 'ORIZZONTI DOC'.
- GIRATO IN ISRAELE, PALESTINA E GAZA.
- DAVID DI DONATELLO 2008 COME MIGLIOR DOCUMENTARIO.
CRITICA
Dalle note di regia: "Il dolore è universale, parla la stessa lingua in tutte le nazioni del mondo. Ho incontrato le madri di due popoli separati da un muro fisico e mentale ma resi fratelli dallo stesso dolore. Sono entrata nelle case che un tempo erano luoghi di vita e gioia in cui oggi rimbomba lo straziante vuoto di camerette cristallizzate in un ordine innaturale e di zaini che nessuno porterà più a scuola. Ho cercato di lasciare spazio alle parole, non volevo interviste, volevo che le protagoniste raccontassero alla macchina da presa il loro sentimento e la loro disperazione, senza imbrigliare in uno storyboard troppo riduttivo. Il progetto del film era di starle ad ascoltare. Ogni pianificazione e modello organizzativo tradizionale qui risulta inadeguato. Ho girato il film accompagnata soltanto dalla mia organizzatrice. Le difficoltà pratiche negli spostamenti in territorio occupato, gli estenuanti controlli ai checkpoint, fino ad arrivare all'arresto del mio operatore palestinese, mi hanno portato inizialmente a volr fare di queste difficoltà un elemento rilevante del film. Durante il montaggio ho deciso invece di non togliere spazio a quei racconti che ancora oggi a distanza di mesi conservano la stessa tragica forza della prima volta che li ho ascoltati."
"'Madri', di Barbara Cupisti presenta la memoria del dolore, lasciata dall'occupazione israeliana e dalla resistenza palestinese alla medesima. Le immagini di base sono quelle che le tv censurano: quelle dei morti fatti a pezzi dalle armi automatiche dei militari o dagli esplosivi dei guerriglieri suicidi; le voci sono appunto quelle delle madri degli uni e degli altri. Il manifesto del documentario ha un' immagine simbolica, ma efficace: mani dalla quali cade sabbia, una fatica interminabile. Indica come, in sessant'anni, un conflitto periferico e limitato è diventato uno dei perni della storia del mondo, coinvolgendo aree sempre più vaste, toccando anche gli Stati Uniti. Quando nei telegiornali italiani si è parlato di questi morti, prima di passare ai pettegolezzi su calciatori e veline, raramente si è dato loro un volto, tanto meno una storia. Eppure l'avevano, come avevano, almeno i più giovani, dei fratelli e una madre. Sul dolore innominabile di queste ultime si sofferma la Cupisti. Sobriamente: non occorre enfasi capire che cosa cela lo 'scontro di civiltà' ". (Maurizio Cabona, 'Il Giornale', 5 settembre 2007)