Nonostante i suoi trascorsi, Luciano non può sopportare il pensiero che sua madre abbia abbandonato la casa per andare a vivere con un uomo che non è suo marito. Appena uscito dal carcere romano in cui ha scontato una giusta condanna, il giovane passa gran parte della sua prima notte di libertà passeggiando alla tormentosa ricerca d'una ulteriore ragione di vita. Invano tenta un diversivo galante, accettando l'invito di una nobildonna che lo accoglie in casa senza riuscire però a trattenerlo. Dopo un lungo e vuoto errare, Luciano pensa fanciullescamente di poter redimere la madre, combattendo per lei un duello rusticano con il suo amante.
SCHEDA FILM
Regia: Gian Vittorio Baldi
Attori: Luciano Morelli - Luciano, Paolo Carlini - Paolo, Anna Bragaglia - Anna, Valentina Piacentini, Ileana Ghione, Lina De Robilant, Tino Schirinzi
Soggetto: Ottavio Jemma, Gian Vittorio Baldi
Sceneggiatura: Gian Vittorio Baldi, Ottavio Jemma
Fotografia: Ennio Guarnieri, Danilo Desideri - operatore
Musiche: Luciano Chailly
Montaggio: Domenico Gorgolini
Scenografia: Paolo Portoghesi
Costumi: Lorenzo Vespignani
Altri titoli:
Luciano, una vita bruciata
Durata: 88
Colore: C
Genere: DRAMMATICO
Specifiche tecniche: 35 MM
Produzione: EZIO GAGLIARDO E MARIO LANFRANCHI PER CORONA CINEMATOGRAFICA
Distribuzione: MAGNA (1967)
NOTE
- SUONO: ERNESTO LIVOLI.
- PRESENTATO NEL 1963 AL XVI FESTIVAL DI LOCARNO E AL FESTIVAL DI MONTREAL.
- IL FILM, GIRATO NEL 1963 EBBE NUMEROSI PROBLEMI PRODUTTIVI E CON LA CENSURA E TROVO' DISTRIBUZIONE SOLO NEL 1967 CON IL TITOLO 'LUCIANO, UNA VITA BRUCIATA'.
- NEL FILM SONO INSERITE DUE SCENE DI "PRIGIONIERI DEL MALE" (MARIO COSTA, 1955) CON MAY BRITT E FRANCISCO RABAL.
- PRESENTATO ALLA 66. MOSTRA INTERNAZIONALE D'ARTE CINEMATOGRAFICA DI VENEZIA (2009) NELLA SEZIONE "QUESTI FANTASMI 2".
CRITICA
"(...) Esce dopo anni di attrsa. (...) E' un 'caso' del cinema italiano, dei suoi rapporti con la censura, con la distribuzione, ecc. Un'operazione espressiva come quella contenuta in 'Luciano', apparentemente naturalistiva, apparentemente verista attinge i suoi valori più evidenti nel suo aspetto socioculturale. (...) Va anche aggiunto che (...) Baldi (...) ha applicato con rigore il metodo della testimonianza. (...) Nei suoi risultati, è un documento vitale, completo, un punto di arrivo per un tipo di cinema che proprio attraverso questo film ripropone la sua attualità. Una storia vera, una vita vera, una evocazione vera di mondi interiori (...) suscitatori di interesse e meditazione". (V.M. Siniscalchi, "Film Mese", 6/7, luglio 1967).
"Si tratta di un lavoro assai modesto con evidenti difetti tecnici e carente di un adeguato impianto narrativo e stilistico, che valga a giustificare le ambizioni d'opera ispirata alle recenti teorie del 'cinema verità'". ('Segnalazioni cinematografiche', vol. 58, 1965)