Madre e figlio

Mat i syn

RUSSIA 1997
La madre è gravemente ammalata, debilitata nel fisico, priva di ogni energia. Il figlio la cura amorevolmente, la nutre, la fa sedere sulla panchina davanti casa e, ad alta voce, le legge ciò che è scritto in alcune cartoline. Insieme ripercorrono le tappe dell'infanzia di lui, quando lei lo sorvegliava costantemente per paura di perderlo. La madre cerca di non far capire al figlio quanto le è vicina la morte. Chiede di uscire a passeggio, anche se non si regge in piedi, e il figlio la solleva, la porta in braccio per il paese ormai deserto, dove sono rimasti solo loro due. Tornano allora verso casa, mentre intorno la campagna si distende a perdita d'occhio. I campi di grano sono piegati dal vento, gli alberi ondeggiano, le nuvole salgono lentamente sopra le colline. Dentro, in casa, le stanze piene di ombre sono trafitte da improvvisi raggi di sole. Fuori, lontano, passa una locomotiva che conduce persone in qualche località. Quando infine la madre muore, il figlio rimane totalmente solo, e la saluta dicendo: "Mamma, aspettami là dove abbiamo detto".
SCHEDA FILM

Regia: Aleksandr Sokurov

Attori: Gudrun Geyer - La madre, Alexei Ananischnov - Il figlio

Soggetto: Yuri Arabov

Sceneggiatura: Yuri Arabov

Fotografia: Aleksei Fyodorov

Musiche: Mikhail Glinka, Otmar Nussio, Mikhail Ivanovich

Montaggio: Leda Semyonova

Scenografia: Esther Ritterbusch, Vera Zelinskaya

Altri titoli:

Mother and Son

Mutter und Sohn

Durata: 75

Colore: C

Genere: DRAMMATICO

Produzione: LENFILM (ST. PETERSBURG), ZERO FILM E O FILM (BERLINO)

Distribuzione: ISTITUTO LUCE(1998)

NOTE
- REVISIONE MINISTERO LUGLIO 1998
CRITICA
"Specchio di una personalità dotata, del tutto isolata in un suo mondo poetico 'Madre e figlio' è il film insolito e sprezzante verso le mode correnti. Sokurov - cosa che ama sottolineare - si rifà alle suggestioni di un pittore romantico, Gaspar David Fridrich, e a un classico del cinema, Andrej Tarkovski che molto si servì di scene paesaggistiche. Tarkovski con il suo prestigio di grande artista, sposò la causa di Sokurov quando nel 1978 il suo primo lungometraggio (titolo italiano 'La voce solitaria dell'uomo') non ebbe accesso nei cinematografi. Altri film del regista subirono la medesima sorte. Senza dubbio, pur presentando delle difficoltà, essi si aprono a qualcosa di mai banale e cercano di esprimerla in modo originale, con un mixer di pittura e di cinema". (Francesco Bolzoni, 'Avvenire', 17 luglio 1998)

"Ve la sentite di andare a vedere un film non come si va al cinema, ma come si va a una mostra d'arte o a un concerto? Rassicuratevi, il tempo che occupa la visione di 'Madre e figlio' del russo Alexander Sokurov non è eccessivo; e scommetto che nel corso dei 75 minuti di proiezione, nonostante i personaggi siano soltanto due e la situazione sia stagnante, non guarderete l'orologio. (...) E un'opera in assoluta controtendenza con la frenesia del mondo in cui viviamo. A 47 anni Sokurov, autore di vari film corti e lunghi avversati dal passato regime e difesi da Tarkovskij, si avventura in un cinema che va oltre Bresson. A somiglianza del maestro francese anziché attori usa 'modelli'". (Tullio Kezich, 'Corriere della Sera', 18 luglio 1998)

" 'Madre e figlio' è una storia d'amore. Una donna gravemente ammalata è accudita dal figlio che la cura amorevolmente. All'intorno una natura incantata, maestosa il cui senso ieratico è scandito dal silenzio che l'avvolge o da suoni come lo scrosciare della pioggia e lo stormire del vento fra le foglie. L'attesa della morte galleggia nell'aria, lenita da dolci ricordi, mentre la ricerca di un senso della vita che sfugge si intreccia con le ragioni che accompagnano l'approssimarsi della morte: la pena per il dolore altrui, il valore del sacrificio, la forza dell'amore salvifico. Soltanto per un momento nel bosco dell'esistenza, il figlio si abbandona a un desiderio di evasione e di libertà per poi ripiombare nel pianto. Ma le lacrime per la morte della madre sono confortate dalla certezza del Paradiso: 'Noi ci incontreremo là'. Film dove ogni immagine è un quadro, 'Madre e figlio' racchiude tutta la sua lirica commozione in una frase pronunciata dal figlio: 'Mondo creato da Dio, sei bellissimo'". (Enzo Natta, 'Famiglia Cristiana', 23 agosto 1998)