Jeanne Vaubernier, un'umile sarta, decide di lasciare il suo fidanzato, Armand De Foix, per iniziare una relazione con il conte DuBarry, che può introdurla nell'ambiente di corte. La sua bellezza non passa inosservata agli occhi del re, che decide di farne la sua amante e, per questo, organizza il suo matrimonio con DuBarry. In breve tempo, Jeanne si trasforma in una cortigiana e, grazie all'appoggio di Re Luigi XV, il suo potere appare illimitato, benché nessuno a corte dimentichi le sue origini. Armand, però, non l'ha dimenticata e Madame DuBarry dovrà imparare a temere il suo nuovo acerrimo nemico...
SCHEDA FILM
Regia: Ernst Lubitsch
Attori: Pola Negri - Jeanne Vaubernier/Madame DuBarry, Emil Jannings - Re Luigi XV, Harry Liedtke - Armand De Foix, Eduard von Winterstein - Jean Dubarry, Reinhold Schünzel - Ministro Choiseul, Elsa Berna - Graefin Gramont, Fredrich Immler - Richelieu, Gustaf Czimeg - Aiguillon, Carl Platen - Guillaume DuBarry, Bernhard Goetzke - Un rivoluzionario, Magnus Stifter - Don Diego, Paul Biensfeldt - Lebel, Alexander Ekert - Paillet, Marga Köhler - Madame Labille
Soggetto: Norbert Falk - Fred Orbing, Hanns Kräly
Sceneggiatura: Norbert Falk - Fred Orbing, Hanns Kräly
Fotografia: Theodor Sparkuhl, Kurt Waschneck
Musiche: William Axt - non accreditato, David Mendoza - non accreditato
Montaggio: Elfi Bottrich - nuova versione
Scenografia: Karl Machus, Kurt Richter
Costumi: Ali Hubert
Altri titoli:
Passion - An European Spectacle
Madame du Barry
Passion
Kungens Mätress
Durata: 121
Colore: B/N
Genere: DRAMMATICO STORICO
Specifiche tecniche: MUTO
Produzione: PROJEKTIONS-AG UNION (PAGU)
Distribuzione: MONDADORI VIDEO
NOTE
- CONSULENZA TECNICA: KURT WASCHNECK.
- UNA COPIA SENZA SOTTOTITOLI E MOLTO MALCONCIA E' DISPONIBILE PRESSO LA CINETECA NAZIONALE.
CRITICA
"Prodotto con grandi sforzi dall'UFA (la Germania era ancora prostata dalla guerra) il primo successo internazionale di Lubitsch è un kolossal storico ricco di scene di massa sapientemente coreografate, dove però solo a tratti si ritrova la sua mano. Nè riesce bene la fusione tra il tono malizioso della prima parte e quello melodrammati o della seconda. Fu forse per venmdetta contro la sua eroina smorfiosa che Lubitsch tenne a girare la scena in cui il boia ne getta la testa alla folla in delirio. Ma quasi tuttti i distributori dell'epoca la tagliarono e manca anche nella copia italiana edita in cassetta" (Paolo Mereghetti, Dizionario dei film 1998)