Machan - La vera storia di una falsa squadra

Machan

Il produttore di Full Monty, Uberto Pasolini, esordisce in regia con una storia di emigrazione: farsa sociale, ma senza mordente

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GERMANIA 2008
Un gruppo di abitanti di uno slum di Colombo, in Sri Lanka, vedono come una grande opportunità di cambiare il loro triste destino di diseredati, un invito a partecipare ad un torneo di pallamano che si terrà in Baviera. Per loro è un biglietto di sola andata per l'Occidente che rappresenta la risposta a tutte le loro preghiere.
SCHEDA FILM

Regia: Uberto Pasolini

Attori: Dharmapriya Dias - Stanley, Gihan De Chickera - Manoj, Dharshan Dharmaraj - Suresh, Namal Jayasinghe - Vijith, Sujeewa Priyalal - Piyal, Mahendra Perera - Ruan, Dayadewa Edirisinghe - Naseem

Soggetto: Ruwanthie De Chickera, Uberto Pasolini

Sceneggiatura: Uberto Pasolini, Ruwanthie De Chickera

Fotografia: Stefano Falivene

Musiche: Stephen Warbeck, Lakshman Joseph De Saram

Montaggio: Masahiro Hirakubo

Scenografia: Errol Kelly

Arredamento: Lal Harindranath, Johannes Pfaller

Costumi: Sandhiya Jayasuriya, Rob Nevis

Effetti: Fabrizio Pistone

Durata: 110

Colore: C

Genere: COMMEDIA

Specifiche tecniche: DIGITALE, SUPER 16 STAMPATO A 35 MM (1:1.85)

Tratto da: ispirato a una storia vera

Produzione: UBERTO PASOLINI, PRASANNA VITHANAGE, CONCHITA AIROLDI, HENNING MOLFENTER E MIRJAM WEBER PER REDWAVE FILMS, STUDIOURANIA, BABELSBERG FILM, SHAKTHI FILMS, RAI CINEMA

Distribuzione: MIKADO - DOLMEN HOME VIDEO

Data uscita: 2008-09-12

NOTE
- REALIZZATO CON IL SOSTEGNO DEI PROGRAMMI EURIMAGES E MEDIA DELL'UNIONE EUROPEA.

- PRESENTATO ALLA 5. EDIZIONE DELLE 'GIORNATE DEGLI AUTORI - VENICE DAYS', VENEZIA 2008.
CRITICA
"Ci sono soggetti che è meglio trattare con leggerezza, non con la lacrima. Pasolini ce l'ha fatta. Il film è pieno di sottili osservazioni su piccoli fattori umani, ha uno sguardo tenero, pudico, complice, su un'umanità disperata e coraggiosa al punto di abbandonare luoghi, affetti. L'autore mescola con abilità e umorismo, dirigendo attori improvvisati, il neorealismo sociale con la commedia, un classico gruppo perdente da Monicelli, dai 'Soliti ignoti a Brancaleone', ma anche 'Fuga per la vittoria' dove giocando a calcio si scappava dai nazi. Un film che parla di oggi e nasconde un dramma vero sotto il professionismo: una doppia lettura che lo rende intelligente e commestibile, per critici e platea". (Maurizio Porro, 'Corriere della Sera', 29 agosto 2008)

"Pasolini è furbo e pesca anche da 'Fuga per la vittoria' (una volta in campo il demone dello sport ti costringe a fare sul serio pur se hai altre priorità) ma è anche dannatamente bravo. Le facce sono bellissime, il ritmo perfetto e alcuni personaggi indimenticabili. Il monologo del laconico becchino cingalese che ha seppellito tutte le persone che amava fa piangere. Lui è il primo che entra in campo con dignità per giocare le partite. Quando lo vediamo andarsene via per l'Europa seguendo i binari di un treno vorremmo andare con lui. E questa non è formula. Questo è cinema". (Francesco Alò, 'Il Messaggero', 30 agosto 2008)

"Un esordio speciale quello di Uberto Pasolini che ha ritrovato come regista tutta la leggerezza che aveva portato al successo i film da produttore, 'Full Monty', 'I vestiti dell'imperatore'". (Maria Pia Fusco, 'la Repubblica', 30 agosto 2008)