Nel 1994 due giovani bolognesi di vent'anni, Gianca e Nick, si conoscono a Perugia durante lo stage per giovani musicisti di Umbria Jazz e diventano amici. Gianca è stato spinto a suonare il sax dal padre, musicista fallito e rampante commercialista. Nick suona la tromba e ha grande talento. Con il suo carattere estroverso entrerà con decisione anche nella vita della sorella di Gianca, Selvaggia, dalla quale avrà la figlia Zoe. I due ragazzi, uniti dalla comune passione per la musica e dalle notevoli differenze tra loro, mettono su una band e formano il "Joy Spring Quintet", ma ben presto il talento naturale e assoluto di Nick emerge, portandolo lontando da Bologna e facendo crescere in Gianca una forte delusione per la sua mediocrità artistica...
SCHEDA FILM
Regia: Pupi Avati
Attori: Claudio Santamaria - Nick Cialfi, Vittoria Puccini - Francesca, Paolo Briguglia - Gianca Zanichelli, Johnny Dorelli - Ludovico Zanichelli, Augusto Fornari - Marcello, Alessio Modica - Dedo Maramotti, Enrico Salimbeni - William Maramotti, Selvaggia Quattrini - Gilberta Zanichelli, Manuela Morabito - Greta Zanichelli, Eliana Miglio - Signora Zanini
Soggetto: Pupi Avati
Sceneggiatura: Pupi Avati
Fotografia: Pasquale Rachini
Musiche: Riz Ortolani
Montaggio: Amedeo Salfa
Scenografia: Simona Migliotti
Costumi: Catia Dottori
Durata: 146
Colore: C
Genere: DRAMMATICO ROMANTICO COMMEDIA
Produzione: ANTONIO AVATI PER DUEA FILM E RAI CINEMA
Distribuzione: 01 DISTRIBUTION (2005)
Data uscita: 2005-02-04
NOTE
- DAVID DI DONATELLO 2005 A RIZ ORTOLANI COME MIGLIOR MUSICISTA. IL FILM ERA STATO CANDIDATO ANCHE PER: MIGLIOR ATTORE NON PROTAGONISTA (JOHNNY DORELLI) E MIGLIOR CANZONE ORIGINALE.
- CANDIDATO AL NASTRO D'ARGENTO 2006 PER MIGLIORE PRODUTTORE (ANTONIO AVATI).
CRITICA
"I registi prolifici spesso girano intorno a due o tre tipi di storie, non di più, ma col passare degli anni finiscono per raccontarle sempre meglio. I sentimenti si affinano, l'ambientazione acquista nuove sfumature, il coro dei personaggi cresce in numero e nitidezza. Quando poi lo sfondo è palesemente autobiografico, a forza di reinventarsi l'autore finisce per liberarsi, paradossalmente, da ogni personalismo. Travasando in un frammento di memoria privata echi e suggestioni che vanno ben oltre la sua esperienza. E' quanto accade con questo 'Ma quando arrivano le ragazze ?', quasi un kolossal per gli standard di casa Avati. Chiave della faccenda, che forse riecheggia l'antica e sofferta amicizia-rivalità con Lucio Dalla, musicalmente ben più dotato di Avati, è infatti la scelta di trasporre tutto al presente, cosa che stende una patina di intonato anacronismo su questi giovani così perbene e innamorati del jazz come i loro genitori. Anzi, talvolta costretti o quasi a vivere questa passione proprio per risarcire il padre dalle sue frustrazioni giovanili. (...) Con l'aria di chi vuole solo divertirsi, insomma, Avati mira alto. E pigiando sul pedale di una bonaria nostalgia si fa perdonare anche il maschilismo vieux jeu che relega le donne, compresa l'amata Vittoria Puccini, in posizioni ancillari. Pure proiezioni del desiderio maschile. Com'era una volta, del resto, e come spesso è ancora. Anche se l'ipocrisia dominante finge di non ricordarsene più." (Fabio Ferzetti, 'Il Messaggero', 4 febbraio 2005)
"Il piccolo miracolo costituito da 'Ma quando arrivano le ragazze?' sta nel fascino e lo spasimo di una storia insieme personale e universale e nella linfa che trasmette ai più sfumati passaggi della sua rappresentazione: a cominciare dall'apparente nostalgia giovanilistica che si rivela a poco a poco uno stoico controcanto alla fatica di diventare adulti. (?) Punteggiate dal riferimento al mistero astronomico delle comete, le intermittenze del cuore costruiscono una spirale esistenziale che attraversa la linea d'ombra tra giovinezza e maturità e s'infrange solo quando l'uno rientra nei ranghi della normalità borghese e l'altro imbocca la strada della celebrità. Interpretato da bravissimi semi-sconosciuti, il film recupera, inoltre, Johnny Dorelli che, con il conforto dell'intonazione dolente e scarnita della voce, dà vita al superbo ruolo del padre tenero e frustrato sognatore. Come succede nei film del cuore, il personaggio chiave è anche la città di Bologna, colta in uno svariante caleidoscopio d'atmosfere che non a caso si chiude nell'obbligato tunnel di un'amarissima pacificazione." (Valerio Caprara, 'Il Mattino', 5 febbraio 2005)
"'Ma quando arrivano le ragazze?' è un gustoso capitolo della commedia umana che Pupi Avati scrive da anni col suo cinema di affetti in andata e ritorno, minati dal tempo e dalla nostalgia. (?) Un film che parla di cose eterne, tanto che le comete fanno da agenda agli affetti quotidiani passandoci intorno veloci. Il cast è un jolly, dalla diva tv Vittoria Puccini al sincero Paolo Briguglia. Claudio Santamaria è capace di sottile e misurata introspezione: bravissimo." (Maurizio Porro, 'Corriere della Sera', 5 febbraio 2005)
"Nella filmografia del regista bolognese, 'Ma quando arrivano le ragazza?' rappresenta, almeno in un senso, una novità: è il film della maturità di Avati che mette in scena la prima sintesi generazionale compiuta: laddove da 'Impiegati' (1984) in poi, i giovani erano rappresentati piuttosto come corpi estranei da capire e magari da proteggere. Qui s'intuisce invece una continuità fondamentale tra le generazioni, in cui ciascuno è formato in profondità dall'altro: i figli dai padri come i padri dai fili. Ci riferiamo in particolare al bel personaggio del commercialista deluso, interpretato con sorprendente partecipazione da Johnny Dorelli. Anche la terna dei giovani interpreti è ben scelta: come se a ogni volto corrispondesse un destino." (Roberto Nepoti, 'la Repubblica', 4 febbraio 2005)