TRAMA BREVE
Dall'inizio degli anni Settanta la famiglia malavitosa dei Cammarano si è allargata a macchia d'olio sul territorio facendo forza, fra le altre cose, sulla violenta coesione tra i suoi componenti. Chiusi nella loro tenuta-fortino, impenetrabile dall'esterno, i Cammarano hanno via via accresciuto il loro potere fino a divenire i padroni incontrastati della zona. Ma l'equilibrio, costruito su una scala strettamente gerarchica e oppressiva, comincia a mancare. Le nuove generazioni della famiglia infatti, benché abitutate alla logica della sopraffazione e del pericolo, tendono istintivamente a sottrarsi al peso di una vita fatta di continui pericoli. E basta che uno solo di essi si tiri indietro perché l'intera piramide cominci a vacillare.
TRAMA LUNGA
Oreste, ultimo e più giovane esponente dei Cammarano, potente famiglia della camorra, racconta al giudice gli avvenimenti di cui è stato testimone e protagonista. Si parte da quando Amerigo, uscito da un durissimo scontro con i rivali, si presenta col piglio del vincente al cospetto del padre Tony, il capo del clan, nonostante abbia perso la figlia Amina. Mentre lo tradisce con il cugino Egidio, Irene, la moglie, ironizza su questo atteggiamento ossequioso da parte del marito, e gli altri figli Orsola e Oreste vivono il disagio di una difficile situazione familiare. Esasperato, Amerigo uccide il padre Tony, strangolandolo. Egido aspira a diventare il nuovo capofamiglia. Orsola compie 18 anni e si apparta a letto con il fratello Oreste. La guerra è ormai aperta. Libero elimina Amerigo e quindi Egidio uccide Libero. Ignazio pensa di essere il nuovo boss, ma è a sua volta eliminato. Anni dopo, bombe e attentati su succedono in continuazione. Passano sette anni, Oreste esasperato elimina tutti i componenti della famiglia. Rimane solo la madre Irene. Oreste la guarda, poi la uccide. Quindi chiama la polizia. Al termine della sua confessione, Oreste aggiunge di non essersi a sua volta ucciso, perché non vuole la pietà di nessuno.
SCHEDA FILM
Regia: Antonio Capuano
Attori: Carlo Cecchi - Antonino, Licia Maglietta - Irene, Toni Servillo - Amerigo, Antonino Iuorio - Egidio, Domenico Balsamo - Oreste, Italo Celoro - Tony, Antonio Pennarella - Libero, Enzo Romano - Ignazio, Susy Del Giudice - Elena, Antonia Truppo - Orsola, Lucia Ragni - Rita, Luca Riemma
Soggetto: Antonio Capuano
Sceneggiatura: Antonio Capuano
Fotografia: Tommaso Borgstrom
Musiche: Lelio De Tullio
Montaggio: Giogiò Franchini
Scenografia: Paolo Petti
Costumi: Metella Raboni
Effetti: Giovanni Colantuono
Altri titoli:
Red Moon
Durata: 116
Colore: C
Genere: DRAMMATICO
Specifiche tecniche: 35 MM (1: 1,66) DOLBY SRD DIGITAL
Produzione: ANDREA DE LIBERATO PER POETICHE CINEMATOGRAFICHE
Distribuzione: SHARADA
Data uscita: 2001-10-12
NOTE
- SUONO: MARIO IAQUONE.
- PRESENTATO IN CONCORSO ALLA 58. MOSTRA DEL CINEMA DI VENEZIA (2001).
- CANDIDATO AI NASTRI D'ARGENTO 2002 PER IL MIGLIOR REGISTA E LA MIGLIORE ATTRICE PROTAGONISTA (LICIA MAGLIETTA).
- REVISIONE MINISTERO MARZO 2002.
CRITICA
"Qualcuno, per 'Luna rossa', parlerà di 'memoria' della tragedia degli Atridi. Ma, pur dotato di mano sicura, abile negli incastri, Capuano è ancora al di sotto delle sue ambizioni". (Francesco Bolzoni, 'Avvenire', 8 settembre 2001)
"La regia di Capuano, spezzata in brevi sequenze che s'inseguono lungo un montaggio particolarmente nervoso, mostra un'indubbia personalità. Tra innumerevoli fatti di sangue, la spietata legge della camorra è messa in scena con talento (magari dal punto di vista etico, con un eccesso di romanticismo); peccato che il film sia eccessivamente lungo e che gli avvenimenti si affollino troppo, nella seconda parte, per non produrre saturazione". (Roberto Nepoti, 'la Repubblica', 8 settembre 2001)
"Più che dalla trilogia di Coppola, l'ispirazione viene da 'Fratelli' (1996) di Abel Ferrara, e non mancano le strizzate d'occhio a Carmelo Bene. Meglio sarebbe attenersi al classico 'Scarface' di Hawks, mentre qui il racconto procede slegato, sibillino e privo di stile". (Tullio Kezich, 'Corriere della Sera', 8 settembre 2001)
"C'è qualche scompenso, magari deve essere ancora rifinito, non tutto è allo stesso livello di incandescenza, a tratti Capuano sembra quasi ansioso di spiegare, di farsi capire. Ma gli attori bravissimi, il gioco sofisticato delle inquadrature, l'impeto dell'insieme, parlano di un progetto solido, consapevole, molto personale". (Fabio Ferzetti, 'Il Messaggero', 8 settembre 2001)
"Ciò che si può rimproverare al film (oltreché, dal punto di vista etico, un romanticismo eccessivo per l'argomento) è la lunghezza: dopo una splendida prima parte, nella seconda gli avvenimenti si affollano fino a produrre una sorta di saturazione. Grandiose le interpretazioni di Toni Servillo, Licia maglietta, Antonino Iuorio, Carlo Cecchi". (Roberto Nepoti, 'la Repubblica', 14 ottobre 2001)