TRAMA CORTA
Per tutta la vita l'architetto George Monroe non ha fatto altro che rincorrere il suo grande sogno: costruire una casa su una scogliere a picco sul mare. Ma il suo è un obiettivo pagato a caro prezzo: una famiglia distrutta ed una vita privata ridotta in macerie. Alla soglia dei cinquant'anni George scopre di essere malato di tumore allo stato terminale e di avere ormai poco tempo a disposizione. Decide allora di realizzare l'ultimo suo sogno: riappacificarsi con il figlio.
TRAMA LUNGA
Dopo il divorzio da Robin, l'architetto George è rimasto a vivere nella sua casa sulla scogliera, che negli anni è degenerata fino a diventare una baracca. Un giorno l'uomo viene licenziato (non vuole imparare ad usare il computer) e scopre che un tumore gli lascia solo pochi mesi di vita. Decide di abbattere la sua vecchia casa per costruire quella dei suoi sogni, e vuole al fianco il figlio Sam per tentare di recuperare il suo affetto. Sam è un ragazzo difficile, fa uso di droghe e sembra non amare nessuno, né i genitori, né il ricco patrigno freddo e concentrato solo sul lavoro, né tantomeno se stesso. George è tenace, non ha più nulla da perdere e arriva a toccare il cuore del figlio parlandogli molto sinceramente. Anche lui ha avuto un'adolescenza difficile, con un padre che picchiava la madre e che ne aveva provocato la morte in un incidente stradale, nel quale era rimasta coinvolta anche un'altra auto, facendo finire una bambina su una sedia a rotelle. George conquista la fiducia del figlio, ottiene nuovamente l'amore di Robin e l'affetto di molti vicini. Proprio uno di questi, Coleen, con la bizzarra figlia invaghitasi di Sam, ingaggia un gruppo di operai per portare a termine la casa quando ormai George comincia a dare i primi segni di cedimento e tutti scoprono la verità fino a quel momento nascosta. All'ospedale George muore fra le braccia di Robin, che torna da un marito anch'esso cambiato in meglio da tutta la vicenda. La casa è terminata ed è splendida ma Sam, che secondo il testamento di George è il nuovo proprietario, sa di non poterla tenere. La regala alla ragazza che anni prima il nonno aveva costretto sulla sedia a rotelle e torna a vivere con la madre.
SCHEDA FILM
Regia: Irwin Winkler
Attori: Kevin Kline - George, Kristin Scott Thomas - Robin, Hayden Christensen - Sam, Jena Malone - Alyssa, Mary Steenburgen - Coleen, Mike Weinberg - Adam, Scotty Leavenworth - Ryan, Ian Somerhalder - Josh, Jamey Sheridan - Peter, Scott Bakula - Kurt Walker
Soggetto: Mark Andrus
Sceneggiatura: Mark Andrus
Fotografia: Vilmos Zsigmond
Musiche: Mark Isham
Montaggio: Julie Monroe
Scenografia: J. Dennis Washington
Costumi: Molly Maginnis
Effetti: Chris Brown, Robbie Knott, Sassoon Film Design
Durata: 124
Colore: C
Genere: DRAMMATICO
Produzione: WINKLER FILMS
Distribuzione: 01 DISTRIBUTION
Data uscita: 2002-01-11
CRITICA
"Scritta dal marpione Mark Andrus ('Qualcosa è cambiato'), la commedia-mélo ha tutto per piacere. Troppo. Tanto che nella seconda parte frana sotto il peso dei buoni sentimenti e dell'ipocrisia. Antidoti? Rivedere 'American Beauty'". (Fabio Ferzetti, 'Il Messaggero', 11 gennaio 2002)
"Popcorn per la prima parte, fazzolettini (tanti) per la seconda. E' un 'cancer-movie' che si fa strada a colpi bassi nel cuoricino ferito dei benpensanti, mescolando la lacrima terminale di 'Scelta d'amore' alla promiscuità 'American Beauty' della famiglia disgregata, con tanto tanto zucchero. (...) A volte si va al cinema anche per farsi massaggiare il desiderio frustato di riconciliazione. Si astengano i diabetici". (Silvio Danese, 'Il Giorno', 11 gennaio 2002)
"Rispetto alle storie di cancro delle stagioni precedenti, 'L'ultimo sogno' di Irwin Winkler ha comunque il vantaggio di far prevalere su quella melodrammatica, la vena di commedia; salvo nella parte finale, ovviamente, dove il pianto dilaga e vien fuori la morale della favola. (...) Con un soggetto del genere, neppure il bel cast può fare miracoli; ma, almeno, Kristin è una credibile mamma americana, il giovane Hayden possiede un certo carisma da ribelle e l'ottimo Kevin Kline minimizza i danni della storia menagrama alternando, con mestiere consumato, vena comica e vena drammatica". (Roberto Nepoti, 'la Repubblica', 13 gennaio 2002)