Nel 1921, in una piccola città di provincia, una modesta compagnia di operette sta provando, sotto la guida dell'impresario-regista Reiger, "Mazurka blu" di Franz Lehar, che vorrebbe rappresentare a Milano, centro della vita artistica italiana dell'epoca. Il cavalier Lanza, direttore del teatro Diana di Milano e dell'omonimo albergo adiacente, viene a vedere le prove e scrittura subito tutta la compagnia per il suo teatro, alloggiandola, per giunta, nell'Hotel, dove è venuto da poco ad abitare il questore della città, Serra, che è l'amante della soubrette della compagnia, Grete. Milano vive un periodo molto agitato: è una città sconvolta da gravi tensioni politiche e sociali che sembrano gravitare proprio intorno al teatro Diana e all'albergo, il cui direttore, una figura ambigua, ha evidenti legami con importanti e misteriosi gruppi politici. Mentre gli anarchici, volendo attirare l'attenzione sul loro capo Malatesta, che è rinchiuso a S. Vittore, pensano di organizzare un attentato che impressioni l'opinione pubblica, i fascisti attendono l'occasione propizia per prendere il potere. In mezzo a tutto questo intreccio di trame segrete, la compagnia continua le prove con molte difficoltà, anche per capricci e impreparazione di alcuni interpreti. Quando Reiger cerca di rimandare il debutto per ottenere una migliore esecuzione, Lanza glielo impedisce con decisione. Pertanto la prima rappresentazione avviene regolarmente la sera annunciata e nell'intervallo fra il secondo e il terzo atto scoppia in teatro una bomba, che uccide 17 persone e fra quest Grete. Sembra che i colpevoli siano due anarchici, anche se non tutto è chiaro e si sospettano delle complicità. I fascisti assumono la direzione dei solenni funerali delle vittime, manovrandone la tragica messa in scena.
SCHEDA FILM
Regia: Gianfranco Bettetini
Attori: Senta Berger - Grete, Erland Josephson - Serra, Mario Scaccia - Reiger, Paolo Bonacelli - Lanza, Marina Berti - Signora In Treno, Adele Cossi - Blanka, Giuseppe Fallisi - Giuliano, Francesco Carnelutti - Il Sindaco, Piero Baldini - Adolar, Gino Negri - Maesttro Agliano, Mario Pistoni - Coreografo, Cristina Piras - Attrice Giovane, Dante Guardamagna - Avv. Gasparri
Soggetto: Gianfranco Bettetini, Luigi Lunari
Sceneggiatura: Gianfranco Bettetini, Luigi Lunari, Alberto Farassino, Aldo Grasso, Tatti Sanguineti
Fotografia: Giulio Albonico
Musiche: Gino Negri
Montaggio: Gianni Lari
Scenografia: Enrico Tovaglieri
Costumi: Franca Zucchelli
Durata: 121
Colore: C
Genere: DRAMMATICO POLITICO
Specifiche tecniche: NORMALE A COLORI
Produzione: ANNA MARIA CERATO PER RAI RADIOTELEVISIONE ITALIANA, COMUNE DI MILANO, REGIONE LOMBARDIA
Distribuzione: TITANUS (1988)
NOTE
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CRITICA
"Un racconto di sano realismo, scritto con spirito lombardo e non folkloristico dallo stesso Bettettini e da Luigi Lunari, ma che non si esaurisce nella verità dei fatti: lo testimoniano i movimenti di macchina, spesso ricercati, e gli attori che, manovrando l'allegria coatta, si inseriscono molto bene nel puzzle: ci piacciono l'irresponsabile follia, l'ultima, della Berger e la consapevole amarezza, la prima, di Paolo Bonacelli, mentre Josephson è sempre espressivo ex aequo pensoso, il ribelle playboy Roberto Cajafa recita con grinta e Scaccia ci dà dentro facendo un impresario molto caratterizzato. Tutto nel segno di una operosità cine-televisiva lombarda, per un film che ora all'uscita sugli schermi merita attenzione anche per il contributo musicale di Gino Negri e per la morale che castiga, sorridendo, i costumi di tanti anni fa." (Maurizio Porro, 'Il Corriere della Sera', 14 febbraio 1988)
"Come volevasi dimostrare, il film di Gianfranco Bettettini sulle bombe del Diana, 'L'ultima mazurka', esce con circa un anno e mezzo di ritardo sulla sua presentazione alla Mostra di Venezia '86. Segno che gli spazi per un cinema con convenzionale, al di là di pochi eventi clamorosi restano abbastanza ridotti.(…) Del film non ci sentiamo tanto di raccomandare l'intreccio privato (la singolare storia d'amore fra il questore Erland Josephson e la soubrette Senta Berger), o il funerale delle vittime in stile espressionista alla Strehler (non per niente siamo a Milano) o le troppe false piste di cui è disseminato il copione." (Tullio Kezich, 'la Repubblica', 18 febbraio 1988)
"Sono tre gli ambienti che in misura decrescente, attraverso una fitta rete di vasi capillari, il film mette ambiguamente in contatto: la compagnia di operette del cavalier Reiger, la Milano ufficiale con i suoi riti (l'inaugurazione della Rinascente) e i suoi protagonisti (il questore Serra, uomo d'ordine, e l'enigmatico.(…) In questo film sembra che tutti recitino secondo un copione di cui l'autore rimane sconosciuto. (…). 'L'ultima mazurka' è servito da un'ottima compagnia di attori senza distinzione tra personaggi principali e caratteristi. Senta Berger sa conciliare con grazia, frivolezza e spessore, civetterie e inquietudini presaghe; Erland Josephson incarna con asciutto appiombo e un'ombra di malinconia uno di quei funzionari dello Stato liberale di cui si servì con profitto il regime fascista; Paolo Bonacelli e perfetto nella sua felpata ambiguità; Mario Scaccia dagli occhi da matto è un capocomico di colorita evidenza che non sbaglia una battuta. Bene gli altri, si scriveva un tempo." (Morando Morandini, 'Il Giorno', 14 febbraio1988)