A Parigi Jeanne lavora in una libreria dove, un giorno, capita uno straniero in cerca di un libro d'arte. E' Dragan, venticinque anni come lei, profugo dalla ex-Jugoslavia, pittore. Dragan chiede a Jeanne di uscire, lei accetta. In seguito si vedono ancora, passano molte ore insieme, ma Dragan vive in ambienti molto precari insieme ad altri immigrati e Jeanne sente di doverlo invitare a trasferirsi a casa propria. Lui non ci pensa due volte, passa molto tempo a casa, lavora poco e vorrebbe che anche Jeanne rinunciasse ad andare in ufficio: dipinge, vende qualche opera, invita Jeanne ad una festa con i suoi connazionali. I due qualche volta litigano, ma il loro amore finisce sempre col prevalere. Tuttavia, per quanto si muova con attenzione, Dragan non può evitare l'arrivo della legge: scoperto privo del permesso di soggiorno, viene invitato ad abbandonare la Francia entro tre giorni. Inutilmente Jeanne consulta un amico avvocato: è un suo ex e Dragan lo tratta male, poi decide di rimanere a casa di lei, rifiutando il rimpatrio. Passa però poco tempo, e di nuovo si presenta la polizia. Stavolta c'è l'ordine di espulsione immediata. Jeanne e Dragan scendono in strada, la polizia li separa. Lei sale di nuovo le scale, piangendo forte.
SCHEDA FILM
Regia: Jean-Marc Barr
Attori: Geneviève Page - Alice, Dragan Nicolic - Zlatan, Thibault de Montalembert - Jean-Michel, Élodie Bouchez - Jeanne, Sergej Trifunovic - Dragan
Soggetto: Jean-Marc Barr, Pascal Arnold
Sceneggiatura: Jean-Marc Barr, Pascal Arnold
Fotografia: Jean-Marc Barr
Musiche: Virgin Records
Montaggio: Brian Schmitt
Scenografia: Françoise Rabut
Altri titoli:
DOGME # 5 - LOVERS
Durata: 96
Colore: C
Genere: COMMEDIA
Produzione: PASCAL ARNOLD E JEAN-MARC BARR PER LA TOLODA
Distribuzione: ISTITUTO LUCE (1999)
CRITICA
"Amore folle, giovane, eccentrico, instabile, "dogmatico": con camera a mano, fotografia sgranata, musica dal vivo, interpreti da performance, e fedele ai dettami di Lars Von Trier, il suo attore Jean-Marc Barre racconta la storia di una libraia e un pittore, costretti a subordinare la passione alle leggi, che prevedono l'espulsione del ragazzo. Copiati i principi di Trier, la libertà condizionata della cinepresa esalta i passaggi dell'esaltazione e della disperazione di coppia. Eccellente Elodie Bouchez (Silvio Danese, 'Il Giorno', 9 ottobre 1999).
"Lovers è il primo film francese realizzato secondo i dogmi dell'ormai noto 'Dogma 95', il manifesto teorico di Lars von Trier (Barr era tra gli interpreti del suo 'Le onde del destino') per un cinema in presa diretta, depurato dagli artifici dei teatri di posa. Girato in video il film ha una bassa definizione d'immagine; ma la compensa abbondantemente l'autenticità di personaggi e situazioni, alla cui normalità e verità si finisce per appassionarsi davvero. In versione francese, poi, 'Dogma' assume un aspetto piacevolmente evocativo degli indimenticabili film della Nouvelle Vague di Godard & Co. C'è soltanto da rammaricarsi dell'assurdo doppiaggio italiano. Nell'originale Jeanne e Dragan parlano inglese, come la maggior parte degli europei quando non capiscono le rispettive lingue. Da noi, tutti e due parlano italiano: ma lui con la cadenza dei russi cattivi nei film di 007, lei con un accento francese che sembra quello dell'ispettore Clouseau nella "Pantera rosa". (Roberto Nepoti, 'la Repubblica', 17 ottobre 1999)
"Bizzarro: l'attore francese Jean-Marc Barr firma un film da regista che si uniforma disciplinatamente ai dettami del cosiddetto manifesto estetico 'Dogma '95' elaborato da Lars von Trier, ma poi da noi l'Istituto Luce lo fa uscire doppiato a metà, introducendo cioè un elemento di puro artificio tale da contraddire il rigore dell'assunto. Magari si poteva lasciare il sonoro originario, peraltro più congruo all'intreccio della vicenda: invece finisce che il giovane jugoslavo Dragan di cui si innamora la francese Jeanne parli 'naturalmente' in italiano mentre in originale si esprime, per farsi capire, nel più plausibile inglese". (Michele Anselmi, 'L'Unità', 18 ottobre 1999)