Pan è un giovane con un grande amore per la musica. Approfitta delle fiere del villaggio per mostrare a tutti il suo talento musicale. È proprio in una di queste fiere che incontra Sadaw, una giovane ragazza di cui si innamora e che presto sposa. Il giorno del matrimonio Pan regala a Sadaw una radio transistor a cui entrambi si affezionano molto. Dopo poco Pan è costretto a partire per prestare il servizio militare e quindi a lasciare sola la moglie incinta. Durante il periodo di ferma gli si presenta finalmente l'occasione di una vita: andare a Bangkok e sfondare con la sua band. Due anni dopo le cose non vanno meglio: Pan si ritrova a lavorare in una piantagione di canna da zucchero e pensa con nostalgia alla sua radio transistor che gli evoca tempi sereni quando ancora i suoi sogni erano possibili...
SCHEDA FILM
Regia: Pen-ek Ratanaruang
Attori: Suppakorn Kitsuwan - Pan, Siriyakorn Pukkavesa - Sadaw, Somlek Sakdikul - Suwat, Black Pomtong - Yod, Porntip Papanai - Dao, Prasit Wongrakthai - Il Vecchio Chuey, Ampol Rattanawong - Siew, Chartchai Hamnuansak - Guardia Carceraria
Soggetto: Wat Wanlayangkoon
Sceneggiatura: Pen-ek Ratanaruang
Fotografia: Chankit Chamniwikaipong
Musiche: Amornbhong Methakunavudh, Chartchai Pongprapapan
Montaggio: Patamanadda Yukol
Scenografia: Saksiri Chuntarangsri
Costumi: Sombatsara Teerasaroch
Altri titoli:
TRANSISTOR LOVE STORY
Durata: 90
Colore: C
Genere: DRAMMATICO MUSICALE COMMEDIA
Specifiche tecniche: 35 MM (1:1,85)
Tratto da: ROMANZO OMONIMO DI WAT WANLAYANGKOON
Produzione: CINEMASIA
Distribuzione: LUCKY RED
Data uscita: 2003-07-04
NOTE
PRESENTATO ALLA 34MA "QUINZAINE DES REALIZATEURS" A CANNES 2002.
SUONO: NIPAT SUMNEANGSANOR.
CRITICA
"Ricolmo di colpi bassi, 'Monrak transistor' è un classico mélo fotoromanzato da Italia '50 in cui l'eroina oggetto di desiderio è un maschio. Turgido e colorato, il film si allunga oltre misura, si ripete e si piange addosso: ma come tutto il cinema made in Oriente è un ritratto sociale controverso con contadini e paillettes da parte di un regista che crede nella lacrima, viene della pubblicità e però ora vive negli Usa". (Maurizio Porro, 'Corriere della Sera', 5 luglio 2003)