L'OSSESSIONE DEL MOSTRO

In seguito a un incidente, il bel volto di Lynn Nolan, fotomodella fidanzata con il chirurgo John Rowan, è rimasto orribilmente deturpato. Abbandonato il suo posto all'ospedale, John si dedica anima e corpo alla ricerca di un mezzo per restituire a Lynn la sua bellezza: per averla perduta, infatti, la giovane piange, si dispera, minaccia di uccidersi. Finalmente, la grande scoperta: il trapianto della glandola pituitaria potrà ridare alla pelle del suo viso lo splendore e la levigatezza di quello di una bimba. L'operazione, compiuta con un organo prelevato a un cadavere, sembra avere avuto pieno successo: Lynn riacquista tutto il suo fascino, ma ben presto, improvvisamente sul suo volto riappare l'orrenda cicatrice. Incapace di resistere alla disperazione di Lynn, John si procura un'altra glandola, uccidendo una prostituta, ma l'effetto del trapianto è di ancor più breve durata. Spinto dallo sfrenato egoismo della fidanzata, Rowan si trasferisce con lei in una solitaria villa sulla Manica, attira in casa, credendola una solitaria autostoppista, la giovanissima Terry; ma non fa in tempo a ucciderla: fiutata, in quella casa, un'aria strana, la ragazza (che vive, in realtà, con un gruppo di teppisti) si allontana per raggiungere i compagni. John, ormai schiavo della sua ossessione, uccide un'occasionale compagna di treno, ma il nuovo trapianto gli è impedito dall'improvviso ritorno di Terry, che lo sorprende con in mano la prova dell'ultimo delitto. Terrorizzata, la ragazza fugge, ma Rowan e Nolan la inseguono e la eliminano. Non vedendola tornare, i suoi compagni si installano in casa della coppia, e anche loro si accorgono con chi hanno a che fare: ormai completamente pazza, Lynn si libera di costoro con il laser (strumento usato da Rowan per le sue operazioni), ma viene a sua volta mortalmente colpita dal medesimo. Sfuggito a ogni controllo, l'apparecchio completa l'opera uccidendo Rowan, i teppisti superstiti, l'innocente sorella di Lynn e i il suo fidanzato, venuti per por fine ai crimini dello sciagurato chirurgo.