Il ritrovamento di un baule pieno di denti d'oro estratti dalle vittime dell'Olocausto rivelerà terribili segreti cambiando per sempre la vita di Abramo, dei suoi familiari e degli altri abitanti di un sonnolento villaggio in Baviera.
SCHEDA FILM
Regia: Jorg Graeser
Attori: Hanna Schygulla - Barbara 'Bärbel' Hunzinger, Günther Maria Halmer - Karl Lechner, Daniela Schötz - Annamirl Hunzinger, Robert Dietl - Huntziger, Maria Singer - Madre di Lechner, Karl Friedrich - Sindaco Probst, Otto Tausig - Prete, Harry Täschner - Poliziotto, Sepp Schauer - Poliziotto, Johanna Bittenbinder - Commerciante, Toni Gierl - Cuoca, Christiane Blumhoff - Cuoca
Soggetto: Jörg Graser
Sceneggiatura: Jörg Graser
Fotografia: Henning Stegmüller
Montaggio: Helga Borsche
Scenografia: Gerald Damovsky, Tobias Siemsen
Costumi: Petra Kray
Altri titoli:
Abraham's Gold
Durata: 160
Colore: C
Genere: DRAMMATICO
Produzione: ADANOS FILM - AVISTA FILM
Distribuzione: ACADEMY - RCS FILMS&TV
NOTE
- PRESENTATO AL 43. FESTIVAL DI CANNES (1990) NELLA SEZIONE 'UN CERTAIN REGARD', HA OTTENUTO IL PREMIO DEL PUBBLICO.
- REVISIONE MINISTERO DICEMBRE 1992.
CRITICA
"Il soggetto è tratto da una storia realmente accaduta, riferita da Anna Rosmus - personaggio reale cui è ispirato il film di Michael Veerhoven 'L'enfant terrible'. Non si tratta del solito copione sul dramma dell'olocausto e la Germania del Terzo Reich, ma di un tentativo lucido e sofferto di riappropriarsi della propria storia, vista questa volta con l'occhio di chi appartiene alla discendenza dei colpevoli. Graser si lascia andare forse qua e là ad accenti nostalgici, ma non smette mai di premere sul punto nevralgico. Anzi, costruisce tutto il film attorno a questo nodo senza lasciarlo presagire, tant'è che quando il dramma esplode l'amor fati si scioglie in un disagio amaro, un dolore profondo che rimane però giustamente distante dal clamore dell'indignazione. Quando i colpevoli si trovano calati d'improvviso nei panni delle vittime, allora si scuotono di dosso l'indifferenza. Mentre l'amore innocente è ancora una volta ucciso dal vecchio e sopito odio. Graser affronta il ritorno del rimosso senza retorica, impiantandolo su musiche di Bach, Dvorak, Strauss e Vivaldi." (Monica Repetto, 'Paese Sera', 11 Febbraio 1993)