TRAMA BREVE
Nel 1954 in una soffitta vicino Napoli, Bambino, un piccolo di sette anni conosce il corpo di Rafilina , una cameriera poco più che quindicenne, seguendo la passione amorosa di quest'ultima per lo sfaccendato giocatore di biliardo Carmine Russo. Bambino osserva il lento deteriorarsi del loro rapporto e assiste, non visto, ai loro incontri, compreso quello in cui l'uomo, accusato da Rafilina di essere un magnaccia, la aggredisce. Per difenderla Bambino attacca l'uomo ma viene vinto e umiliato per cui giura vendetta. Nella scuola che frequenta c'è Suor Agnella di Cristo Re che prepara rimedi con le erbe per alleviare le sofferenze del corpo oltre a quelle dell'anima. Bambino sottrae le chiavi del laboratorio, prende un'erba velenosa e la mischia all'anice che Rafilina offre a Carmine a ogni appuntamento. Il piano avrà effetto oppure è tutto un sogno di Bambino?
TRAMA LUNGA
Italia, 1954. Sono i giorni del Natale in un paesino nel napoletano e in una famiglia composta da tante donne e da uno zio prete. Nel letto di sua Madre, Bambino aspetta il Padre, temendo di esserne cacciato al suo arrivo. Convinto che la Madre non l'ami più, Bambino proietta il proprio affetto su Rafilina, cameriera quindicenne, innamorata di Carmine Russo, un disoccupato che passa la giornata al biliardo. Presente agli incontri amorosi tra i due, Bambino una sera assiste, stavolta non visto, ad un litigio nel quale Rafilina accusa Carmine di essere un magnaccia. Carmine aggredisce la ragazza, Bambino interviene nell'improbabile tentativo di difenderla, ha la peggio ma dentro di sé si ripromette di vendicarsi. Nella scuola, che Bambino frequenta, c'è Suor Agnella, che sembra avere due scopi fondamentali: giovare al corpo, preparando estratti a base di erbe, e all'anima, mettendo in guardia gli alunni contro le insidie provocate dai nemici del genere umano. Dal laboratorio della suora, Bambino porta via un po' di polvere velenosa della oleandrina. Poi la mescola all'anice che Rafilina di solito porta da bere a Carmine. Questi beve, e si sente male. Bambino osserva dall'alto. Forse è solo la proiezione dei suoi desideri.
SCHEDA FILM
Regia: Giuseppe Rocca
Attori: Andrea Refuto - Il Bambino, Mariagrazia Galasso - Rafilina, Giusi Saija - La Madre, Antonio Pennarella - Carmine Russo, Nuccia Fumo - Zia Carmela, Olimpia Di Maio - La Nonna, Antonella Stefanucci - Zia Titina, Riccardo Zinna - Zio Vincenzo, Milena Vukotic - La Maestra, Marina Confalone - Suor Agnella Di Cristo Re, Maria Izzo (II) - Filomena
Soggetto: Giuseppe Rocca
Sceneggiatura: Giuseppe Rocca
Fotografia: Antonio Grambone
Musiche: Pasquale Scialò
Montaggio: Anne Wollrath
Scenografia: Paolo Petti
Costumi: Elena Del Guerra
Durata: 102
Colore: C
Genere: COMMEDIA
Specifiche tecniche: 35 MM.(1:1,85)
Produzione: SILVANA LEONARDI E VINCENZO DI MARINO PER WUNDERKAMMER S.R.L.
Distribuzione: THULE
NOTE
OPERA PRIMA PRESENTATA ALLA MOSTRA DI VENEZIA 2000 NELLA SETTIMANA DELLA CRITICA PROMOSSA DAL SINDACATO NAZIONALE CRITICI CINEMATOGRAFICI (SNCCI).
CRITICA
" 'Lontano in fondo agli occhi' è il bel debutto del napoletano Giuseppe Rocca visto all'ultima Mostra di Venezia. Visionario, doloroso, molto privato, forse autobiografico". (Fabio Ferzetti, 'Il Messaggero', 2 marzo 2001)
"Il modo con cui Garrone rappresenta questo piccolo mondo antico evoca gli 'amarcord' felliniani, nel surrealismo da imagerie cattolica, nell'ossessione del peccato e nel flusso di sensualità che circola ovunque. Quel che si apprezza di più non è tanto l'accuratezza della ricostruzione quanto l'aria che si respira nelle inquadrature: sembra di inalare la polvere degli ambienti, odorare gli aromi della cucina a Capodanno, respirare il fresco delle lenzuola di bucato. E questo è un altro aspetto che conosce berne chi ama il cinema di Fellini. Il quale avrebbe evitato un finale drammatico come quello scelto da Garrone; ma, in fondo, potrebbe essere solo la fantasia di un bambino 'impazzito per amore' ".(Roberto Nepoti, 'la Repubblica', 1 aprile 2001)