Due anziane donne soffrono le conseguenze di un crimine in cui sono stati coinvolti, su fronti opposti, i rispettivi nipoti.
SCHEDA FILM
Regia: Brillante Mendoza
Attori: Anita Linda, Rustica Carpio, Ketchup Eusebio, Benjie Filomeno, Bobby Jerome Go, Tanya Gomez, Jhong Hilario
Sceneggiatura: Linda Casimiro
Fotografia: Odyssey Flores
Musiche: Teresa Barrozo
Montaggio: Kats Serraon
Scenografia: Brillante Mendoza
Colore: C
Genere: DRAMMATICO
Produzione: CENTERSTAGE PRODUCTIONS, SWIFT PRODUCTIONS
NOTE
- SECONDO FILM A SORPRESA, IN CONCORSO, ALLA 66. MOSTRA INTERNAZIONALE D'ARTE CINEMATOGRAFICA DI VENEZIA (2009).
CRITICA
"Bel film davvero, attrici bravissime. E' perfetto il loro modo di intepretare la fragilità, l'insicurezza, lo smarrimento, il passo lento e pauroso dell'età, la timidezza, il trovarsi nella grande città chiassosa e affollata, il rapporto con i soldi e la burocrazia. A loro modo eroiche, remote da tutto ma decise a fare quanto devono, le due donne appaiono vecchie e forti; la delicatezza realistica del film è ammirevole." (Lietta Tornabuoni, 'La Stampa', 11 settembre 2009)
"Colpo di regia della Direzione della Mostra, la classica risorsa dell'ultima ora per mettere d'accordo la giuria probabilmente ingolfata tra richiami tanto contrastanti più che plurali, tra titoli che fra loro non competono ad armi pari. Ma ci sarebbe voluta, per il pur degno film, la mano di Eastwood. O quella di De Sica." (Paolo D'Agostini, 'la Repubblica', 11 settembre 2009)
"Mendoza fa un ritratto a tutto tondo della società filippina attraverso la sua metropoli andando a toccare luoghi, classi, istituzioni, riti e modi di un popolo e della sua cultura, consapevole dell'enorme ruolo svolto dalle donne, qui protagoniste assolute, vere paladine del vivere civile. Un film davvero sorprendente."(Alberto Crespi, 'L'Unità', 11 settembre 2009)
"Una bella conferma è 'Lola' (cioè Nonna) del filippino Brillante Mendoza, che riesce a piegare le sue radicali scelte di stile al servizio di una storia che sarebbe piaciuta a Zavattini, inseguendo due poverissime «nonne» alle prese una col funerale del nipote assassinato e l' altra con l'accusa di omicidio per il proprio nipote. Per questo e soprattutto per trovare un accordo che eviti il processo ci vogliono molti soldi che le due donne (due attrici professioniste di 84 e 79 anni, straordinarie) cercano di trovare in tutti i modi possibili. E un film che cominciava come una specie di documento antropologico si «allarga» fino a diventare un quadro coinvolgente e convincente della poverissima società filippina, dove la sopravvivenza viene prima di ogni altra cosa, dignità compresa." (Paolo Mereghetti, 'Corriere della Sera', 11 settembre 2009)
"La 'Lola' del filippino Brillante Mendoza, già vincitore di Palma nel 2008 con 'Serbis' ha entusiasmato molti. Nessuno come lui, del resto, sa filmare quella specie di inferno di ferraglie e sporcizia in cui si è trasformata la Manila della modernità, abitata dagli umani come fossero deboli batteri costretti a sopravvivere in un mondo avverso. Le cose peggiorano ulteriormente se sei vecchia, una 'Lola' appunto (in filippino: nonna), il cui nipote è stato ucciso per strada da un malvivente che voleva rubargli il cellulare appena comprato a rate. (...) Lucido e di gran mestiere, Mendoza è maestro nell'osservare il mondo come un entomologo, uno scienziato che mette sul vetrino agenti diversi per osservarne le reazioni. Il risultato è nudo come la migliore finzione di realtà." (Roberta Ronconi, 'Liberazione', 12 settembre 2009)
"Il filippino non torna mai a casa dai festival a mani vuote. Dopo essersi esercitato sui fuori programma di un cinemino porno ('Serbis') e sulla fotografia notturna ('Kinatay'), tira fuori un'altra accoppiata vincente: il piano sequenza e le nonne." (Maria Rosa Mancuso, 'Il Foglio', 12 settembre 2009)
"Spoglio, diretto, emozionante, quasi un antidoto. Le nonne del film sono due, Sepa e Puring, due anziane malandate perse nel caos assordante di Manila. La prima si è vista uccidere il nipote da un ladruncolo. La seconda è la nonna del ladruncolo. La polizia le invita a trovare un accordo economico. Per tutto il film le vediamo vagare fra tribunali e parenti, strozzini e pompe funebri. Alla fine, scoprendosi malanni e vite assai simili, raggiungono un'intesa. Ma intanto Mendoza ha messo a segno un film zeppo di piccoli e grandi momenti di verità. Un accesso di rabbia e impotenza senile. Una gita in campagna per spillare quattrini ai parenti ricchi (si fa per dire). Un treno scalcinato che attraversa le baraccopoli (con tanto di regista straniero che riprende quella miseria in slow motion, stoccata al miserabilismo turistico). Insomma cinema, e niente più." (Fabio Ferzetti, 'Il messaggero', 12 settembre 2009)