L'occhio selvaggio

ITALIA 1967
Per avere del materiale realistico per il suo documentario, Paolo, un regista italiano, non indietreggia dinanzi a nulla. In compagnia della sua amante Barbara, che ha convinto a lasciare il marito, e di una troupe improvvisata viaggia intorno al mondo per riprendere l'attualità e i suoi drammi. A Singapore riprende alcune prostitute sordomute e convince un medico a provare su alcuni tossicomani alcune cure molto energiche. Nel Siam, circuisce un sultano caduto in miseria cercando di convincerlo a vendergli una delle sue mogli, mentre a Saigon - incurante del pericolo - si avvicina ai guerriglieri e riesce a riprendere un'esecuzione capitale. Essendo venuto a conoscenza dei particolari di un attentato, decide di riprendere personalmente l'esplosione, ordinando al suo operatore di non abbandonare mai la macchina da presa, neppure dinanzi alla morte di Barbara.
SCHEDA FILM

Regia: Paolo Cavara

Attori: Philippe Leroy - Paolo, Delia Boccardo - Barbara Bates, Gabriele Tinti - Valentino, Luciana Angiolillo - Mrs. Davis, Giorgio Gargiullo - Rossi, Lars Bloch - John Bates

Soggetto: Paolo Cavara, Fabio Carpi, Ugo Pirro

Sceneggiatura: Paolo Cavara, Tonino Guerra, Alberto Moravia, Fabio Carpi

Fotografia: Marcello Masciocchi

Musiche: Gianni Marchetti

Montaggio: Sergio Montanari

Scenografia: Pier Luigi Pizzi

Altri titoli:

La cible dans l'oeil

The Wild Eye

Durata: 97

Colore: C

Genere: AVVENTURA

Specifiche tecniche: 35 MM, TECHNICOLOR, TECHNISCOPE

Produzione: CAVARA FILM, GEORGES MARCI

Distribuzione: MEDUSA

NOTE
- PRESENTATO AL V FESTIVAL DI MOSCA 1967.

- LA VERSIONE RESTAURATA A CURA DEL CENTRO SPERIMENTALE DI CINEMATOGRAFIA E' PRESENTATA ALLA IX EDIZIONE DEL FESTIVAL INTERNAZIONALE DEL FILM DI ROMA (2014).
CRITICA
"(...) Convinto che ogni uomo di cinema sia anzitutto un voyeur, Cavara passa (...) al cinema narrativo offrendoci il ritratto di un (...) documentarista (...) a sensazione (...). Alternando parti vere ad altre ricostruite (...) il film attrae per le sue doti spettacolari, ma (...) mostra la corda ogni qual volta s'addentra nei meandri di un'assai improbabile ricerca psicologica". (G. Napoli, "Film Mese", settembre 1967).