Quando il barone Mario di Villalta torna nella sua bella Napoli dopo vent'anni di soggiorno in Venezuela, trova la città ben diversa da come lui l'aveva conosciuta. Ora ci sono imperanti la mafia e la camorra. Assume come segretario un giovane povero studente all'ultimo anno di scuola media superiore, Nino, non dando ascolto al commissario Marsala che lo accusa d'essere un confidente del boss locale. Questi infatti lo incaricherà di introdurlo in casa del barone per un furto: Nino viene scoperto ed arrestato. Sua madre, Rosaria, domestica in casa della ricca Claudia, giovane spasimante per Nino che ella crede essere "baroncino" dal momento che il bugiardone così le si qualifica, viene a conoscenza che il barone è in realtà colui che vent'anni prima l'aveva sedotta e poi abbandonata: padre quindi di Nino, che ancora non lo sa! Fatto scarcerare il figlio per ritirata denuncia, il barone gli intesta tutti i suoi beni e si riconcilia con Rosaria alla quale chiede perdono. Durante un festa giovanile, i sicari del boss, convinto che Nino abbia parlato alla polizia accusandolo di sollecitazione al furto, si presentano con l'intenzione di eliminare il "traditore": il barone però gli fa da scudo mentre gli sparano e cade mormorando prima di spirare: "Chiamami papà!".
SCHEDA FILM
Regia: Ninì Grassia
Attori: Mark Bodin, Gino Brillante, Gigi Capone, Nino D'Angelo - Nino Esposito, Anna D'Onofrio, Jenny Tamburi, Luigi Russo, Maurizio Pesce, I Serpenti A Sonagli, I Fatebenefratelli, Maria Fiore - Rosaria, Vincenzo Falanga, Liliana Tari, Chris Avram - Il Barone Mario Di V
Soggetto: Ninì Grassia
Sceneggiatura: Ninì Grassia
Fotografia: Luigi Ciccarese
Musiche: Franco Chiaravalle, Nino D'Angelo
Montaggio: Franco Malvestito
Durata: 102
Colore: C
Genere: COMMEDIA
Specifiche tecniche: PANORAMICO A COLORI
Produzione: GIADA CINEMATOGRAFICA
Distribuzione: INDIPENDENTI REGIONALI (1983) - GENERAL VIDEO, POLYGRAM FILMED ENTERTAINMENT VIDEO
NOTE
CRITICA
Manca la regia, manca il ritmo, manca il montaggio, manca la minima partecipazione degli interpreti ai sentimenti dei relativi personaggi: insomma non c'è il film. La fotografia è sciatta, l'inconsistenza delle situazioni è insopportabile, l'incapacità tecnica degenera ripetutamente nell'ingenuità più grossolana. (Segnalazioni Cinematografiche)