Temendo che questa sia la sua ultima occasione in amore, Eddie ha commesso un grave errore: dopo appena una settimana di frequentazione ha chiesto alla bella ed affascinante Lila di diventare sua moglie. Così, nonostante l'opera di dissuasione messa in atto da suo padre e dal suo migliore amico, Eddie e Lila sono ora marito e moglie pronti a partire per la luna di miele in Messico. Tuttavia, durante il viaggio di nozze la ragazza mostra il suo vero, impossibile, carattere ed Eddie inizia a pentirsi della sua decisione troppo affrettata. Ad aggiungere confusione nella già triste condizione di Eddie interviene Miranda, una donna che si rivela la sua vera anima gemella. Come può ora conquistare la donna dei suoi sogni senza che la detestabile moglie se ne accorga?
SCHEDA FILM
Regia: Bobby Farrelly, Peter Farrelly
Attori: Ben Stiller - Eddie Cantrow, Michelle Monaghan - Miranda, Jerry Stiller - Doc, Malin Akerman - Lila, Carlos Mencia - Zio Tito, Rob Corddry - Mac, Stephanie Courtney - Gayla, Ali Hillis - Jodi, Kathy Lamkin - Madre di Lila, Joel Bryant - Michael
Soggetto: Neil Simon - sceneggiatura del 1972, Bruce Jay Friedman - racconto
Sceneggiatura: Scot Armstrong, Leslie Dixon, Bobby Farrelly, Peter Farrelly, Kevin Barnett
Fotografia: Matthew F. Leonetti
Montaggio: Alan Baumgarten, Sam Seig
Scenografia: Sydney J. Bartholomew Jr.
Arredamento: Cindy Carr
Costumi: Louise Mingenbach
Effetti: Furious FX
Altri titoli:
Seven Day Itch
Untitled Farrelly Brothers Project
Durata: 115
Colore: C
Genere: DRAMMATICO ROMANTICO COMMEDIA
Tratto da: racconto "A Change of Plan" di Bruce Jay Friedman
Produzione: DREAMWORKS PICTURES, CONUNDRUM ENTERTAINMENT, RADAR PICTURES, DAVIS ENTERTAINMENT
Distribuzione: UNIVERSAL
Data uscita: 2007-11-09
TRAILER
NOTE
- REMAKE DEL FILM "IL ROMPICUORI" (1972) SCRITTO DA NEIL SIMON E DIRETTO DA ELAINE MAY.
- LA REVISIONE MINISTERIALE DEL 18 AGOSTO 2009 HA ELIMINATO IL DIVIETO AI MINORI DI 14 ANNI.
CRITICA
"Tra mariachi invadenti, gemelli pettegoli, equivoci da videocassette hard, malintesi su una moglie morta massacrata. 'Tutti pazzi per Mary' è ormai un ricordo. Qualcosa si è inceppato nel meccanismo comico dei Farrelly. Al punto che sarebbe sufficiente guardare il trailer dello 'Spaccacuori'. Curioso poi che negli Usa, in un modo o nell'altro, si siano riscoperti i quarantenni imbranati, deboli nei confronti degli amici e dei genitori, subalterni nei confronti delle donne che incontrano, nel senso che proprio vengono costantemente tartassati. Ma non si tratta di critica ai machismo, solo di un escamotage per estorcere qualche sorriso a buon mercato. La commedia hollywoodiana recente è popolata da uomini imbranatissimi e da un'infinità di donne in attesa di prole, così ogni trasgressione sarà punita, dalle convenzioni e da un conservatorismo di fondo che sembra aleggiare tra i copioni." (Antonello Catacchio, 'Il Manifesto', 9 novembre 2007)
"Ai Farrelly interessa riaggiornare la storiella con un impianto di gag visive demenziali che sono il loro marchio di fabbrica, ma l'ancoraggio alla correttezza di un testo convenzionale non permette loro di essere filosoficamente irriverenti. La degenerazione, quando avviene, avviene in fondo pagina, in nota, come delirio schizzato di fine scena. Così tutto il coté di politicamente scorretto sulle comparse messicane o anche solo della presentazione della madre obesa di Lila, paiono forzature non richieste o, ancor peggio, concesse per pietà da produttori furbacchioni. Si salva solo la trovata del tavolo dei single, dopo neanche dieci minuti di film, quando ancora pare che i codici del comico-demenziale siano forma e contenuto dell'opera, come i Farrelly ci avevano abituati con sgorbi capolavori modello 'Fratelli per la pelle'." (Davide Turrini, 'Liberazione', 9 novembre 2007)
"I fratelli Farrelly e Ben Stiller sono stati fonte di grossi incassi con una formula volgare, ispirata alla commedia erotica italiana: quella di 'Tutti pazzi per Mary'. Saggiamente ora riducono molto la volgarità nello 'Spaccacuori', rifacimento del 'Rompicuori' di Elaine May (1972), tratto da una commedia di Neil Simon; sfortunatamente riducono molto anche il brio ribaldo. Morale: 'Lo spaccacuori' è meno lutulento, ma è più prevedibile. Restano a sostenere il film la bravura scontata di Stiller e la bellezza di Michelle Monaghan, nel ruolo della donna che lo fa innamorare, ma non è libera quando è libero lui (o viceversa). In sostanza 'Lo spaccacuori' sfrutta l'incontinenza sessuale maschile, scambiata più o meno consapevolmente per amore, e il suo corrispettivo, l'infatuazione femminile: quanti matrimoni derivano da questo fluido che ben presto s'esaurisce? In quel momento cade la mimesi femminile, dunque l'assiduità maschile ... I Farrelly non vogliono esser acuti, temendo di spaventare gli spettatori, visto che i loro non sono certo quelli del Woody Allen d'una volta. Così si resta a mezza strada." (Maurizio Cabona, 'Il Giornale', 9 novembre 2007)
"'Lo spaccacuori' di oggi, un preoccupato Ben Stiller che in luna di miele s'innamora della presunta donna della sua vita, sarebbe poi il 'Rompicuori' Charles Grodin, cui accadeva più o meno lo stesso nel ciclone sentimentale del '72, ma diretto da Elaine May. La differenza è che allora c'era la sceneggiatura del grande Neil Simon a sostenere la feroce parodia degli affetti, soprattutto nella versione americana usa e getta in umorismo yiddish, mentre i fratelli Farrelly, abbonati alla comicità trash popcorn, consumano la parodia del cinismo maschile in uno spottone per un ripetitivo Stiller cartoon.(...) una commedia ad equivoci fiacchi in cui le situazioni sono annunciate e il ritmo somiglia a quello d'una innocua pochade con cartoline da spiaggia, mai alla satira." (Maurizio Porro, 'Corriere della Sera', 9 novembre 2007)
"Vedere Stiller soffrire è sempre un godimento ma in questo film, tranne i primi 20 minuti che lo vedono in difficoltà (al matrimonio lo mettono al tavolo dei single: tutti bambini sarcastici), il nostro eroe se la spassa per poi tornare a vedere i sorci verdi come emigrante confuso tra i messicani in un finale appiccicato male. (...) Film per bambini. Non particolarmente spiritosi." (Francesco Alò, 'Il Messaggero', 9 novembre 2007)