Verità, Yesael, Miserere e Gigante sono gaglioffi che vivono di espedienti tra Sacramento e San Antonio. Approfittando della confusione provocata dalla guerra di secessione, rivestono opportunamente le diverse divise e si professano eroi. Fallito il travestimento, cadono nelle mani dei sudisti, che li condannano a morte e quindi li lasciano liberi perché la guerra è finita. Squattrinati e maldestri, i quattro rubacchiano un pranzo e i somari ai frati di un convento, poi finiscono sguatteri nel locale ove serve Paquita; da questa riescono a sapere dove un corrotto ufficiale ha nascosto l'oro. Mettono a punto un piano per eludere la sorveglianza della guardia del corpo del militare e per derubare quest'ultimo. Il colpo riesce: l'oro viene caricato su un carro. Ma quando stanno per prendere il volo, vengono a loro volta beffati da un misterioso personaggio. Verità, ammirato, gli chiede il nome: si tratta di Will James, autore del libro "Come arricchirsi nel West", al quale si era sinora ispirato senza troppo successo. Vista l'efficacia dell'azione di James, Verità riprende il suo ottimismo e lo infonde ai compagni.
SCHEDA FILM
Regia: Luigi Perelli
Attori: Gigi Bonos, Pietro Ceccarelli, Maria D'Incoronato, Mark Damon, Pat Nigro, Franco Garofalo, Enzo Fiermonte, Giorgio Dolfin, Stefano Oppedisano, Corrado Annicelli
Soggetto: Oreste Coltellacci
Sceneggiatura: Oreste Coltellacci
Fotografia: Mario Capriotti
Musiche: Manuel De Sica
Montaggio: Sergio Nuti
Altri titoli:
They Call Him Veritas
Durata: 91
Colore: C
Genere: WESTERN
Specifiche tecniche: TECHNISCOPE TECHNICOLOR
Produzione: R.T.R. MEDUSA
Distribuzione: MEDUSA
CRITICA
Un western privo di idee, in cui le modeste trovatine non sono sufficienti a colmare i vuoti narrativi, l'inconsistenza dei personaggi e l'inadeguatezza del ritmo, per cui lo spettacolo si svolge con notevole pesantezza. Anche se imperniato sulle fallimentari prodezze di quattro banditelli da strapazzo, il film è un "divertimento" privo di indicazioni etiche ed esula da giudizi pastorali. Soltanto alcune banalità nei dialoghi meritano qualche appunto. (Segnalazioni Cinematografiche, vol.73, p.113).