Live! - Ascolti record al primo colpo

Live!

4/5
Roulette russa per un inquietante mockumentary. Con una strepitosa Eva Mendes e un dubbio: reality o realtà?

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FRANCIA 2007
La produttrice televisiva Katy Courbet, ossessionata dagli indici di ascolto e dalla competizione con gli altri network sul terreno dei reality show, ha ideato un format destinato a diventare l'esperimento televisivo più sensazionale di tutti i tempi. "Live!" è infatti il titolo del programma in cui i concorrenti, pistola in mano, dovranno sfidarsi alla roulette russa per aggiudicarsi il ricco montepremi. Prima di riuscire a mandare il suo show in onda Katy dovrà però lottare con determinazione per difendere il suo format, forzare le leggi e le interpretazioni della Costituzione, persuadere gli inserzionisti pubblicitari e vincere le resistenze dei dirigenti del network. Ma all'avvio della diretta, i cinici propositi della giovane saranno messi in discussione da un inaspettato fuori programma.
SCHEDA FILM

Regia: Bill Guttentag

Attori: Eva Mendes - Katy, David Krumholtz - Rex, Eric Lively - Brad, Katie Cassidy - Jewel, Jeffrey Dean Morgan - Rick, Rob Brown - Byron, Jay Hernandez - Pablo, Monét Mazur - Abalone, Andre Braugher - Don, Missi Pyle - Plummy, Paul Michael Glaser - Presidente del Network, Curtis "50 Cent" Jackson - Se stesso (non accreditato

Soggetto: Bill Guttentag

Sceneggiatura: Bill Guttentag

Fotografia: Stephen Kazmierski

Musiche: Phil Marshall

Montaggio: Jim Stewart

Scenografia: Robert de Vico

Arredamento: Brad Douglas

Costumi: Dayna Pink

Durata: 93

Colore: C

Genere: COMMEDIA

Produzione: MOSAIC MEDIA GROUP, ATLAS ENTERTAINMENT

Distribuzione: MOVIEMAX (2009) - DVD E BLU-RAY: MONDO HOME ENTERTAINMENT (2009)

Data uscita: 2009-03-06

NOTE
- EVA MENDES FIGURA ANCHE COME PRODUTTRICE ESECUTIVA.
CRITICA
"Rozzo, superficiale, grossolano. Sgradevole. Affonda nella melma che ha l'aria di stigmatizzare con il trucco di proporsi come (finto) reportage. Spinto fino a chiudersi sulla dedica "alla memoria di Katy Courbet", cioè il personaggio assatanato di Eva Mendes. (...) Di certo qualcuno sosterrà invece lo spessore di un vibrante apologo." (Paolo D'Agostini, 'la Repubblica', 06 marzo 2009)

"Concentrata sull'idea forte, la trama sbanda negli sviluppi: ciance bollite su ipocrisia e libertà di espressione, banalità di marketing e teleproduzione spacciate per intuizioni geniali e si va in onda - 5 pallottole per 6 morituri su pedane/caricatore - senza immaginare che il suicida potrebbe restare ultimo o quanto sia rischioso armare gli esaltati. Share oltre il 50%, battuto il Super Bowl. Poiché scrive e dirige un premiato documentarista, riecco il consumato espediente della telecamera a mano. Poiché trattasi di sottosottomoralista film yankee, il finale sarà non solo pentito ('Mio Dio, cos'ho fatto?!'), ma anche punitivo. Da noi, trovare una conduttrice cinica/vera, intalpita tra amici, o isolata in fattoria, era un attimo." (Alessio Guzzano, 'City', 06 marzo 2009)

"Girato come un finto documentario, tutto in soggettiva da un filmaker destinato anch'egli a vendersi l'anima, il film-medium ha il difetto-base di confondersi col messaggio, utilizzando lo stesso sensazionalismo viscerale, per cui è facile, per lo spettatore, fare i conti morali con una materia pericolosa, contagiosa e così attuale. Può darsi che si sia già al settimo potere (quello incontrollato di YouTube), intanto è chiaro che si parla di qualcosa che ci riguarda da vicino.Due domande: perché la signorina tiene nel suo ufficio il poster di 'La dolce vita'? E non sa che nella roulette russa si fa girare ogni volta il tamburo della pistola, non ha visto il cacciatore? Sono peccati veniali in un documento d'ipertensione filmica e socio-arteriosa diviso equamente in due terzi di preparazione, con liti in ufficio sull'etica video, e uno di show in cui l'adrenalina vince. Ma è proprio questo schema elementare, spesso vicino al ridicolo, che finisce nell'annunciata coscienza, il limite dell' operazione, il suo essere trash nel senso di materiale grezzo, non lavorato psicologicamente: gli manca un po' di distacco." (Maurizio Porro, 'Corriere della Sera', 6 marzo 2009)

"Il film li racconta attraverso falsi spot e biografie che ricordano in modo sinistro le campagne elettorali americane, sia quelle viste al cinema, sia quelle reali. Dove il film convince molto meno, è nella messinscena dell'immaginaria rete tv (anche il funzionamento del reality, così come lo si vede nel film, è inverosimile: visto che c'è una sola pallottola in una pistola a tamburo, che succederebbe se il primo concorrente la trovasse e si sparasse in testa.. . in barba agli altri 5?) e nel vetusto espediente di far seguire Katy da un'onnipresente videocamera che registra tutti i suoi movimenti, e che quindi sta 'girando' il film stesso che stiamo vedendo. Dopo 'Truman Show', 'Ed TV' e il recente, clamoroso 'Coverfield' simili espedienti narrativi andrebbero proibiti." (Alberto Crespi, 'L'Unità', 6 marzo 2009)

"Da un cineasta ammirato e 5 volte candidato all'Oscar (con due vittorie) per i corti documentari, un film che condanna il cinismo del mondo televisivo con controllata freddezza. Sempre più efficace con lo scorrere dei minuti (ottimi gli attori) e con Eva Mendes che sovverte la sua immagine sex symbol per diventare una femme fatale che seduce senza sesso, ma solo con il profumo del successo. Brava e coraggiosa. Molto poco visto negli Usa. Forse hanno avuto paura del loro, nostro, futuro." (Francesco Alò, 'Il Messaggero', 6 marzo 2009)