Saeed è un giovane cineasta appassionato che cerca di insegnare ad altri giovani nella Ghouta orientale, in Siria, le regole delle riprese, ma la realtà che affrontano è troppo dura per rispettare qualsiasi regola. Il suo amico Milad è a Damasco, sotto il controllo del regime e sta finendo i suoi studi in Belle Arti. Ad un certo punto, Milad decide di lasciare la capitale per unirsi a Saeed presso la città di Douma assediata, dove hanno creato una stazione radio locale e uno studio di registrazione. Filmano tutto fino a quando un giorno è la telecamera a riprendere loro...
SCHEDA FILM
Regia: Saeed Al Batal, Ghiath Ayoub
Soggetto: Saeed Al Batal, Ghiath Ayoub
Fotografia: Saeed Al Batal, Milad Amin, Raafat Bayram, Ghiath Bayram, Abdel Rahman Najjar
Montaggio: Qutaiba Barhamji, Raya Yamashi
Altri titoli:
Still Recording
Durata: 116
Colore: C
Genere: DOCUMENTARIO
Specifiche tecniche: DCP (16/9)
Produzione: MOHAMMAD ALI ATASSI PER BIDAYYAT FOR AUDIOVISUAL ARTS,IN COLLABORAZIONE CON JEAN-LAURENT CSINIDIS PER FILMS DE FORCE MAJEURE, MEIKE MARTENS PER BLINKER FILMPRODUKTION GMBH
NOTE
- REALIZZATO CON IL SUPPORTO DEL DOHA FILM INSTITUTE, WORLD CINEMA FUND.
- IN CONCORSO ALLA 33. SETTIMANA INTERNAZIONALE DELLA CRITICA (VENEZIA, 2018), HA OTTENUTO: PREMIO DEL PUBBLICO SUN FILM GROUP.
CRITICA
"'Still Recording' (Sta girando ancora) è il significativo titolo del documentario (...) che ci fa immergere senza filtri nella vita reale di una città assediata durante uno dei momenti più violenti della guerra in Siria. C'è molto l'occhio del reporter e dell'attivista umanitario quale è Saed al Batal, tra i fondatori tra l'altro dell'organizzazione no profit 'Humans of Syria' e che ha lavorato come reporter per svariate emittenti radiofoniche, come la statunitense NPR - National Public Radio e DR - Denmark Radio. Impegnato anche Ghiath Ayoub che insegna comunicazione visiva e arte terapia ai bambini rifugiati in Libano. Il pregio del documentario è di fornire, nel suo stile sporco e realistico, una documentazione storica importante su come vivono, cosa pensano, che cosa soffrono coloro che si trovano dall'altra parte della barricata (...). È la Siria divisa dalla guerra civile. Il regista Saeed al Batal è uno di quei milioni di siriani cui la vita è cambiata per sempre, ma ha deciso di restare a documentare. (...) Le ultime immagini del documentario sono un colpo al cuore per il loro realismo. Le vite sono appese a un filo, basta un attimo. Ma la telecamera è ancora lì, e continua a registrare." (Angela Calvini, 'Avvenire', 31 agosto 2018)