Il naufrago Edward approda su un' isola sconosciuta che all'apparenza sembra calma e tranquilla. Invitato a rimanere chiuso in una stanza, Edward intuisce qualcosa di strano finché, spinto dalla curiosità, scopre che il luogo in cui è capitato è un laboratorio di ingegneria genetica diretto dal genetista dottor Moreau e dal suo assistente Montgomery. Al riparo da ogni controllo, i due stanno effettuando esperimenti genetici sugli animali per creare una razza superiore di essere umani. Ma gli esiti sono terribili. I primi uomini-bestia usciti dai laboratori sono intelligenti ma possiedono un forte istinto omicida e la loro sete di sangue è placata solo da sedativi imposti con scosse elettriche. Edward si trova nel mezzo della ribellione che mette gli uomini-bestia contro il dott. Moreau. Ne segue una cruenta resa dei conti, in cui il dottore rimane ucciso, e alcune delle creature costruite rimangono a spadroneggiare sull'isola. Edward fa in tempo a fuggire ma, tornato in mezzo alla gente, si trova in altre cruente situazioni in cui l'uomo cerca di uccidere l'altro uomo.
SCHEDA FILM
Regia: John Frankenheimer
Attori: Fairuza Balk - Aissa, Marco Hofschneider - M'Ling, Temuera Morrison - Azazello, Nelson De La Rosa - Mijai, Ron Perlman, Daniel Rigney, Marc Dacascos, William Hotkins, Miguel Lipez, David Hudson, David Thewlis - Edward Douglas, Val Kilmer - Montgomery, Marlon Brando - Dottor Moreau, Peter Elliott (III)
Sceneggiatura: Ron Hutchinson, Richard Stanley
Fotografia: William A. Fraker
Musiche: Gary Chang
Montaggio: Paul Rubell
Scenografia: Graham 'Grace' Walker
Durata: 96
Colore: C
Genere: FANTASY
Specifiche tecniche: SCOPE A COLORI
Tratto da: TRATTO DAL ROMANZO DI HERBERT GEORGE WELLS
Produzione: EDWARD R. PRESSMAN
Distribuzione: CECCHI GORI DISTRIBUZIONE - CECCHI GORI HOME VIDEO
NOTE
REVISIONE MINISTERO MAGGIO 1997
CRITICA
"Qui Brando non riesce certo a essere degno di pietà e terribile come il suo predecessore, anzi, tradisce la voglia di buttarla sul grottesco: dei buffi cappellucci sulla faccia infarinata, dei caffettani che lo avvolgono tutto; e in più una recitazione appiccicosa, insinuante, sempre sul filo dell'ironia. Un dottor Moreau concepito come una caricatura di Truman Capote. Non sembrano al loro meglio neanche l'americano Val Kilmer nel ruolo del medico assistente e l'inglese David Thewlis in quello del naufrago attirato sull'isola degli orrori. Molto bella Fairuza Balk, in un personaggio femminile aggiunto al testo originario, ed espressivamente brutti i mostri creati in maniera convincente dal premiatissimo Stan Winston. Aggiornata al nostro tempo e pasticciata in sede di sceneggiatura, la vicenda fa svampire le più forti suggestioni della pagina stampata". (Tullio Kezich, 'Il Corriere della Sera', 23 agosto 1997)
"Girato in Australia, 'L'isola perduta' ha avuto diverse traversie: il primo regista, un giovane australiano, è stato sostituito per volontà di Brando con John Frankenheimer, inadatto alla storia; il gran brutto carattere di Val Kilmer ha creato non poche difficoltà; la quarta versione cinematografica della vicenda immaginata da Herbert George Wells nel suo 'L'isola del dottor Moreau' non è venuta bene. Peccato, è una grande idea, un cupo connubio tra scienza e orrore, una profezia esatta dello scrittore inglese laureato in biologia, un'anticipazione ben controllabile nel tempo della clonazione e delle manipolazioni biologiche. (...) Alla fine, un aggiornamento forse voluto dal regista mostra in citazioni documentarie brutali manifestazioni di massa, scontri armati, conflitti, aggressioni, assassinii: il senso potrebbe essere che comunque, anche senza il dottor Moreau, l'uomo è una bestia". (Alessandra Levantesi, 'L'Espresso', 4 settembre 1997)
"Cent'anni quasi compiuti, il romanzo di H. G. Wells 'L'isola del dottor Moreau' resta uno dei più geniali racconti fantastici mai scritti. Il cinema lo ha adattato diverse volte, a partire dalla storica versione di Erle Kenton (1932) con Charles Laughton. Ora, fare un remake non è attività penalmente perseguibile: può essere onorevole, anzi, soprattutto se offre una nuova lettura di un testo celebre. Ma quale lettura ci propone 'L'isola perduta' del veterano John Frankenheimer? (...) Scegliendo di sovraccaricare ogni scena fino a vertici inviolati di comico involontario Frankenheimer, non crea suspense né suggerisce mai nulla. Preferisce far vedere tutto, a partire dagli innesti teriomorfici prodotti dagli esperimenti del matto, Circe alla rovescia che trasforma gli animali in uomini. Comunque le creature, un po' patetiche, un po' spaventose, realizzate da Stan Winston sono meno mostruose dello scienziato Marlon Brando, torta alla crema sulla faccia e cappelli a forma di secchiello per il ghiaccio". (Roberto Nepoti, 'la Repubblica', 26 agosto 1997)