Al penitenziario di Montecristo viene inviato, come medico, dietro sua richiesta, il dottor Paolo Fabbri. Intrattenendosi con il giovane cappellano, il nuovo medico rievoca la sua passata esistenza. Parecchi anni prima, in una triste giornata di pioggia, Paolo, condannato a grave pena, giunge al penitenziario. Mania, Faina ed altri condannati lo credono una spia e lo perseguitano. Soffre allora la solitudine e tutto l'orrore del carcere. Una notte, essendo in preda al delirio, egli rivela la sua qualità di medico: è stato condannato, perché ha ucciso per amore. Un aeroplano di linea cade nell'isola, durante la notte: una bimba ferita ha bisogno di un'operazione, ma il vecchio medico del carcere non si sente di farla. Viene chiamato Paolo, il detenuto 415, che eseguisce l'operazione e s'innamora della sorella della piccola paziente. Frattanto Mania, un pregiudicato robusto e vizioso, riesce a fuggire e ad entrare nell'infermeria, dov'è la donna amata da Paolo. Questi cerca di liberare la donna dal pericoloso aggressore, che viene ucciso dalla polizia. Espiata la condanna, Paolo sposa la donna amata, ma ben presto rimane vedovo. Egli, che ha conosciuto le sofferenze della prigione, ha voluto ritornarci in veste di medico. "Molto bene potrà esser fatto alla gente che soffre tra quattro mura".
SCHEDA FILM
Regia: Mario Sequi
Attori: Maria D'Ayala, Mimì Ferrari, Giovanni Petti, Pio Campa, Fausto Guerzoni, Giulio Donnini, Franca Marzi, Carlo Ninchi - Mania, Vera Carmi - Moglie Di Paolo, Annibale Betrone - Il Vecchio Medico Del Carcere, Claudio Gora - Dottor Paolo Fabbri, Checco Durante, Paolo Reale, Agostino Salvietti, Loris Gizzi, Janella Montis - La Bimba Ferita
Soggetto: Mario Sequi
Sceneggiatura: Fulvio Palmieri, Ottavio Alessi, Luigi Giacosi
Fotografia: Tonino Delli Colli
Musiche: Ezio Carabella
Scenografia: Angelo Zagame
Durata: 120
Genere: DRAMMATICO
Produzione: CONDOR
Distribuzione: REGIONALE
NOTE
AIUTO REGISTA: OTTAVIO ALESSI.
DIRETTORI DI PRODUZIONE: CARLO MERKEL E CARLO BENETTI.
COSTUMI: ARMANDO ARDOVINO.
CRITICA
"Questo lavoro, che appartiene alla lunga serie dei films drammatico-sentimentali, non manca di un certo interesse. Convenzionale in alcuni punti, comprende sequenze apprezzabili". (Anonimo, "Segnalazioni Cinematografiche", vol. XXXVI, del 1954)