Nel 1700, in Inghilterra, il ragazzo Jim Hawkins, che gestisce con la madre una locanda sulla costa, riceve dal vecchio pirata ubriacone Billy Bones, rifugiatosi presso di lui, la mappa di un'isola sconosciuta dei mari tropicali, dove è nascosto un grande tesoro, appartenuto al famoso bucaniere capitan Flint, ora defunto. Dopo la morte di Bones, Jim, sfuggito ad alcuni pericolosi compagni di lui, bramosi di impossessarsi della preziosa mappa, raggiunge Bristol, insieme a due notabili del suo paese, il Dottor Livesey, medico e magistrato, e il cavalier Trelawney, ricco gentiluomo, il quale ha armato il veliero "Hispaniola" per raggiungere l'isola del tesoro. Assunto il capitano Smollett, Trelawney si fa però scegliere gran parte dell'equipaggio dal cuoco di bordo, Long John Silver, un marinaio con una sola gamba, furbissimo impostore, che in realtà è stato uno dei più temlbili bucanieri di Flint. L'"Hispaniola" salpa, ma Trelawney non ha saputo tenere segreto lo scopo del viaggio, cossichè tutti i marinai conoscono l'esistenza del tesoro. Durante la traversata Long John Silver si rivela il vero capo della ciurma, e una sera Jim ascolta, non visto, i piani di rivolta e di strage dello zoppo e dei suoi complici (quasi tutti provenienti dalla banda di Flint) decisi ad impadronirsi della nave e del tesoro al momento opportuno. Il ragazzo avverte subito del pericolo il capitano Smollett, Livesey e Trelawney, che possono contare su pochi marinai rimasti fedeli. Raggiunta finalmente l'isola selvaggia, l'equipaggio scende a terra e la rivolta scoppia. I pirati si sono impadroniti di molte armi e munizioni, cosicchè i due gruppi combattono accanitamente tra loro. Mentre Silver è ora il capo dichiarato dei rivoltosi, Jim cerca di aiutare i suoi amici dopo essere riuscito a liberarsi: scova Ben Gunn, un pirata di Flint, abbandonato sull'isola da tre anni, ed ora custode del tesoro, che ha nascosto in luogo noto solo a lui. Dopo alterne vicende, sconfitti i bucanieri fra molti pericoli, mentre Silver ha fatto abilmente il doppio gioco, facendosi promettere clemenza, Jim e i suoi amici ripartono sull'"Hispaniola", riconquistata dopo essere caduta nelle mani dei ribelli, per tornare in Inghilterra col tesoro e coi prigionieri, ma Long John Silver riesce ad allontanarsi dalla nave con una scialuppa.
SCHEDA FILM
Regia: Fraser Clarke Heston
Attori: Charlton Heston - Long John Silver, Oliver Reed - Billy Bones, Richard Johnson - Trelawney, Christian Bale - Jim Hawkins, Julian Glover - Livesey, Nicholas Amer - Ben Gunn, Clive Wood - Smollett, Christopher Lee
Soggetto: Robert Louis Stevenson
Sceneggiatura: Fraser Clarke Heston
Fotografia: Robert Steadman, Tony Westman
Musiche: Paddy Maloney
Montaggio: Eric Boyd-Perkins
Scenografia: Tony Woollard
Effetti: John Richardson (II)
Durata: 139
Colore: C
Genere: AVVENTURA
Specifiche tecniche: NORMALE A COLORI
Tratto da: TRATTO DAL ROMANZO OMONIMO DI ROBERT LUIS STEVENSON
Produzione: FRASER C HESTON
Distribuzione: WARNER BROS ITALIA (1990) - WARNER HOME VIDEO (GLI SCUDI)
CRITICA
"Il film è di ricalco, riporta un soffio di nostalgia piratesca, frequenta un poco il western, ha una iniziale mezz'ora di troppo, ed infine prende il mare. Niente che non appartenga al repertorio consumato del cinema di avventure, compresi la tempesta, gli sguardi truci, gli alti tradimenti, i denti cariati e i foulard casual, da bucaniere. Naturalmente svaghi tecnici, mare aperto, e attori consumati: accanto ad Heston, costretto a dire di avere 50 anni, ci sono l'ex Dracula Christopher Lee, qui cieco, e Oliver Reed. Ma il film si rispecchia nello sguardo giovane e biondo di Christian Bale, ritrovato adolescente dopo 'l'Impero del sole" spielberghiano." (Maurizio Porro, 'Il Corriere della Sera', 3 Giugno 1990)
"Chi ha avuto l'ultima possibilità di spezzarsi la schiena sui sedili di legno degli oratori masticando stringhe eterne davanti agli ultimi passaggi di 'L'isola del tesoro' di Victor Fleming (1934) proverà imbarazzo: in questa nuova versione per il grande schermo del romanzo di Stevenson, pubblicato per la prima volta nel 1833, la realizzazione del racconto e la trasposizione in immagini della pagina è talmente convenzionale che libera odori di antico cinema di genere, compitato, rude nei particolari, ancora inesperto nell'invenzione furba, e quindi all'adulto genera speculativa tenerezza. Nello stesso tempo la freschezza dei colori, l'immagine spaziosa, il dettaglio fotograficamente fedele e fascinosamente iperreale ci risvegliano. E allora si cerca l'invenzione, qualcosa che giustifichi lo spettacolo oggi. Invece il figliolo del vecchio Heston, delegato alla regia del babbo, ci lascia proprio in imbarazzo davanti al manierismo. Resta da vedere cosa ne penseranno i ragazzini, cresciuti tra i dettagli cosmici di 'Guerre stellari' e la suspense del Meraviglioso cinematografico di 'Indiana Jones' e 'I goonies'. Insomma: oggi al cinema si può fare 'L'isola del tesoro' senza chiamarsi Stevenson." (Silvio Danese, 'Il Giorno', 7 Giugno 1990)
"E' una delle tante imprese affrontate da un padre divo anziano per offrire occasioni spettacolari al figlio: Charlton Heston recita la parte di Long John Silver, suo figlio Fraser C. Heston debutta nella regia, è sceneggiatore e produttore del film. Come in tanti telefilm, ci sono anziani attori famosi in piccole parti: Oliver Reed grassissimo con capelli, baffi e barba bianchi, Christopher Lee sfigurato e accecato, Richard Johnson invecchiato tra merletti e scemenza aristocratica. Come capita al cinema, i temi etici vengono spazzati via: nel romanzo l'alto prezzo di sangue pagato per impadronirsi del tesoro seguita a perseguitare il ragazzo negli incubi; nel film, ogni dubbio morale sparisce." (Lietta Tornabuoni, 'La Stampa', 9 Giugno 1990)
"Niente voli, nessuna invenzione, né narrativa né stilistica. La cornice corrisponde al libro, con tendenza all'oleografia, l'avventura è scandita quel tanto che serve per far palpitare le platee (specie se di giovanissimi), i personaggi, legati ai caratteri persino troppo celebri che debbono proporre, non accettano mai una sola variazione, semmai, in qualche momento, risultano solo un po' più coloriti del dovuto perché l'intrusione di Billy Bones nella vita di Jim si proponga con accenti quasi truci e l'arrivo, subito dopo, del cieco Pew, sconfini nell'orrore. Non a caso, difatti, i due figuri li interpretano degli attori che quando c'è da strafare sono sempre pronti: Oliver Reed, nel disegno torvo di Billy Bones e Christopher Lee in quello addirittura fosco del cieco Pew, con tutto il frastuono di circostanza. In compenso il cattivo Long John Silver ha i tratti spesso anche un po' nobili di Charlton Heston e a Jim presta il suo volto quel ragazzino tanto apprezzato tempo fa nell'Impero del Sole, Christian Bele, cresciuto e saggio, in rappresentanza di quei buoni che, almeno nei romanzi dell'Ottocento, alla fine vincono sempre. La fotografia è bella, l'Hispaniola è anche più bella. Forse la riconoscerete: è lo stesso veliero degli 'Ammutinati del Bounty'. Al cinema niente si perde." (Gian Luigi Rondi, 'Il Tempo', 26 Luglio 1990)