Erik Maria Bark, un tempo era l'ipnotista più famoso di Svezia, ma una drammatica vicenda personale lo ha dissuaso dal portare avanti la pratica dell'ipnosi e da un decennio ormai si trascina in una vita segnata da crisi personali e familiari. Tuttavia, le sue capacità non sono state dimenticate e a richiamarlo in azione è il detective Joona Linna, commissario della polizia criminale di Stoccolma, che lo convoca per collaborare alle indagini sul crudele massacro della famiglia Ek, il cui unico superstite è Josef, un adolescente ritrovato sul luogo della tragedia coperto di sangue e vivo per miracolo, ma in grave stato di shock. Il ragazzo, infatti, è stato testimone dell'uccisione di sua madre e della sorellina, trucidate a coltellate davanti ai suoi occhi, ed necessario interrogarlo prima che sia troppo tardi. L'ipotesi della polizia, infatti, è che il killer sia deciso a completare l'opera uccidendo anche la sorella maggiore di Josef, scomparsa misteriosamente...
SCHEDA FILM
Regia: Lasse Hallström
Attori: Tobias Zilliacus - Joona Linna, Mikael Persbrandt - Erik Maria Bark, Lena Olin - Simone Bark, Helena Af Sandeberg - Daniella, Jonatan Bökman - Josef, Oscar Pettersson - Benjamin, Eva Melander - Magdalena, Anna Azcárate - Lydia, Johan Hallström - Erland, Göran Thorell - Stensund, Jan Waldekranz - Shulman, Emma Mehonic - Evelyn, Tomas Magnusson - Petter, Nadja Josephson - Aida
Soggetto: Alexandra Ahndoril - romanzo, Alexander Ahndoril - romanzo
Sceneggiatura: Paolo Vacirca, Peter Asmussen - consulenza
Fotografia: Mattias Montero
Musiche: Oscar Fogelström
Montaggio: Thomas Täng, Sebastian Amundsen
Scenografia: Lasse Westfelt
Costumi: Karin Sundvall
Effetti: Panorama Film & Teatereffekter
Altri titoli:
The Hypnotist
Durata: 121
Colore: C
Genere: THRILLER
Specifiche tecniche: ARRI ALEXA STUDIO, ARRIRAW, HAWK SCOPE, 35 MM /D-CINEMA (1:2.35)
Tratto da: romanzo "L'ipnotista" di Lars Kepler (ed. Longanesi, coll. La Gaja scienza)
Produzione: SVENSK FILMINDUSTRI (SF), SONET FILM, FILMPOOL NORD
Distribuzione: BIM (2013)
Data uscita: 2013-04-11
TRAILER
CRITICA
"Ispirato dall'ennesimo successo letterario, ecco il giallo svedese con cui Hallström, dopo 25 anni di Hollywood, torna in patria. (...) Di tutto, di più e di troppo. Ottimi gli attori." (Maurizio Porro, 'Il Corriere della Sera', 11 aprile 2013)
"Il noir si addice a Lasse Hallström. Dopo quasi trent'anni di carriera hollywoodiana, punteggiata di titoli di successo ma convenzionali ('Le regole della casa del sidro'), quando non sdolcinati ('Chocolat'), il regista svedese torna a casa e dirige un thriller che non pare nemmeno suo: teso e perfino violento com'è, fino dalla prima scena. (...) Si risente molto l'atmosfera di 'Millennium', quasi inevitabile dopo il successo (anche) cinematografico della trilogia di Stieg Larsson. Hallström è bravo a installare i personaggi, dosa abilmente le informazioni e gira scene di eccellente qualità tecnica. Peccato il finale non a livello; ma quello non dipende da lui." (Roberto Nepoti, 'La Repubblica', 11 aprile 2013)
"Erano oltre vent'anni che lo svedese Lasse Halström, il sensibile regista di 'Chocolat' e 'Hachiko', non tornava a lavorare in patria; e che si sia rituffato con gioia nelle natie atmosfere non c'è dubbio, perché l'ambientazione è uno dei valori più sicuri di 'L'ipnotista', tratto dall'omonimo bestseller (Longanesi) di Lars Kepler, nome d'arte di due coniugi, Alexander Ahndoril e Alexandra Coelho, giunti al quarto titolo e in via di sfornarne altri. (...) Sul piano della regia Halström fa la sua parte con professionalità, intessendo sulle immagini e il gioco degli interpreti quella tela di suggestioni segrete e affettività vulnerate tipica del thriller scandinavo. Ma il copione di Paolo Vacirca è davvero troppo debole: la trama è mal strutturata e i personaggi rimangono sfocati, poco plausibili, poco intriganti." (Alessandra Levantesi Kezich, 'La Stampa', 11 aprile 2013)
"Ci voleva un best-seller della fiorente letteratura thriller scandinava per riportare il regista di 'Chocolat' e 'Le regole della casa del sidro' in patria: 25 anni dopo 'La mia vita a quattro zampe', Hallström torna in Svezia per 'L'ipnotista', dal romanzo 2009 dei coniugi Ahndoril. (...) Parte realistico e psicologico (straniante per uno spettatore italiano che tutti parlino pacatamente e sottovoce) per poi diventare, purtroppo, più parossistico e fracassone di un dozzinale giallo hollywoodiano. Campione di incassi in Svezia. Anni luce lontano dalla tensione politica e sociale della geniale trilogia 'Uomini che odiano le donne'." (Francesco Alò, 'Il Messaggero', 11 aprile 2013)
"Piacerà a chi riteneva ormai di dover cancellare il nome di Lasse Hallström dall'elenco dei registi significativi. Lasse, dopo i successi in patria, intraprese in modo più che convincente la carriera internazionale. 'Chocolat' e 'Le regole della casa del sidro' erano signori film. Poi man mano Hallström scivolò nell'accademia più prevedibile. 'Casanova' piacque solo alle fans del povero Heath Ledger, 'Hachiko' solo agli amici degli animali. Gli ci voleva, forse, una boccata d'aria nella terra d'origine. Anzi senza forse. 'L'ipnotista' tratto da un best seller di Lars Kepler (pseudonimo di Alexander e Alexandra Ahndoril) ci riporta il Lasse di quindici anni fa, lucido, corposo, di segno robusto, ma non esibizionista. D'accordo, Lasse non è certamente un regista «contro». Segue volentieri le mode. E la moda oggi è quella del giallo alla scandinava. Dopo il successo (al cinema e in libreria) della serie 'Millennium', il thriller collocato nel lungo inverno nordico è diventato familiare, come luogo di delitti, come le nebbie londinesi di 'Whitechapel'. Le carte che Lasse ha a disposizione sono familiari, ma lui le gioca alla perfezione. A cominciare dall'ambientazione. I gelidi, cupi minacciosi esterni (l'intrigo si dipana nella periferia ricca di Stoccolma) e i caldi, confortevoli, rassicuranti interni. Abitati, tutti, da una borghesia agiata e sicura, apparentemente refrattaria al dramma. Poi improvvisamente arriva la violenza sanguinaria. Atroce, apparentemente immotivata. E tutti gli equilibri si rivelano fragilissimi. Il killer è andato a colpire in bei grovigli di nevrosi (la famiglia di Rik, anzitutto, ma anche l'eroe ufficiale, il piedipiatti finlandese non scherza in fatto di nevrosi). L'ambientazione, i personaggi e infine la ferocia. Non cruentissima (pochi particolari splatter) e nemmeno frequente. Che però riesce a coglierti sempre di sorpresa Lasse è veramente tornato al top." (Giorgio Carbone, 'Libero', 11 aprile 2013)
"Emozionante, nella sua inverosimiglianza, giallo, che il commediante Lasse Hallström ha tratto da un romanzo. (...) Una storia, tirata un po' in lungo, cupa, crudele ma con una notevole tensione." (Massimo Bertarelli, 'Il Giornale', 11 aprile 2013)